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Dopo la Toscana anche l’Emilia Romagna punta sullo sviluppo dell’economia civile
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Città metropolitana e Comune di Bologna hanno firmato con le organizzazioni sindacali confederali di Bologna e Imola un nuovo Protocollo d’intesa, che accende un faro sui temi dell’economia sociale e dell'Amministrazione condivisa: è infatti al via il confronto preventivo con le organizzazioni sindacali sulle scelte in capo alla Pubblica amministrazione, in particolare riguardo le procedure di co-programmazione e co-progettazione dei servizi.
Accento anche sulla volontà di non indietreggiare nella gestione diretta dei servizi, puntando a obiettivi di uniformità, qualità e sviluppo, sia nella gestione diretta che in quella indiretta, riguardo le condizioni di lavoro e contrattuali degli operatori coinvolti nei servizi e la programmazione, pianificazione e organizzazione degli stessi, su tutto il territorio metropolitano.
Gli impegni condivisi nel Protocollo saranno utili anche in vista dell’approvazione del Piano metropolitano per l'economia sociale, attualmente in corso di redazione, che intreccia le forme nelle quali viene declinato nel territorio il nuovo Codice del Terzo settore, con particolare riferimento a quanto attiene l’intervento in ambito sociale, socio-sanitario e socio-educativo. Nel Protocollo le parti sottolineano infatti l’interesse per il ruolo che le organizzazioni dell’economia sociale possono svolgere per contribuire allo sviluppo delle politiche di coesione, della crescita qualitativa del lavoro e del sistema delle relazioni sociali, riconoscendo il valore che le realtà del Terzo settore possono apportare al benessere collettivo e l'interesse generale.
Si tratta dunque di provare a mettere a sistema alcuni dei pilastri che animano il concetto di economia civile, ovvero di un sistema economico concepito come un insieme di istituzioni destinate a collaborare insieme per assicurare il ‘ben vivere sociale’.
Come insiste nel merito Stefano Zamagni, presidente emerito della Pontificia accademia delle scienze sociali e docente di Economia civile, coesione «vuol dire agire assieme, mentre l’origine della parola competizione richiama il tendere assieme a un obiettivo. Ecco che competizione è coesione, c’è chi arriva primo ma senza escludere gli altri. La concorrenza al contrario è stata una deviazione del pensiero economico, che ha finito per confondere le idee, portando a credere che si vince solo distruggendo gli altri».
Anche al di là dell’Appennino, ovvero in Toscana, i concetti dell’economia civile si stanno facendo largo nella gestione dei servizi pubblici locali, grazie alla guida di Nicola Perini – presidente Confservizi Cispel Toscana – che la scorsa estate ha promosso sul tema una triplice indagine e ospitato una lectio magistralis con protagonista proprio di Zamagni. Un’occasione in più per approfondire i margini di collaborazione tra Emilia Romagna e Toscana, percorrendo il discorso già indicato a gennaio dai rispettivi presidenti di Regione – Michele de Pascale ed Eugenio Giani – con la firma di un protocollo d’intesa per intensificare la collaborazione istituzionale sui molti temi di comune interesse, dalle energie rinnovabili alle infrastrutture fino alla lotta contro il dissesto idrogeologico.
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