
Rinnovabili, la Commissione Ue traccia la rotta per gli incentivi pubblici

La Commissione europea ha presentato oggi una comunicazione attraverso la quale fornisce agli Stati membri orientamenti su come realizzare la maggior parte degli interventi e incentivi pubblici, come riformare quelle esistenti - in particolare i sistemi di sovvenzione delle energie rinnovabili -, e come progettare in modo efficace nuovi interventi.
«L'obiettivo finale del mercato è quello di fornire energia sicura e conveniente per i nostri cittadini e le imprese- ha dichiarato il Commissario Ue all'Energia Günther Oettinger- L'intervento pubblico deve sostenere questi obiettivi, ma ha bisogno di essere economicamente efficiente e adeguato alle mutate circostanze».
Se gli interventi pubblici non sono accuratamente progettati, la Commissione ritiene che possano gravemente alterare il funzionamento del mercato e portare a prezzi più alti dell'energia sia per le famiglie e le imprese: per questo l’Ue ha ritenuto necessario fornire agli Stati membri le informazioni, l'orientamento e indicazioni sulle migliori pratiche disponibili per fare una buona scelta per i loro regimi nazionali.
Per quanto riguarda i regimi di sostegno alle energie rinnovabili (incentivi) l’Ue afferma che ad esempio l’eolico e il solare sono state per lungo tempo nuove tecnologie che abbisognavano di un intervento dello Stato per il loro sviluppo. Ma con il progresso tecnologico, i costi di investimento ridotti e la produzione di espansione, molti Stati membri hanno avviato una riforma dei loro regimi di sostegno per le energie rinnovabili. Secondo la Commissione europea, oggi il sostegno finanziario dovrebbe essere limitato a rendere le energie rinnovabili competitive. Inoltre i sostegni dovrebbero essere flessibili e rispondere al calo dei costi di produzione. Le tecnologie dovrebbero essere gradualmente esposte a prezzi di mercato e quindi il supporto completamente rimosso.
La progressiva riduzione degli incentivi alle energie rinnovabili rimane comunque un tema controverso: nessuno mette in dubbio che questo è il trend da seguire, ma i tempi e i modi per una riduzione intelligente del sostegno sono ormai il nocciolo del problema, anche in Italia. Il rischio di azzoppare un settore finora in grande crescita rimane concreto, soprattutto a fronte di incentivi al settore delle energie fossili che ancora e da tempo permangono. Il mercato delle rinnovabili è già maturo? Essendo la risposta a questa domanda è con tutta probabilità ancora negativa, la priorità rimane quella di gestire responsabilmente questa fase di transizione verso le energie pulite.
D’altro canto, per la Commissione Ue, i governi devono evitare cambiamenti di regole senza preavviso o retroattivi e le legittime aspettative degli investitori riguardo i rendimenti sugli investimenti esistenti devono essere rispettate. Infine gli Stati membri dovrebbero coordinare meglio le loro strategie sulle energie rinnovabili per mantenere bassi i costi per i consumatori, in termini di prezzi dell'energia e delle imposte.
C’è poi la questione dello stoccaggio dell’energia prodotta da Fer. I consumatori chiedono una quantità sufficiente di energia e una rete elettrica stabile ma non sempre è possibile produrre energie da fonti discontinue. La discussione quindi si concentra su come viene organizzato e finanziato lo stoccaggio dell’energia. Secondo l’Ue, prima di decidere su quali meccanismi di stoccaggio attivare, i governi dovrebbero in primo luogo analizzare le cause di una generazione energetica inadeguata.
In secondo luogo, essi dovrebbero rimuovere eventuali distorsioni che potrebbero impedire gli investimenti in sistemi di stoccaggio. I governi dovrebbero anche assicurare che i produttori di energia elettrica rinnovabile tenessero conto dei segnali del mercato promuovendo la flessibilità dal lato della domanda, ad esempio attraverso la promozione di tariffe diverse per i consumatori ed incentivi ad usare l'elettricità in momenti diversi dalle ore di punta. Infine i dispositivi di stoccaggio non devono essere progettati avendo solo il mercato nazionale come orizzonte, ma una prospettiva di carattere europeo.
La comunicazione della Ue non è un atto giuridicamente vincolante, ma la Commissione valuterà anche l'opportunità di proporre strumenti normativi per garantire che questi principi siano pienamente attuati.
