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Pubblicate le nuove previsioni d’autunno della Commissione Ue

Oltre alla sostenibilità in Italia frena anche la crescita: nel 2025 Pil terzultimo in Ue

«Le recenti inondazioni in Spagna sono un esempio di quanto catastrofi naturali sempre più frequenti e più gravi possano avere conseguenze drammatiche anche per l'economia»
 |  Green economy

La Commissione europea ha pubblicato oggi le consuete previsioni economiche d’autunno, stimando che nel 2024 il Pil crescerà dello 0,9% a livello Ue, dello 0,8% nella zona euro e dello 0,7% in Italia; il prossimo anno il trend si presume in miglioramento, col nostro Paese comunque in coda. Se per il 2025 si prevede che il Pil nell’area Ue crescerà dell’1,5% e dell’1,3% nella zona euro, l’Italia si ferma a +1% a parimerito con l’Austria: solo Francia (+0,8%) e Germania (+0,7%) fanno peggio.

Il tutto mentre l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) documenta che il nostro Paese è in «drammatico ritardo» nel raggiungimento degli obiettivi previsti per l’Agenda Onu al 2030; nonostante questo, nella legge di Bilancio proposta dal Governo Meloni e oggi all’esame del Parlamento gli investimenti sulla transizione ecologica vengono ancora una volta rinviati, e non va meglio sul fronte della sostenibilità sociale col 5% dei cittadini italiani che ha in mano quasi la metà dell’intera ricchezza nazionale.

Il bicchiere mezzo pieno riguarda il processo di disinflazione iniziato verso la fine del 2022, sul finire della crisi energetica, che ad oggi prosegue nonostante un leggero aumento dell'inflazione ad ottobre, determinato principalmente (ancora una volta) dai prezzi dell'energia dominati ancora dai combustibili fossili.

Al contempo sono però aumentati l'incertezza e i rischi di revisione al ribasso per le prospettive economiche. Il protrarsi della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e l'intensificarsi del conflitto in Medio Oriente alimentano i rischi geopolitici e continuano a minacciare la sicurezza energetica europea. Un ulteriore aumento delle misure protezionistiche da parte dei partner commerciali – nella fattispecie gli Usa di Trump – potrebbe destabilizzare il commercio mondiale, con ripercussioni sull'economia altamente aperta dell'Ue.

Sul fronte interno, le incertezze politiche e le sfide strutturali nel settore manifatturiero potrebbero determinare nuove perdite di competitività e gravare sulla crescita e sul mercato del lavoro. Inoltre i ritardi nell'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza o un impatto più forte del previsto del risanamento di bilancio potrebbero frenare ulteriormente la ripresa della crescita.

Un mix esplosivo che la crisi climatica in corso sta contribuendo a rendere sempre più difficile da gestire: «Le recenti inondazioni in Spagna – evidenziano nel merito dalla Commissione Ue – sono un esempio di quanto catastrofi naturali sempre più frequenti e più gravi possano avere conseguenze drammatiche non solo per l'ambiente e le persone colpite, ma anche per l'economia». Non a caso la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici in corso a Baku (Cop29) ha messo in evidenza con chiarezza che la crisi climatica è una minaccia sempre più grande per le nostre economie, nonché un acceleratore d’inflazione.

«L'economia europea si sta lentamente riprendendo – commenta il commissario europeo uscente all’Economia, Paolo Gentiloni – Con un'inflazione che continua a scendere, consumi privati e investimenti in ripresa, e una disoccupazione giunta ai minimi storici, la crescita è destinata ad accelerare gradualmente nei prossimi due anni. Tuttavia, le sfide strutturali e l'incertezza geopolitica pesano sulle nostre prospettive future. Gli Stati membri dovranno trovare un equilibrio tra la necessità di ridurre il livello di debito e il sostegno alla crescita, aiutati dal nuovo quadro di governance economica e dalla prosecuzione dell'attuazione di NextGenerationEu. Guardando al futuro, rafforzare la nostra competitività attraverso investimenti e riforme è fondamentale per stimolare la crescita potenziale e affrontare i crescenti rischi geopolitici». 

Redazione Greenreport

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