La guerra della spazzatura e degli altoparlanti tra le due Coree
Ieri la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) ha lanciato circa 500 palloni aerostatici carichi s di spazzatura contro la Corea del sud e l'esercito sudcoreano ha confermato che alcuni hanno addirittura riversato il loro carico di carta straccia e plastica sul complesso degli uffici presidenziali nella capitale Seoul
Il Servizio di sicurezza presidenziale sudcoreano ha assicurato che «Un'indagine condotta dalla squadra di intervento chimico, biologico e radiologico ha dimostrato che gli oggetti non rappresentavano pericolo o contaminazione, quindi sono stati raccolti. Continuiamo a monitorarli, in collaborazione con i capi di stato maggiore congiunti».
Si tratta del secondo attacco dal cielo con la spazzatura lanciato in pochi giorni dal regime nazional-stalinista di Pyongyang , mentre l'esercito sudcoreano diffondeva a tutto volume trasmissioni anti-nord attraverso gli altoparlanti di confine in risposta ai ripetuti lanci di palloni.
L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap scrive che «Circa 480 palloni sono caduti principalmente a Seul e nella zona settentrionale della vicina provincia di Gyeonggif, mentre un'analisi degli oggetti caduti ha mostrato che non rappresentavano un pericolo. Alle 8 del mattino, non erano stati rilevati palloni che fluttuavano a mezz'aria».
Il lancio di ieri ì è avvenuto appena tre giorni dopo che la RPDC aveva lanciato circa 500 palloni simili, ma questi bombardamen ti aerei a base di spazzatura sono iniziati a fine maggio come ritorsione contro i volantini anti-Pyongyang inviati dai disertori e dagli attivisti nordcoreani che vivono in Corea del sud.
In risposta, il 9 giugno, per la prima volta in 6 anni, la Corea del sud ha trasmesso essaggi propagandistici tramite altoparlanti, prima di interromperli in un apparente tentativo di impedire che la situazione sfuggisse al controllo.Ma il lancio di spazzatura dal nord non si è fermato e l’esercito sudcoreano ha intensificato le trasmissioni di propaganda lungo tutto il confine con la RPDC.
La Corea del Nord ha reagito in questo modo contro la campagna degli altoparlanti e contro i volantini anti-Pyongyang inviati dagli attivisti sudcoreani, temendo che un afflusso di informazioni esterne possa rappresentare una minaccia per il regime di Kim Jong-un. La scorsa settimana, Kim Yo-jong, la potente sorella del leader della RPDC, ha messo in guardia il governo sudcoreano sulle «Conseguenze raccapriccianti e gravi delle continue campagne di distribuzione di volantini.
Nel 2014, le due Coree si erano scambiate raffiche di mitragliatrice attraverso il confine dopo che il Nord aveva tentato di abbattere palloni che trasportavano volantini propagandistici contro il regime della RPDC.