Quota 75,4%: è record nella raccolta della carta da riciclare, ma l’export va abbassato
La produzione nazionale di cartone e cartone mostra una ripresa del 7% nei primi 7 mesi del 2024 sul 2023, a fronte di un parziale recupero della domanda interna (5,4% sui 6 mesi analizzati relativamente ai due anni). Ma crescono del 10,3% anche le importazioni, mentre il fatturato si riduce dell’1,8% (6 mesi 2024/2023). I dati da cerchiare con la penna rossa sono però altri due. Il primo: la raccolta della carta da riciclare segna un record storico con un tasso di raccolta che, nel 2023, giunge al 75,4%. Il secondo, non altrettanto positivo: aumenta del 48,3% anche l’export di questa materia prima, che invece sarebbe opportuno trasformare in casa nostra.
Sono questi i principali dati e messaggi rilanciati da Assocarta, che con Federazione carta grafica dal 5 all’8 novembre torna al Paper district della fiera Ecomondo di Rimini. L’Associazione di categoria che rappresenta le aziende che producono in Italia carta, cartoni e paste per carta sarà presente all’evento con un palinsesto dedicato alle sfide tecnologiche e di mercato che la filiera della carta e della stampa Made in Italy si trova ad affrontare nell’attuale congiuntura economico-ambientale, dove normative e obiettivi europei, ma anche occasioni di crescita come quella offerta dal Pnrr, accrescono l’importanza dei sistemi industriali come quello della carta.
«L’aumento dell’export di carta da riciclare evidenzia le difficoltà del sistema produttivo italiano di trasformare tutta la “miniera strategica italiana”, a causa di un gap competitivo legato - a doppio filo - ai costi energetici, disallineati dai competitor europei, e a politiche ambientali Ue che vedono misure di decarbonizzazione non collegate ai consumi industriali», afferma il Dg Assocarta Massimo Medugno rilanciando un messaggio già più volte ribadito e che investe non soltanto la questione dei costi. «Inoltre la carta raccolta in Italia, in ossequio a sistemi di responsabilità estesa del produttore, viene esportata in aree extra Ue dove gli standard ambientali e sociali sono affatto diversi da quelli europei. E questo diventa un elemento sulla competitività. L’impiego in una cartiera italiana ed europea significa certezza e tener conto del capitale sociale e naturale».
Ad oggi, con il 10,2% della produzione realizzata in Europa, l’Italia è al 2° posto, per il terzo anno consecutivo, anche come utilizzatore di carta da riciclare.
A questo proposito, il settore ha ampiamente oltrepassato l’obiettivo europeo dell’85% di riciclo nel settore dell’imballaggio, mentre la carta da riciclare rappresenta circa il 70% della fibra utilizzata e raggiunge il podio più alto nella produzione di carte per usi igienico e sanitari mentre è in terza posizione nelle carte per il packaging.
Tra l’altro, se il tasso di raccolta ha toccato il record del 75,4%, anche il tasso di riciclo è molto alto, assestandosi al 92,1% e al 92,3% per gli imballaggi cellulosici. Lo sottolinea l’Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri (Unirima) nel Report 2024 presentato oggi a Roma, segnalando che l’Italia ha superato ampiamente l’obiettivo dell'85% fissato dall'UE per il 2030. Lievemente positive, secondo le previsioni contenute nel report, le stime di crescita al 2026 per il comparto settore della carta da macero, anche se incombono le incognite delle crisi internazionali e il peso in costante incremento delle barriere non tecnologiche. «Il settore della carta da macero ha consolidato nel 2023 la sua posizione di eccellenza all’interno dell’economia circolare italiana. Tuttavia, le sfide che ci attendono sono considerevoli. Il contesto economico europeo resta fragile e i tassi di crescita pre-pandemia sono ancora lontani. Il deterioramento del clima geopolitico ha portato a tensioni protezionistiche sulla regolamentazione dei flussi delle materie prime, che ostacolano lo sviluppo armonioso dei mercati e la competitività delle imprese. Diventano sempre più complesse le procedure amministrative per l’avvio di nuove attività economiche, soprattutto nel settore della gestione dei rifiuti, che frenano l’espansione di impianti strategici per il ciclo dei materiali riciclati», ha dichiarato il presidente di Unirima, Giuliano Tarallo.