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Rifiuti, il tasso di raccolta Raee cala ancora: Italia sempre più distante dagli obiettivi Ue

Longoni: «Complice una scorretta gestione di questi rifiuti da parte di operatori che si muovono al di fuori dei limiti di legge»
 |  Green economy

Nei giorni scorsi il Governo Meloni ha approvato un decreto legge per iniziare a tradurre nella legislazione italiana il nuovo regolamento europeo sulle materie prime critiche, ma nel frattempo le principali miniere urbane da cui dovremmo attingere questi materiali – i rifiuti tecnologici – si fanno sempre più difficili da intercettare.

L’Ue punta a soddisfare entro il 2030 il 25% del fabbisogno annuo di materie prime tramite il riciclaggio delle cosiddette “miniere urbane”: rifiuti solidi urbani e altri prodotti di scarto come i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), dal cui recupero si possono ottenere una varietà significativa di materie prime critiche.

Eppure il tasso di raccolta continua a precipitare, anno dopo anno. Secondo il rapporto pubblicato oggi dal Centro di coordinamento (Cdc) Raee, nel 2023 il dato si è assestato al 30,24%, ben lontano dal target europeo del 65%.

Dal report emerge che lo scorso anno gli impianti di trattamento hanno avviato a recupero 510.708 tonnellate di Raee, il 4,6% in meno rispetto ai quantitativi dichiarati nel 2022. Quasi il 72% dei volumi trattati è di provenienza domestica (366.909 tonnellate, -2,6%), mentre il restante 28% si compone di Raee professionali (143.798 tonnellate, -9,2%).

Nel triennio 2020-2022 l’immesso medio è stato di 1.688.742 tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee), in crescita del 7,3% rispetto al pari periodo precedente. Al contrario i volumi di Raee raccolti e trattati sono calati del 4,6% rispetto al 2022, di conseguenza il tasso di raccolta si è ridotto, acuendo ulteriormente il trend di decrescita registrato dal 2019 e al momento distante quasi 35 punti percentuali dal target del 65% fissato dall’Unione europea.

Guardando in dettaglio alle varie frazioni dei Raee domestici, con 127.056 tonnellate raccolte il raggruppamento altri grandi bianchi (R2) si dimostra il raggruppamento con l’incidenza maggiore(34,6%). Segue apparecchiature per lo scambio di temperatura dei fluidi (R1) con 105.273 tonnellate, corrispondente al 28,7% dei volumi complessivi. Il terzo raggruppamento che impatta maggiormente sulla raccolta è quello di IT e Consumer electronics, apparecchi di illuminazione, ped e altro (R4)con un’incidenza del 22,3% per un totale di 81.748 tonnellate. Più contenuta, oltre che in calo rispetto agli anni precedenti, l’incidenza di Tv e monitor (R3) che raccoglie 49.174 tonnellate, pari al13,4% del totale gestito. Molto modesto infine (1%) il peso delle sorgenti luminose (R5) per un totale di 3.659 tonnellate trattate.

Se questi sono i dati nudi e crudi, perché il tasso di raccolta Raee continua a calare, proprio mentre in Italia stanno finalmente aumentando gli impianti per avviare a riciclo i rifiuti tecnologici raccolti?

«Il comparto del trattamento Raee – risponde il dg del Centro di coordinamento, Fabrizio Longoni –  sconta ancora una volta un ritardo nei volumi di raccolta, complice sicuramente una scorretta gestione di questi rifiuti da parte di operatori che si muovono al di fuori dei limiti di legge. Siamo però fiduciosi che il Comitato vigilanza e controllo, recentemente rinnovato, attuerà in breve tempo tramite gli organi preposti i controlli necessari per contrastare questo fenomeno oggi doppiamente dannoso in considerazione degli investimenti in nuove dotazioni impiantistiche richieste dall’Ue e della richiesta di maggiore indipendenza in fatto di approvvigionamento di materie prime critiche proprio tramite riciclaggio».

Più in generale, il rapporto evidenzia come le ragioni del ritardo nella raccolta Raee siano più di una: i comportamenti non corretti nel conferire i rifiuti tecnologici da parte dei cittadini, la dispersione dei Raee al di fuori dei canali ufficiali – oggi più che mai favorita dal valore intrinseco di questi rifiuti, che operatori fuorilegge favoriscono – e su tutto l’assenza di controlli adeguati a contrastare tali fenomeni.

«Tra i compiti del Comitato vigilanza e controllo Raee pile e accumulatori rientra quello di favorire l’attività di raccolta dei rifiuti tecnologici e di promuoverne l’incremento per avvicinare l’Italia ai target Ue – aggiunge Carlo Zaghi, presidente del Comitato – Il fatto che gli obiettivi da raggiungere siano ancora lontani è sicuramente fonte di preoccupazione, a questo scopo il Comitato si impegna a sollecitare e promuovere ispezioni e controlli sia nei confronti dei soggetti che operano nell’ambito della gestione Raee sia verso i produttori di Aee. I produttori che non si iscrivono al registro e non dichiarano i quantitativi di apparecchi che immettono sul mercato,sottraendosi al finanziamento degli oneri derivanti da una corretta gestione del fine vita delle Aee, danneggiano quelli che operano correttamente e arrecano un danno all’ambiente».

Redazione Greenreport

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