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Greenpeace vince la causa contro il governo olandese sugli allevamenti intensivi

L’Aia ora deve adottare misure efficaci per portare entro il 2030 al di sotto della soglia critica metà delle aree naturali sensibili all’azoto
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Il governo olandese dovrà adottare misure efficaci per portare entro il 2030 metà delle aree naturali sensibili all’azoto al di sotto delle soglie critiche stabilite. Può cantare vittoria, Greenpeace Olanda. L’associazione ambientalista ha vinto la causa intentata contro il governo dei Paesi bassi per non aver preso misure adeguate a ridurre i livelli di azoto nell’ambiente, dovuti in gran parte agli allevamenti intensivi. La sentenza è arrivata il 22 gennaio e ha confermato che gli habitat naturali olandesi sono stati effettivamente deteriorati da questo tipo di inquinamento e che la normativa di riferimento non è stata rispettata dai Paesi bassi. E dunque ora l’Aia dovrà mettere in atto politiche finalizzate a portare entro cinque anni almeno metà delle aree naturali sensibili all’azoto al di sotto dei livelli stabiliti.

«È una vittoria agrodolce perché non dovrebbe essere necessaria la sentenza di un tribunale per far rispettare le leggi di protezione ambientale in vigore da decenni», commenta Simona Savini di Greenpeace Italia. «Ci auguriamo però che suoni come un monito anche per il nostro governo, visto che l’Italia è sottoposta a una procedura di infrazione per il mancato rispetto della Direttiva nitrati, dovuta agli eccessivi carichi di azoto che contaminano alcuni territori italiani, provenienti principalmente dagli allevamenti intensivi».

Il nostro Paese, infatti, rischia di dover rispondere di fronte alla Corte di Giustizia europea e di dover pagare ingenti sanzioni «per non aver protetto adeguatamente le acque e la popolazione dall’inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole», come si legge nell’ultima lettera inviata all’Italia dalla Commissione europea. 

Si tratta di una forma di inquinamento che, sia Italia che in Olanda, colpisce in particolare le regioni con un’alta concentrazione di allevamenti, come ricostruito in una recente inchiesta di Greenpeace Italia sulla situazione in Lombardia, dove il 40% dei comuni che si trovano in zone vulnerabili ai nitrati superano i limiti di legge consentiti per i livelli di azoto di origine zootecnica.

Con questa sentenza il governo olandese dovrà dare una rapida risposta non solo per tutelare l’ambiente e i suoi cittadini, ma anche tutte quelle aziende agricole che devono essere incoraggiate e sostenute in una transizione ecologica non più rimandabile. 

Un piano di azione che vada in questa direzione è sostenuto anche da Greenpeace Italia insieme ad altre associazioni del nostro Paese mediante la proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi”. La proposta affronta in modo diretto il problema dell’eccessivo carico di animali allevati, chiedendo un’immediata moratoria sugli allevamenti intensivi, e una graduale ma non più rimandabile transizione agroecologica del settore zootecnico. 

«La proposta di Legge è stata depositata ormai dieci mesi fa: abbiamo la possibilità di aprire una discussione nel Paese e nelle sedi decisionali sulla necessaria trasformazione del nostro sistema agroalimentare. Ci auguriamo che venga colta per tempo», conclude Savini. 

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.