Un altro capodoglio morto a causa di una collisione con una nave nello stretto di Gibilterra
Il 26 luglio, intorno alle 18:00, nelle acque dello Stretto di Gibilterra, è stato segnalato un capodoglio morente a causa di una collisione con una grande nave. l’ONG Conservación, Información y Estudio sobre Cetáceos (CIRCE) spiega che «L'animale è stato trovato con le viscere completamente di fuori ed era ancora vivo, come si può vedere dai video registrati dagli osservatori». Si tratta di un esemplare che era stato osservato in perfette condizioni negli ultimi 20 giorni, con l'ultimo avvistamento registrato appena il 25 luglio. CIRCE evidenzia che «Questo fatto sottolinea ancora una volta la problematica del traffico marittimo intenso in quest'area, che rappresenta un serio rischio per la fauna marina, specialmente per i capodogli, una specie vulnerabile».
L’esemplare ucciso era noto da più di 10 anni al team CIRCE, visitava regolarmente lo Stretto di Gibilterra ed era incluso nel censimento dell’ONG ambientalista come PM-GIB-88, anche se i ricercatori lo avevano sempre chiamato Julio, in onore del cantante spagnolo Julio Iglesias.
Renaud de Stephanis, coordinatore di CIRCE, sottolinea che ««E’ stato orribile, c'era molto sangue nell'acqua. Era un maschio vigoroso e forte e sembrava molto, molto sano. Ogni due o tre anni, un capodoglio nella zona muore in una collisione simile. Non abbiamo registrazioni di ogni incidente. Probabilmente ce ne sono di più. Ma è già troppo. Sappiamo che, nel corso degli studi che stiamo facendo, almeno 5 capodogli sono morti nello Stretto di Gibilterra a causa di collisioni con navi negli ultimi anni. Questo rappresenta circa il 5% dei capi osservati in questa regione ed è pertanto una quantità significativa per la specie».
Si ritiene che la sottopopolazione mediterranea di capodogli sia isolata e classificata come in pericolo nella Lista Rossa IUCN. Sebbene ci siano prove che suggeriscono che la popolazione sia in declino, mancano dati sull'abbondanza.
Secondo lo studio “Abundance estimates for sperm whales in the Mediterranean Sea from acoustic line-transect surveys”, pubblicato nel giugno 2023 da un team di ricercatori britannici sul Journal of Cetacean Research and management dell’International Wahaling Commission (IWC), « Tra il 2004 e il 2013 sono state intraprese una serie di indagini acustiche di transetto lineare. Nel 2004, sono stati condotti 3.946 km di sforzo acustico nel bacino meridionale del Mediterraneo occidentale, con conseguente rilevamento di 159 capodogli. Mentre nel 2007 e nel 2013, sono stati condotti 10.276 km di indagine acustica nel bacino del Mediterraneo orientale, con conseguente rilevamento di 24 capodogli».
In base a questi dati, le abbondanze stimate di capodogli erano: 634 animali del Mediterraneo meridionale occidentale, blocco 41 della fossa ellenica [17–100]; blocco 33 del Mar Egeo centrale [5–203]; blocco 5 della dorsale di Erodoto [1–28] e blocco 2 del Mar Adriatico meridionale [0–12]. Le stime per tutti gli altri blocchi erano pari a zero.
I ricercatori evidenziavano che «La densità di capodogli nel blocco del Mediterraneo meridionale occidentale esaminato era oltre 17 volte superiore a quella del Mediterraneo orientale esaminato (rispettivamente 2,12 e 0,12 cetacei per 1.000 km2). Questi risultati, combinati con un'indagine acustica del Mar Ionio settentrionale nel 2003 e indagini aeree nel bacino del Mediterraneo settentrionale occidentale nel 2010–11, coprivano circa il 57% del probabile habitat dei capodogli nel Mediterraneo occidentale e il 75% nel Mediterraneo orientale. Le stime totali approssimative dell'abbondanza di capodogli nei bacini del Mediterraneo occidentale e orientale basate sull'estrapolazione alle aree non esaminate sono rispettivamente 1.678 e 164 cetacei. Questo fornisce una stima per l'intero Mar Mediterraneo di 1.842 animali».
Ma per CIRCE probabilmente nel Mediterraneo sopravvivono in migliaio di Capodogli e alcuni di loro migrano nello Stretto di Gibilterra Ida settembre all'inizio dell'estate per nutrirsi. A concentrarsi in quest’area sono soprattutto i maschi che poi vanno verso le isole Baleari, dove si riproducono.
Lo Stretto di Gibilterra, tra la Spagna meridionale e l'Africa e che collega il Mar Atlantico al Mar Mediterraneo, è spesso sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo per i tragici naufragi dei migranti e, negli ultimi anni, anche perché una popolazione di orche ha deliberatamente speronato diverse barche a vela. Mentre le ormai famigerate orche hanno affondato almeno 5 piccole imbarcazioni a vela, collisioni come questa, tra mammiferi marini e grandi navi, sono una delle principali cause di morte per i capodogli. Il numero di questi incidenti è aumentato negli ultimi decenni. CIRCE denuncia che quello che è successo a Julio «Non è un problema isolato causato da una sola nave, ma un problema globale che richiede una soluzione completa». Per questo raccomanda l'inserimento di Osservatori Indipendenti a bordo delle navi (MMO) che ricerchino attivamente animali marini e avvisino il capitano della nave per evitare collisioni. Per questo, devono essere individui esperti e dedicarsi esclusivamente a questo lavoro. Inoltre, gli MMO dovrebbero riferire direttamente al ministero dell'ambiente spagnolo, fornendo dati essenziali per una migliore gestione del traffico marittimo e la protezione della vita marina. CIRCE invita l'industria del trasporto marittimo ad attuare queste misure: «Solo attraverso la cooperazione e l'impegno verso pratiche sostenibili si possono garantire la protezione di queste specie e la preservazione dell'ecosistema marino».