Skip to main content

Il lavoro in agricoltura è affidato a una lotteria

Il 35% dei lavoratori è immigrato e la richiesta è il triplo dell’offerta. Ora sono tutti contro il click day
 |  Enogastronomia moda turismo

In un batter d’occhio la finestra offerta dal decreto flussi per attivare un rapporto di lavoro con persone immigrate da inserire nei settori dell’agricoltura e dell’assistenza si è chiusa con l’insoddisfazione di tutti. A parte la precarietà del sistema che anche in questa occasione è andato in tilt ma poi le domande sono state in media il triplo dei posti disponibili. È evidente come in un Paese a crescita zero ci sia bisogno di lavoratori immigrati e che lo strumento messo a punto dal governo non sia efficace. Lo dicono tutte le organizzazioni di categoria, secondo Confindustria nei prossimi cinque anni mancheranno all’appello 1,3 milioni di lavoratori e almeno la metà dovrebbero nuovi ingressi di lavoratori stranieri. Per Coldiretti solo nell’agricoltura mancano 100.000 lavoratori e servono in tempi rapidi, in linea con le esigenze della raccolta e della trasformazione dei prodotti. C’è poi il problema, che il clik day non risolve, dei lavoratori stranieri entrati in Italia come stagionali e rimasti “intrappolati” nel sistema e che adesso non possono regolarizzarsi perché non è previsto alcuna misura in questo senso. Entrati regolarmente, diventati irregolari, impossibilitati a sanare la posizione finiscono nelle mani degli sfruttatori.

Maurizio Izzo

Giornalista, responsabile comunicazione di una azienda che si occupa di produzioni video, organizzazione di eventi, multimedia. Ho prodotto numerosi documentari sulla cooperazione internazionale.