Le trote dei fiumi inquinati dalle miniere sono geneticamente isolate
Lo studio “Living in a post-industrial landscape: repeated patterns of genetic divergence in brown trout (Salmo trutta L.) across the British Isles”, pubblicato su Diversity and Distributions da un team di ricercatori delle università di Exeter e Cardiff, ha analizzato le trote fario in 71 siti in Gran Bretagna e Irlanda, dove molti fiumi contengono metalli dilavati dalle miniere dismesse e ha scoperto che «Le trote che vivono nei fiumi inquinati dai metalli provenienti dalle vecchie miniere delle isole britanniche sono geneticamente “isolate” dalle altre trote. Anche se le trote nei fiumi inquinati da metalli sembrano sane, sono geneticamente distinte e la mancanza di diversità in queste popolazioni le rende vulnerabili a minacce future».
Lo studio è stato condotto in 4 regioni: Galles occidentale, Inghilterra nord-orientale, Inghilterra sud-occidentale e Irlanda sud-orientale e, confrontando il DNA delle trote nei fiumi con e senza inquinamento da metalli, i ricercatori hanno scoperto che le popolazioni di trote tolleranti ai metalli si separano dalle loro specie durante i periodi di picco dell’attività mineraria.
Uno degli autori dello studio, Jamie Stevens del Department of Bioscience dell’università di Exeter, spiega che «Abbiamo riscontrato una diversità genetica notevolmente ridotta in alcune di queste popolazioni di trote che popolano le acque colpite dai metalli. Questi pesci trasportano un elevato carico di metalli, con il legame tossico dei metalli disciolti alle loro branchie che causano soffocamento, ma nei fiumi inquinati sono emerse trote che possono tollerarlo. Se i pesci senza questa tolleranza nuotano in questi fiumi, a causa di tale esposizione devono andarsene o morire. Questo significa che i pesci tolleranti ai metalli sono geneticamente isolati e non scambiano geni con altre popolazioni di trote. Quindi, anche se questi pesci possono essere sani dove si trovano, la diversità genetica che ha permesso loro di adattarsi a questo rapido cambiamento nel loro ambiente ora è carente, lasciandoli più vulnerabili ai cambiamenti futuri».
Gli inquinanti metallici comuni nelle ex aree minerarie includono piombo e rame, e molti pesci e altre specie in questi fiumi sono già stati spazzati via. L’emergere di trote resistenti ai metalli, con un’elevata differenziazione genetica dalle popolazioni vicine e una ridotta diversità, è stata osservata nelle popolazioni che vivono nei fiumi inquinati dai metalli in Cornovaglia, Galles e nel nord-est dell’Inghilterra.
Daniel Osmond, del Westcountry Rivers Trust, che ha partecipato allo studio mentre faceva il suo dottorato di ricerca a Exeter, sottolinea che «Questo è probabilmente il risultato della pressione selettiva: evoluzione guidata in questo caso dalla sopravvivenza, o dalla non sopravvivenza, a seconda della capacità di resistere all’inquinamento da metalli».
Lo studio ha rilevato i più alti livelli di isolamento genetico nei fiumi che erano inquinati da metalli e interrotti da barriere fisiche come dighe e sbarramenti.
Osmond ha evidenziato che «I livelli di inquinamento da metalli fluttuano, spesso aumentando durante i periodi di forti precipitazioni. Nel corso dei diversi periodi della storia, queste regioni minerarie sono state importanti a livello globale nella produzione industriale di molti metalli. Questo, tuttavia, ha lasciato territori inquinati come quello della Cornovaglia occidentale, che è in realtà un gigantesco nido d’ape di vecchie miniere. Quando arriva la pioggia, questi possono riempirsi d’acqua e questa può defluire nei fiumi».
In molte aree pesci migratori d’acqua dolce sono diminuiti significativamente e, sebbene le trote non siano considerate una specie minacciata, lo studio mostra che potrebbero essere più vulnerabili di quanto si credesse in precedenza.
Per prevedere quali scenari evolutivi fossero più credibili, Lo studio ha utilizzato simulazioni di popolazioni nel tempo, modellando diversi scenari evolutivi storici e i loro effetti sulla diversità genetica delle popolazioni, confrontandoli con le popolazioni campionate oggi.
I ricercatori concludono: «La riduzione del dilavamento delle acque minerarie e la rimozione delle barriere fisiche nei fiumi potrebbero contribuire a ridurre l’isolamento genetico».