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Norvegia: il Partito rosso-verde blocca l'estrazione mineraria in acque profonde nell'Artico

Laburisti, centristi e SV hanno raggiunto un accordo sul bilancio statale con grandi impatti ambientali e sociali
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

L’Arbeiderpartiet (AP – Partito Laburista) governano la Norvegia con il Senterpartiet (SP - Partito centrista) Sosialistisk Venstreparti (SV - Partito Socialista della Sinistra) ed sono stati i rosso-verdi della SV ad ottenere importanti risultati per l'ambiente con l’accordo sul bilancio statale per il 2025 raggiunto dalla coalizione di governo.
La leader dell'SV Kirsti Bergstø avrebbe voluto di più, ma è comunque molto soddisfatta: «L’accordo contiene diverse misure importanti per rafforzare l'economia popolare e amplierà e rafforzerà le nostre riforme del welfare, l'assistenza post-scolastica gratuita e la riforma della salute dentale. L'SV è riuscito a spostare quasi 8 miliardi di corone nel bilancio statale per il 2025. L'SV è riuscita a fermare i progetti di estrazione mineraria sui fondali marini per il resto della legislatura e ha ottenuto una serie di importanti vittorie sul clima e sull'ambiente. Abbiamo bloccato i progetti di apertura delle miniere sui fondali marini. Si tratta di un intervento che non vedrà la luce finché l'SV avrà una mano sul volante. Questo dimostra perché è importante per la lotta ambientale un forte SV, questa è una lotta che combatteremo fino alla fine. Garantiamo la protezione di nuove foreste, riduciamo le emissioni di gas serra, affrontiamo i principali inquinatori nell'industria, aiutiamo l'industria ad adattarsi e a rafforzare la competitività per il futuro. Stiamo adottando importanti misure strutturali per l'ambiente».
Steve Trent, CEO e fondatore della Environmental Justice Foundation (EJF), ha commentato: «E’ una vittoria monumentale per l'oceano, poiché il partito SV in Norvegia ha bloccato con successo il controverso piano di emettere licenze di estrazione mineraria in acque profonde per l'estesa piattaforma continentale del Paese nell'Artico. Questa decisione è una testimonianza del potere di un'azione politica coraggiosa e basata sui principi, ed è un momento da festeggiare per i sostenitori dell'ambiente, gli ecosistemi oceanici e le generazioni future».
Il leader di Greenpeace Norge, Frode Pleym. Aggiunge: «Questo è assolutamente fantastico! L'estrazione mineraria dei fondali marini sta giocando d'azzardo con la vita marina. Il Sosialistisk Venstreparti ha assicurato una svolta storica e di enorme importanza per la natura. Finalmente, il Partito Laburista e il Partito di Centro hanno ascoltato le richieste collettive della gente, dei pescatori e degli scienziati che sono stati chiarissimi sul fatto che il procedimento urgente del governo è stato un disastro. Piuttosto che investire nella distruzione del mare, lo Storting (il Parlamento norvegese, ndr) deve dare seguito alla strategia mineraria e investire in buone misure circolari che sono già state completamente sviluppate e sono pronte per essere utilizzate»
Laburisti e centristi sono dovuti quindi tornare indietro rispetto alla loro contestatissima decisione di dare il via libera alle concessioni minerarie sottomarine ed EJF ricorda che «L'Oceano Artico è una delle ultime frontiere incontaminate della Terra e i suoi fragili ecosistemi sono già sotto stress significativo a causa della crisi climatica. L'idea di sottoporre queste acque alla pratica distruttiva e inutile dell'estrazione mineraria in acque profonde era una grave minaccia, non solo per la vita marina che dipende da esse, ma per la comunità globale nel suo insieme. Fortunatamente, questo piano miope e dannoso è stato fermato, segnando una chiara vittoria nella lotta in corso per proteggere il cuore pulsante blu del nostro pianeta».
Ma Trent avverte che «Questa vittoria non deve essere vista come la fine della lotta, poiché la licenza in Norvegia è bloccata solo fino al 2026. Ora dobbiamo lavorare insieme per garantire che questa decisione diventi permanente. Questo momento deve servire come grido di battaglia per una vigilanza e un'azione continue. Esortiamo il governo norvegese e tutti gli attori globali responsabili a fare di questa una vittoria duratura, a sancire nella legge le protezioni per l'Oceano Artico e i suoi ecosistemi e a dichiararsi a favore di una moratoria o di un divieto sull'attività mineraria in acque profonde. E’ solo attraverso un impegno collettivo per la sostenibilità e la gestione a lungo termine dei nostri oceani che possiamo garantire la salute dell'ambiente marino per le generazioni a venire. Oggi, grazie al Partito SV e a tutti coloro che nel mondo si sono pronunciati contro questa decisione, l'oceano ha vinto. Ora, assicuriamoci che questa vittoria duri».
La Bergstø ha sottolineato che «Non aprire i fondali marini per l'estrazione mineraria è stato importante per ottenere il sostegno del Partito della Sinistra Socialista. Non avremoil potere per sempre, ma la cosa più importante è che l'annuncio non avvenga ora, durante questa legislatura».
Il primo ministro laburista Jonas Gahr Støre sembra aver ingoiato il rospo di malavoglia è ha dichiarato a TV2 che «Questa è una pausa e non la fine dell'estrazione mineraria sui fondali marini».
Ma Pleym di Greenpeace ribatte e conclude: «Speriamo che sia il chiodo nella bara per chi gioca d'azzardo con la vita nell'oceano. Se un nuovo governo cercherà di riaprire all'attività mineraria, combatteremo duramente contro di esso».

Redazione Greenreport

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