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I batteri buoni del microbiota aumentano del 25% con dieta mediterranea e prodotti biologici

È quanto emerge da uno studio realizzato dall'Università di Tor Vergata presentato alla Festa del Bio di Milano. Seguire questo tipo di alimentazione, evidenzia inoltre l'indagine, riduce fino al 50% i pro-ossidanti, responsabili di infiammazioni e rischi per la salute
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Mangiare alimenti biologici seguendo una dieta mediterranea aumenta del 25% i batteri 'buoni' nel microbiota intestinale - quello che viene definito il nostro 'secondo cervello'. Non solo: seguire questo tipo di alimentazione riduce fino al 50% i pro-ossidanti, responsabili di infiammazioni e rischi per la salute. Due importanti risultati che si traducono in una significativa riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari, diabete e tumori, grazie agli effetti immunomodulanti e detossificanti della dieta. Tutto ciò emerge da un'indagine presentata alla Festa del Bio che si è svolta sabato a Milano. Lo studio scientifico, finora inedito in Europa, è stato condotto dall'Università Tor Vergata di Roma, ed evidenzia proprio i benefici di una dieta mediterranea biologica: condotto su volontari, ha rilevato, grazie a una importante mole di dati, quanto il metodo biologico possa avere dei buoni influssi sulla salute, soprattutto se applicato a una dieta basata su alimenti sani, come legumi, verdure, olio d'oliva, frutta fresca e secca, e con l'apporto di basse quantità di proteine animali, meglio se di pesce.

Il bio, insomma, ne emerge come un sistema di coltivazione e alimentazione dai molteplici benefici: non è solo un metodo attento alla salute del suolo e dell'ambiente, che non utilizza sostanze chimiche di sintesi, ma anche un mezzo per migliorare la salute e il benessere delle persone.

Durante il talk "Il Bio dentro di noi - La dieta mediterranea sceglie il bio", cittadine e cittadini hanno potuto approfondire un tema sempre più cruciale nella quotidianità: cosa mangiare per stare meglio. La professoressa Laura Di Renzo, direttrice della Scuola di Specializzazione in Scienza dell'Alimentazione dell'Università Tor Vergata, ha presentato i risultati preliminari della ricerca. Con lei, Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, Nicoletta Maffini, presidente AssoBio, Massimo Monti, presidente Consorzio Il Biologico, Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì e Giacomo Talignani, giornalista de la Repubblica - Green&Blue. Insieme approfondiranno il ruolo del biologico nella salute e nella sostenibilità.

Un'anticipazione della ricerca era stata presentata alla Camera dei Deputati lo scorso 26 novembre, e rivela anche altro. Un aspetto fondamentale emerso dallo studio riguarda infatti la qualità dei grassi contenuti negli alimenti biologici utilizzati nella dieta mediterranea. Gli indici di aterogenicità e trombogenicità, indicatori chiave del rischio cardiocircolatorio, sono più che dimezzati rispetto a quelli del periodo precedente alla ricerca. Inoltre, la capacità antiossidante del pasto è quasi quadruplicata, passando da 5.870 a 20.573 unità Orac (acronimo di Oxygen Radicals Absorbance Capacity), una misura fondamentale per contrastare l'invecchiamento cellulare.

Redazione Greenreport

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