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Il ministero della Difesa italiano acquisterà 400 kg di cannabis (all’estero)

Federcanapa: «Risulta ancora più grottesca la campagna di certi ministri e procuratori contro la ‘cannabis light’, demonizzata come droga, quando per molte persone oggi resta l’unica parziale e sostanzialmente innocua alternativa alla cannabis terapeutica»
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Il ministero della Difesa italiano ha lanciato un bando (con scadenza 3 luglio), con importo presunto pari a oltre 1,5 milioni di euro, per acquistare 400 kg di cannabis terapeutica; si tratta di un modo per rispondere alle «esigenze dello Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze», o meglio a quelle dei malati che da solo lo Stabilimento non riesce purtroppo a soddisfare.

Come spiegato nei giorni scorsi dal colonnello Antonio Medica, direttore del Farmaceutico militare, grazie «a un ulteriore finanziamento previsto nell'ultima Finanziaria nel 2020 riusciremo a portare la capacità produttiva a 300 chili l'anno», circa il doppio rispetto alla produzione attuale dello Stabilimento e a un fabbisogno di cannabis terapeutica ben più ampio: sulla base delle classi di malati e delle statistiche anche di altri paesi avanzati come Canada e Israele Giampaolo Grassi – primo ricercatore sulla canapa del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, afferente al ministero delle Politiche agricole – , stima infatti il fabbisogno italiano minimo annuale in circa 80 tonnellate (80mila kg).

«Per supplire in qualche modo all’enorme carenza di Thc e Cbd a uso terapeutico in Italia, il ministero della Difesa ha lanciato un nuovo bando a rapida scadenza per la fornitura di 400 kg di cannabis – spiegano da Federcanapa – Le caratteristiche tecniche richieste ancora una volta escludono a priori dalla gara tutte le aziende italiane perché il ministero della Salute si ostina a non concedere alcuna autorizzazione alla produzione di cannabis terapeutica, se non allo Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze. Chi infatti può produrre in Italia cannabis con Thc sopra il 17% o sopra il 5%? Si spende un milione e mezzo di fondi pubblici per ottenere dall’estero una quantità irrisoria rispetto al fabbisogno reale del Paese e a quanto si potrebbe produrre nei nostri territori sotto la guida dell’Istituto chimico farmaceutico».

Se si arrivasse a produrre le suddette 80 tonnellate di cannabis terapeutica in Italia «potremmo alleviare le sofferenze di moltissimi cittadini e creare grandi opportunità di lavoro e reddito per l’agricoltura e l’industria italiana. Francamente – insistono da Federcanapa – non capiamo perché il Governo si ostini in questa politica cieca e autolesionista, che ignora la sofferenza quotidiana di milioni di malati. Di fronte a questo problema drammatico, risulta ancora più grottesca la campagna di certi ministri e procuratori contro la ‘cannabis light’, demonizzata come droga, quando per molte persone oggi resta l’unica parziale e sostanzialmente innocua alternativa alla cannabis terapeutica. Avesse anche solo effetto placebo, perché togliere questa possibilità a chi soffre?».

«Nel frattempo – concludono dalla Federazione italiana canapa – non abbiamo ancora regole chiare per produrre canapa alimentare, per la canapa in cosmesi, per la canapa in erboristeria. Insomma una situazione di stallo o di veti che non fa certo bene né alla salute né alle tasche degli italiani».

Redazione Greenreport

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