Più polverino di gomma riciclata nelle pavimentazioni, coi nuovi Cam per le strade
È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale 279 che dà il via ai nuovi Criteri ambientali minimi (Cam) per le pavimentazioni stradali, e in vista dell’entrata in vigore – prevista per il 21 dicembre di quest’anno – permette di capire quali sono i nuovi criteri per l’affidamento del servizio di progettazione ed esecuzione dei lavori di costruzione, manutenzione e adeguamento delle infrastrutture stradali, inserendo la richiesta di strade più durevoli e con prestazioni acustiche ottimali.
Tutti aspetti che aprono la porta a un maggior impiego di materiali riciclati nelle pavimentazioni stradali, a partire dal polverino di gomma.
Riguardo la costruzione o il rifacimento stradale, il decreto si riferisce in particolare ad autostrade, strade extraurbane principali, strade extraurbane secondarie, strade urbane di scorrimento e tratti interessati dall’attuazione dei Piani di contenimento ed abbattimento del rumore (Pcar) previsti dalla legge quadro 447/95.
Ad esempio, per le nuove strade e il risanamento profondo di pavimentazioni esistenti si indica come obiettivo una vita utile di 20 anni, mentre, in caso di risanamento superficiale, una durata teorica di almeno cinque anni; al contempo nel caso di realizzazione di nuove strade, manutenzione straordinaria o adeguamento, il decreto indica che si utilizzino miscele per strati di usura aventi prestazioni acustiche tali da contenere il rumore da rotolamento immesso nell’ambiente circostante.
Il settore riguarda più di 167.000 km di strade e autostrade, e nel nostro Paese ha un valore economico importante: gli investimenti per infrastrutture e mobilità sostenibili previsti dalla legge di Bilancio 2022-2024 ammontano a 10,8 miliardi di euro per il potenziamento e la manutenzione. E l’economia circolare può aiutare molto a rendere più sostenibile la spesa.
«L’utilizzo di materiale riciclato è una soluzione vincente per le amministrazioni in termini di riduzione dei costi di manutenzione, delle emissioni di CO2 e del rumore da rotolamento – spiega Giuseppina Carnimeo, dg di Ecopneus, ovvero la società consortile dedita alla raccolta e gestione dei pneumatici fuori uso (pfu) – Realizzare il bitume con all’interno polverino di gomma riciclata limita, inoltre, il ricorso all’uso di additivi di specifica produzione, per lo più di provenienza estera, che hanno un maggiore costo e impatto economico e ambientale. Dopo anni di esperienza e consulenza scientifica su questo tema auspichiamo che il provvedimento dia un impulso decisivo alla diffusione di asfalti con polverino di gomma nel nostro Paese».
Il polverino di gomma riciclata è un materiale validissimo per questi scopi, come dimostrano i tanti studi e ricerche commissionati negli anni da Ecopneus a Università e laboratori. La gomma di cui è costituito lo pneumatico, infatti, è una miscela di polimeri di altissima qualità che aggiunta al bitume o al conglomerato bituminoso consente lunga durata ed eccezionale resistenza all’invecchiamento, con esperienze internazionali che attestano durate fino a tre volte superiori rispetto ad un asfalto tradizionale; riduzione della rumorosità generata dallo pneumatico nel contatto con la strada mediamente di 3/5 dB; maggiore sicurezza, grazie all’ottimale aderenza. La maggiore resistenza al formarsi di buche aumenta il comfort per i cittadini e riduce gli incidenti.
Questa soluzione è ampiamente usata negli Stati Uniti e in diversi Paesi Europei (come Austria, Spagna, Portogallo) ma l’utilizzo in Italia è ancora molto limitato (circa 900 km su tutto il territorio nazionale), pur rappresentando una soluzione economicamente premiante (investimenti su pavimentazioni che hanno durata sensibilmente più lunga delle soluzioni più tradizionali), migliorativa dello spettro di emissioni acustiche (-3/5 decibel) e soprattutto della sicurezza, per il contributo determinante alla integrità del manto stradale.