Acqua, quale sviluppo sostenibile per l’Italia? Il rapporto Water intelligence si svela a Roma
La transizione ecologica e quella digitale s’incrociano sul fronte della gestione delle risorse idriche, per consentire un uso più razionale dell’acqua, riducendo gli sprechi e indirizzando i consumi verso il fronte della sostenibilità.
Tutti temi al centro del rapporto Water intelligence – che vede come autori il direttore editoriale di greenreport e presidente della Fondazione earth and water agenda (Ewa), Erasmo D’Angelis, e il direttore di Ewa Mauro Grassi –, che sarà presentato giovedì 20 giugno alle 11 su iniziativa di Proger e Italiadecide.
L’appuntamento è a Roma, presso la sede di Confagricoltura al Palazzo Della Valle in corso Vittorio Emanuele II, coi saluti di Massimiliano Giansanti (presidente Confagricoltura) cui seguirà l’apertura dei lavori a cura di Erasmo D’Angelis, Mauro Grassi, Anna Finocchiaro (presidente Italiadecide) e Marco Lombardi (amministratore delegato Proger).
Due le tavole rotonde in programma: la prima dedicata a Il trasferimento tecnologico nell’economia efficiente e sostenibile delle acque, con la partecipazione di Mario Nobile (dg dell’Agenzia per l’Italia digitale), Donato Rotundo (direttore delle Politiche dello sviluppo sostenibile e dell'innovazione di Confagricoltura); Marco Sandrucci (responsabile del dipartimento Ambiente e geologia di Proger e coordinatore del gruppo di lavoro Sostenibilità idrica di Assoreca); Andrea Taramelli (coordinatore dello User forum nazionale Copernicus); Tania Tellini (direttrice Utilitalia).
La seconda tavola rotonda, incentrata sul tema de Le politiche di adattamento per la sicurezza idrica e idrogeologica, sarà invece sviluppata da Fabrizio Curcio (capo della Protezione civile) e Maria Siclari (dg di Ispra).
Le conclusioni saranno invece affidate a Chicco Testa, presidente di Assoambiente. Per partecipare è necessario registrare la propria presenza scrivendo a
Si tratta di un’importante occasione per capire difendersi dai nubifragi e rispondere al contempo alla siccità che avanza, rispondendo a entrambi i fronti della crisi climatica: i dati Ispra aggiornati al 2023, anno in cui la disponibilità idrica si è fermata a 112,4 miliardi di metri cubi (a fronte di precipitazioni totali per 279,1 mld mc), segnano -18% rispetto alla media del periodo 1951-2023.
Una dinamica che non dipende solo dalla riduzione delle piogge, ma anche dall’aumento dell’evapotraspirazione – ovvero la combinazione tra traspirazione della vegetazione ed evaporazione, dove incide non poco il riscaldamento globale – che va a diminuire la disponibilità d’acqua anche negli anni in cui non c’è una marcata diminuzione delle precipitazioni.
In un contesto simile è evidente la necessità di molteplici azioni d’intervento tra loro coordinate, che non si possono limitare ai soli invasi. È dunque necessario agire su più fronti puntando sulle soluzioni basate sulla natura (Nbs), ad esempio rinaturalizzando i fiumi e la rete idrica superficiale, o realizzando “città spugna” e Aree forestali d’infiltrazione per ricaricare le falde.
Senza dimenticare che i vetusti acquedotti italiani – il 60% è in funzione da più di 30 anni – perdono oltre il 40% della risorsa idrica che trasportano, anche a causa degli scarsi investimenti nel servizio idrico a livello nazionale.