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L’Italia è il penultimo Paese dell’Ue per (de)crescita della produzione industriale
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Secondo i nuovi dati stimati da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, a dicembre la produzione industriale è diminuita in termini tendenziali (ovvero rispetto a dicembre 2023) dell’1,7% nell’Ue e dell’1,7% nella zona euro.
Le maggiori diminuzioni annuali sono state registrate in Austria (-9,5%), Italia (-7,1%) e Ungheria (-6,4%), ma tra i principali Paesi anche Germania (-4%) e Francia (-1,3%) presentano performance in calo. Dall’altra parte della scala, gli incrementi più elevati nella produzione industriale sono stati osservati a Malta (+14,4%), Irlanda (+10,1%) e Lituania (+7,6%), con la Spagna come unico grande Paese a registrare un segno positivo (+2,6%).
Come già documentato ieri a partire da dati Istat, per l’Italia è il 23esimo mese di calo continuo per la produzione industriale, che sta coprendo quasi l’intera durata del Governo Meloni (insediatosi nel novembre 2022).
La Spagna invece vede la propria economia crescere, anche grazie ai minori costi dell’energia – e dunque alla maggiore competitività – garantita dalle fonti rinnovabili.
Intervenendo alla terza edizione dell'Enagás hydrogen day, il presidente spagnolo Pedro Sánchez ha richiamato i dati pubblicati nei giorni scorsi dall’Instituto nacional de stadística: «Il momento economico che sta vivendo il nostro Paese ci ha permesso di chiudere l'anno 2024 con una crescita trimestrale non inferiore al 3,5% del Pil» in termini tendenziali, ovvero sette volte di più dell’Italia (+0,5%).
Al contempo, il 56% di energia elettrica prodotta in Spagna arriva oggi dalle fonti rinnovabili (l’Italia è al 48,8%, quanto basta a coprire il 41,2% della domanda), il che sta consentendo di «generare migliaia di posti di lavoro e avere un'elettricità più economica del 30% rispetto a quella dei nostri concorrenti europei, superando la più grande debolezza competitiva che il nostro Paese ha avuto per molti decenni». Nel merito, è utile richiamare le stime elaborate dal ricercatore Luigi Moccia: se nell’ultimo quadriennio l’Italia avesse investito sulle rinnovabili quanto la Germania avrebbe risparmiato 49,4 miliardi di euro sui prezzi elettrici, mentre prendendo a riferimento Spagna e Portogallo si arriva a ben 74 miliardi di euro.
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