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C’è anche Trump dietro la tazzina a due euro
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Piano piano ci stiamo abituando all’idea che la tazzina di caffè costerà circa due euro. L’aumento della materia prima è ormai costante e difficilmente si potrà contenere un ulteriore aumento sul prezzo finale. Ora a incidere c’è anche il tema dei dazi, è bastato infatti che Trump minacciasse quello alla Colombia (25%), terzo produttore mondiale, per vedere schizzare in America il prezzo a 3 dollari e mezzo alla libbra, una crescita in due giorni dell’1,7% e record assoluto. Poi dei dazi se ne riparlerà più avanti ma il segnale è stato chiaro.
Se alla fine del 2024 il prezzo della varietà Arabica aveva toccato i 5.500 dollari a tonnellata, anche questo un record, si prevede che possa superare i 6.000 dollari entro la prossima primavera. Quindi l’ulteriore aumento della tazzina è programmato per il prossimo mese di marzo. Ovviamente una parte delle cause di questo aumento possono ormai essere definite storiche e riguardano i cambiamenti climatici.
Il caffè si coltiva in paesi che sono tra i più colpiti dall’innalzamento delle temperature medie e gli effetti già si fanno vedere. In Brasile, secondo un’agenzia americana (NOAA) si potrebbe registrare una diminuzione tra il 35 e il 75% dei terreni adatti alla coltivazione.