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Il rapporto Zero Pollution Monitoring and Outlook

Bruxelles: «In Italia la qualità dell’aria è particolarmente preoccupante»

Il nostro Paese indicato insieme alla Polonia come esempio in cui inquinamento e concentrazioni di particolato fine sono in maniera rilevante al di sotto degli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Un primo allarme era già arrivato un mese fa dal nuovo rapporto di Legambiente Mal’aria di città 2025 sull’inquinamento atmosferico. Quel documento prende le mosse dalla nuova direttiva Ue sulla qualità dell’aria, approvata in via definitiva lo scorso autunno, che introduce al 2030 nuovi limiti di emissione per vari inquinanti atmosferici, tra cui particolato (PM10 e PM2,5), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), monossido di carbonio (CO), piombo (Pb), benzene (C6H6) e ozono (O3). L’indagine realizzata da Legambiente costituisce la conferma di dati raccolti dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), che già per gli anni passati segnalava come l’Italia sia tra i Paesi più inquinati dell’Ue con 48.600 morti l’anno per inquinamento da Pm2.5, 13.600 decessi prematuri da O3 e 9.600 da NO2. E ora è sempre l’Eea a segnalare che il tempo passa ma la situazione resta critica, per il nostro Paese. 

La Commissione Ue e l’Agenzia europea dell’ambiente hanno pubblicato oggi il secondo rapporto Zero Pollution Monitoring and Outlook, che fornisce una panoramica del lavoro dell’Ue per raggiungere gli obiettivi di inquinamento zero del 2030. Il documento non entra nello specifico dei diversi Stati membri, ci sono però due fattori che ci riguardano, e che devono spingere chi da noi ha maggiori responsabilità ad agire, e con urgenza. Il primo fattore è contenuto nel primo Zero Pollution Dashboard, presentato anch’esso oggi a Bruxelles, che mostra i progressi compiuti dalle diverse regioni dell'Ue e da tutte le capitali nel raggiungimento di aria, acqua e suolo più puliti. E che, purtroppo per noi, mostra anche che il nostro Paese non sta messo bene su questi fronti (il cruscotto mette invece in evidenza 15 regioni in Austria, Finlandia, Francia, Germania e Svezia, che attualmente vantano i livelli di inquinamento più bassi).

Il secondo fattore è contenuto proprio nel Zero Pollution Monitoring and Outlook. È vero, come abbiamo detto, che il report diffuso da Bruxelles non fa confronti tra Paese e Paese o elenchi di quale Stato stia messo meglio e quale peggio. Ma nel corposo documento c’è un passaggio che riguarda soltanto due nazioni, la nostra e la Polonia, citate come magia nera, in quanto a inquinamento. Ecco il passaggio, a pagina 52 del rapporto. Si legge nel paragrafo titolato “Demografia e disuguaglianze nell'esposizione all'inquinamento atmosferico”: «L'Atlante demografico illustra le concentrazioni di particolato fine (PM2,5) registrate dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell'aria in Europa. La mappa mostra che mentre la qualità dell'aria è inferiore agli standard di qualità dell'aria dell'OMS in molti Paesi dell'UE, la situazione è particolarmente preoccupante in alcuni Stati membri, tra cui Italia e Polonia». Il documento sottolinea che i bambini e le persone di età pari o superiore a 65 anni sono maggiormente colpiti dall'inquinamento atmosferico e anche che alcune delle regioni più inquinate coincidono spazialmente con le regioni più povere dell'Europa orientale.

Redazione Greenreport

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