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Quale semplificazione? Il programma di lavoro della Commissione Ue desta sospetti ambientalisti

Bas-Defossez (Eeb): «Tagliare la burocrazia non significhi tagliare le protezioni ambientali e della salute pubblica. Un'implementazione intelligente dovrebbe rafforzare, non indebolire, il Green deal»
 |  Green economy

La Commissione europea ha adottato il nuovo programma di lavoro per il 2025, delineando come pensa di promuovere la competitività, rafforzare la sicurezza e migliorare la resilienza economica nell'Ue, iniziando così a concretizzare gli orientamenti politici e le lettere di incarico inviate dalla presidente von der Leyen.

Di fatto, il programma ha già iniziato a marciare con la bussola per la competitività, varata a fine gennaio, che guiderà gli sforzi di sviluppo sostenibile, mentre l’atteso patto per l'industria pulita – il Clean industriale deal – e aprirà la strada al già proposto obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti del 90% al 2040 (rispetto al 1990). Ma c’è ancora grande incertezza in merito agli esiti finali cui porterà la parola chiave – ovvero semplificazione – al centro dell’agenda strategica per raggiungere quest’obiettivo.

«Il programma di lavoro per il 2025 è fortemente incentrato sulla semplificazione – afferma nel merito la Commissione – Comprende una prima serie di pacchetti e proposte omnibus volti a migliorare e accelerare il funzionamento delle politiche e della legislazione dell'Ue, per rafforzare la competitività dell'Ue. La prima proposta Omnibus introdurrà una semplificazione di ampia portata nei settori dell'informativa sulla finanza sostenibile, del dovere di diligenza ai fini della sostenibilità e della tassonomia. Altre iniziative, come l'atto legislativo sull'accelerazione della decarbonizzazione industriale, semplificheranno le prescrizioni per il rilascio di permessi e autorizzazioni e per la rendicontazione».

Ma la preoccupazione di un crescente numero di stakeholder, sia ambientalisti sia investitori istituzionali da 6,6 trilioni di euro, è che dietro la semplificazione ci sia una volontà di deregolamentazione selvaggia che di fatto frenerebbe gli stessi obiettivi del Green deal che invece la presidente von der Leyen assicura di voler mantenere al centro del proprio mandato.

«La presidente von der Leyen ha promesso di mantenere la rotta su tutti gli obiettivi del Green deal europeo, ma il programma di lavoro di oggi racconta una storia diversa, declassando proprio gli obiettivi in ​​cui l'azione è più urgente, in particolare l'ambizione Zero Pollution – spiega nel merito Patrick ten Brink, segretario generale dell'Europea environmental bureau (Eeb), ovvero la più grande rete europea di associazioni ambientaliste – L'Ue deve resistere al canto delle sirene della deregolamentazione, che non farebbero altro che minare la certezza normativa e la prevedibilità per le aziende, indebolire la competitività a lungo termine guidata dalla sostenibilità ed erodere il benessere e la fiducia dei cittadini. In questi tempi incerti, la speranza rischia di diventare un sogno in declino. Ma se la Commissione mantiene la rotta sul Green deal e resta ferma sui suoi impegni, questo programma di lavoro può tradursi in azioni concrete per le persone, il pianeta e l’economia».

La sintesi è dunque che il programma di lavoro 2025 della Commissione europea presenta sia promesse che pericoli. Mentre gli impegni per la decarbonizzazione e l'energia accessibile segnalano un potenziale percorso verso un'Europa più pulita e resiliente, le ambizioni chiave del Green deal rischiano di essere messe da parte. In particolare, nel mondo ambientalista sta aumentando la preoccupazione proprio per la proposta di regolamento Omnibus, che potrebbe fungere da porta sul retro per la deregolamentazione della responsabilità aziendale sotto le mentite spoglie della "semplificazione". La frettolosa riforma della Politica agricola comune (Pac) dello scorso marzo, che ha eliminato molte garanzie verdi, è un esempio lampante di questo rischio; anche l’attesa revisione del regolamento Reach – nato per la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche – potrebbe essere la prossima occasione per allentare le regole del settore.

Al contempo, gli impegni della Commissione per un Clean industrial deal, il Circular economy act e la Water resilience initiative, l'Oceans pact e il taglio delle emissioni al 2040 – tutte policy già annunciate dalla presidente von der Leyen, ma di fatto da costruire con una maggioranza politica di destra che a partire dal Ppe è sempre più recalcitrante alle norme sullo sviluppo sostenibile – hanno un grande potenziale, ma solo se rimangono ambiziosi e privi di scappatoie.

«L'Ue deve garantire che tagliare la burocrazia non significhi tagliare le protezioni ambientali e della salute pubblica. Un'implementazione intelligente dovrebbe rafforzare, non indebolire, il Green deal europeo», conclude nel merito la policy director dell’Eeb, Faustine Bas-Defossez.

Redazione Greenreport

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