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Non solo siccità, negli invasi della Sicilia è arrivata una nuova specie aliena

Duchi: «Può determinare modificazioni importanti dell’ecosistema e della qualità delle acque dei bacini in cui viene introdotto»
 |  Natura e biodiversità
Due esemplari di Ambramide dell'Invaso di S. Rosalia (Archivio Davide Criscione)

L’avanzata della siccità in Sicilia ha fatto evaporare nelle ultime settimane anche l’unico lago naturale dell’isola, mentre in quelli artificiale l’acqua cala ma spuntano fuori nuove specie aliene invasive.

È il caso dell’abramide (Abramis brama), specie autoctona nell’area euro-asiatica ma estranea agli habitat italiani, che adesso è stata però riscontrata nell’invaso di Santa Rosalia (Ragusa).

La specie era dunque originariamente assente in Sicilia, dove però è stata abusivamente introdotta. La segnalazione è arrivata da parte della Fipsas di Ragusa, che ha contattato il biologo-ittiologo Antonino Duchi, da anni studioso della la fauna ittica delle acque isolane, che ha confermato la determinazione specifica.

La segnalazione è risultata di interesse anche fuori dei confini italiani: infatti è in via di pubblicazione un articolo specifico sulla rivista internazionale Cybium della Società francese di ittiologia, con sede presso il Museo di storia naturale di Parigi, intitolato “First record of the alien Abramis brama (L., 1758; Cyprinidae) in Sicily”.

«È stato dimostrato che l’abramide può determinare modificazioni importanti dell’ecosistema e della qualità delle acque dei bacini in cui viene introdotto, tramite la sua interferenza con la rete alimentare dei laghi – spiega Duchi – Un elemento particolarmente delicato in questa situazione di riduzione significativa della presenza idrica nei bacini lacustri, tenuto conto del loro utilizzo anche potabile».

Presente in molti paesi europei ed asiatici (dalla Francia alla Turchia, dalla Finlandia all’Uzbekistan), l’abramide può raggiungere una lunghezza di 82 cm ed un peso di 6.0 kg, potendo vivere fino ad un massimo di 23 anni. Si tratta di un pesce che vive in laghi e fiumi dove si nutre d’insetti, piccoli crostacei, molluschi, vegetali ed anche pesci, mentre i giovani prediligono lo zooplancton.

«Il primo riscontro della specie e la pubblicazione internazionale confermano il ruolo di Ragusa nell’ambito della conoscenza della fauna ittica delle nostre acque e l’importanza della lunga collaborazione tra la nostra associazione ed il biologo Duchi – commenta il presidente della Fipsas di Ragusa, Giovanni Altamore – Ritengo che la lunghissima esperienza sulla conoscenza e la gestione della fauna ittica, che pone la provincia di Ragusa all’avanguardia in Sicilia, vada valorizzata in modo strutturale anche a livello regionale, in particolare in questo momento in cui la fauna ittica è a forte rischio, sia nei laghi che nei corsi d’acqua, a causa di siccità e mala gestione della risorsa idrica».

Redazione Greenreport

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