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Europa senza gabbie: aziende alimentari leader europee guidano il cambiamento

Compassion in World Farming Italia: l’Unione europea mantenga la parola data
 |  Enogastronomia moda turismo

Il nuovo rapporto “Le aziende alimentari preparano il terreno per un’Europa senza gabbie”, pubblicato da Compassion in World Farming Italia (CIWF) presenta alcuni casi studio che mostrano come aziende leader come Barilla, Carrefour e il produttore suinicolo Fumagalli stanno gradualmente eliminando le gabbie dalle proprie filiere. CIWF Italia sottolinea che «Per queste aziende è necessario che l’Ue sostenga la transizione rispettando l’impegno assunto nel 2021 di vietare l’uso delle gabbie in tutta l’Unione, garantendo così condizioni di parità e una concorrenza leale sul mercato».  In risposta al successo dell’Iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age, firmata da oltre 1,4 milioni di cittadini Ue e coordinata da CIWF, la Commissione europea ha assunto l’impegno esplicito e giuridicamente vincolante di presentare una proposta legislativa per porre fine all’allevamento in gabbia entro la fine del 2023.  A marzo, il Comitato dei cittadini promotori dell'Iniziativa dei cittadini europei (ICE) “End the Cage Age” ha avviato uno storico ricorso legale contro la Commissione europea per il mancato rispetto dell'impegno a vietare l'allevamento in gabbia. A giugno, diverse importanti ONG europee hanno chiesto alla Corte di giustizia europea di essere autorizzate a partecipare a questa azione legale contro l'esecutivo dell'Ue. CIWF evidenzia che «Sebbene l'ultima Commissione non abbia presentato queste proposte, è incoraggiante il consenso raggiunto nel Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura nell'UE. Esortiamo ora il nuovo esecutivo ad adottarne le raccomandazioni e a presentare le proposte per vietare l'allevamento in gabbia entro e non oltre il 2026».

Un sondaggio pubblicato nell’ottobre 2023 da Eurobarometro ha rivelato che il 94% dei cittadini dell'Ue ritiene importante che gli animali allevati dispongano di uno spazio sufficiente per muoversi, sdraiarsi e alzarsi e l'89% ritiene importante che gli animali allevati non siano tenuti in gabbie singole.

CIWF ricorda che «Numerose evidenze scientifiche confermano che le gabbie sono estremamente nocive per il benessere degli animali. Ciò include anche gli ultimi pareri scientifici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), in cui si raccomanda che non vengano più utilizzate le gabbie per galline ovaiole, scrofe, quaglie e oche».

Eppure, Circa 300 milioni di animali allevati a scopo alimentare sono rinchiusi in gabbie nell'UE, tra cui il 40% delle galline ovaiole (155 milioni di galline), il 94% dei conigli (72 milioni di conigli) e il 96% delle scrofe da riproduzione (10 milioni di scrofe). Gli animali allevati in gabbia sono tenuti in ambienti spogli, in condizioni di sovraffollamento o di totale assenza di contatti sociali, incapaci di girarsi su sé stessi o di esprimere anche i comportamenti più basilari.

Consapevoli della crudeltà causata a centinaia di milioni di animali allevati in gabbia ogni anno in Europa, le persone scelgono sempre più spesso prodotti “cage-free” e le imprese alimentari hanno sottoscritto oltre 1.400 impegni a utilizzare solo uova da allevamenti che non fanno uso di gabbie. Tra queste figurano nomi conosciuti come KFC, Subway, Nestlé e Unilever.

 Il Gruppo Barilla, presente in oltre 100 Paesi, è tra le aziende alimentari che compaiono nel report CIWF e che condividono la loro esperienza di transizione verso l'utilizzo di prodotti a base di uova da allevamenti senza gabbie nella propria filiera. Leonardo Mirone, SG Leader Filiere per Barilla G. e R. F.lli, afferma: «Barilla si è adoperata per fare in modo che tutti i fornitori di materie prime di origine animale rispettino non solo i requisiti di legge, ma anche migliori standard e criteri di benessere animale. E con orgoglio annunciamo di aver raggiunto il nostro obiettivo cage-free nel 2019. […] Un passo fondamentale per sostenere e favorire la trasformazione dell’intero settore sarebbe l’introduzione da parte della Commissione europea di una normativa che sancisca il divieto di utilizzo delle gabbie».

Pietro Pizzagalli, Direttore generale di Fumagalli, azienda produttrice di salumi leader in Italia per l'allevamento di scrofe senza gabbie, ha dichiarato: «Il benessere animale è sempre stato un elemento fondamentale delle nostre strategie di sviluppo e investimento. Dimostrando il nostro impegno per un futuro cage-free, siamo passati volontariamente a sistemi di gestazione e di allattamento senza gabbie [...]. Come pionieri della transizione cage-free in Italia, esortiamo i legislatori a sostenere i nostri sforzi adottando un divieto totale di utilizzo delle gabbie».

Tracey Jones, Direttrice globale del Settore Alimentare di Compassion in World Farming, conclude: «Gli scienziati sostengono l’appello a porre fine ai sistemi in gabbia. Le cittadine e i cittadini europei chiedono un cambiamento. Le aziende stanno dimostrando che un allevamento senza gabbie di successo non solo è possibile su larga scala, ma è anche la cosa giusta da fare per le aziende, la loro clientela e gli animali allevati nelle loro filiere. Con il destino delle gabbie ormai segnato, i produttori attendono con impazienza indicazioni sui tempi, sui requisiti minimi dei sistemi e sul modo in cui verrà sostenuta la loro transizione verso un futuro senza gabbie. Esortiamo il nuovo Collegio dei Commissari a mettere tra le sue principali priorità la proposta legislativa promessa per l'eliminazione graduale delle gabbie, e consegnarle così una volta per tutte ai libri di storia».

Redazione Greenreport

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