
Il creatore di impronta ecologica e Overshoot day ha ricevuto la laurea ad honorem dell’Università di Siena

Lo scienziato Mathis Wackernagel, una delle personalità più influenti, a livello internazionale, sui temi della sostenibilità, ha ricevuto oggi dall’Università di Siena la laurea magistrale ad honorem in Ecotossicologia e sostenibilità ambientale.
«Sono profondamente commosso e onorato – ha dichiarato Wackernagel – Essere riconosciuto dall'Università di Siena è particolarmente emozionante, non solo per la sua tradizione accademica secolare, ma anche per i suoi contributi pionieristici nel mio campo. Nel corso degli anni, l'organizzazione che ho co-fondato, Global footprint network, ha costruito forti legami con i ricercatori del gruppo di Ecodinamica di Siena, ospitando molti brillanti studenti di dottorato e promuovendo collaborazioni decennali».
La cerimonia si è svolta oggi al palazzo del rettorato dell’Università di Siena, ripercorrendo i grandi contributi scientifici messi in fila da Wackernagel nel corso dei decenni: nei primi anni '90 ha creato il concetto di impronta ecologica, un indicatore «che dà una stima complessiva della sostenibilità ambientale di un territorio», come riassume il delegato del rettore per la Sostenibilità, Simone Bastianoni: misura infatti l'impatto delle attività umane sull'ambiente, stimando la quantità di risorse naturali che sono necessarie per sostenere il nostro stile di vita. Nel 2003 Wackernagel ha poi fondato il Global footprint network, un'organizzazione di ricerca internazionale che fornisce strumenti per monitorare la disponibilità di risorse (biocapacità) e l'impronta ecologica. Tra le sue iniziative vi è l’annuale “Earth overshoot day”, cioè «il giorno del “superamento” ovvero quello in cui l’umanità esaurisce le risorse che la Terra è in grado di fornire in un anno (nel 2024 era il 1° di agosto): dopo quel giorno ogni anno andiamo a intaccare il “capitale naturale”», ricorda Bastianoni.
«Il lavoro di ricerca svolto da Mathis Wackernagel ha il pregio e il merito di avere evidenziato con semplicità quanto l’umanità stia utilizzando delle risorse disponibili nel nostro pianeta e con quale intensità – osserva il rettore dell’Ateneo senese, Roberto Di Pietra – Questa informazione dovrebbe preoccupare tutti e dovrebbe preoccupare le istituzioni nazionali e internazionali. Questa informazione dovrebbe attivare scelte che consentano di utilizzare meglio le risorse a disposizione per un periodo quanto meno sufficiente per ciascun anno. Questa informazione dovrebbe modificare i comportamenti dei singoli, dei nostri gruppi sociali, della comunità internazionale. Questa informazione dovrebbe guidare le scelte strategiche che dal livello internazionale scendano al livello nazionale. E invece niente (o quasi niente) di tutto questo sta accadendo».
Ma siamo ancora in tempo, per il momento almeno, a cambiare rotta, come evidenzia lo stesso Wackernagel nella sua lectio magistralis: «Il futuro non è mai completamente prevedibile, ma molti aspetti oggi lo sono. Che siano promettenti o difficili, queste conoscenze forniscono indicazioni preziose per decisioni più intelligenti. Comprendere le forze che plasmano il futuro non comporta svantaggi, ma solo il vantaggio di far fare scelte tempestive che aumentano le nostre possibilità di successo».
A volte basta guardarsi attorno per cogliere nuove rotte verso lo sviluppo sostenibile: «Col Global footprint network, Wackernagel – ricorda nel merito Bastianoni – ha anche identificato l’esperienza di Siena e della sua Alleanza per la carbon neutrality fra i 100 esempi positivi per raggiungere un mondo sostenibile».
