Wmo: è probabile che nei prossimi 5 anni la temperatura globale superi temporaneamente 1,5° C rispetto al livello preindustriale
Il nuovo rapporto “WMO Global Annual to Decadal Climate Update - Target years: 2024 and 2024-2028” pubblicato dalla World meteorological organization (Wmo) prevede che «la temperatura media globale in prossimità della superficie per ogni anno tra il 2024 e il 2028 sarà compresa tra 1,1° C e 1,9° C superiori rispetto alla linea di base del periodo 1850-1900» e afferma che è probabile (86%) che «Almeno uno di questi anni stabilirà un nuovo record di temperatura, battendo il 2023 che è attualmente l’anno più caldo».
Inoltre, «C’è una probabilità del 47% che la temperatura globale media nell’intero periodo quinquennale 2024-2028 supererà 1,5° C rispetto all’era preindustriale».
La Wmo fa notare che «La probabilità (80%) che almeno uno dei prossimi cinque anni superi gli 1,5° C è in costante aumento dal 2015, quando tale probabilità era prossima allo zero. Per gli anni tra il 2017 e il 2021, la probabilità di superamento era del 20%, e questa probabilità è aumentata fino al 66% tra il 2023 e il 2027».
L'aggiornamento è stato realizzato dal Met Office del Regno Unito, che è principale centro della Wmo per le previsioni climatiche annuali e decennali e fornisce una sintesi delle previsioni dei Global Producing Centres designati dalla Wmo e do altri centri che contribuiscono.
Il rapporto Wmo è stato pubblicato in concomitanza con un importante discorso del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che chiede un’azione sul clima molto più ambiziosa in vista del vertice del G7 in Italia dal 13 al 15 giugno e che si è avvalso anche dei dati di Copernicus Climate Change che ha dimostrato che ciascuno degli ultimi 12 mesi ha stabilito un nuovo record di temperatura globale per il periodo dell’anno e che la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (giugno 2023 – maggio 2024) è stata anche la più alta mai registrata, pari a 1,63° C al di sopra della media preindustriale del periodo 1850-1900.
Con l’Accordo di Parigi, i Paesi hanno concordato di mantenere la temperatura superficiale media globale a lungo termine ben al di sotto di 2° C rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarla a 1,5° C entro la fine di questo secolo. La comunità scientifica ha ripetutamente avvertito che un riscaldamento superiore a 1,5°C rischia di scatenare impatti molto più gravi sui cambiamenti climatici e condizioni meteorologiche estreme e ogni frazione di grado di riscaldamento è importante. Anche con gli attuali livelli di riscaldamento globale ci sono già impatti climatici devastanti che includono ondate di caldo estremo di lunga durata, precipitazioni estreme e siccità; riduzioni delle calotte glaciali, del ghiaccio marino e dei ghiacciai; accelerando l’innalzamento del livello del mare e il riscaldamento degli oceani.
Secondo il rapporto “WMO State of the Global Climate 2023”, la temperatura media globale in prossimità della superficie nel 2023 è stata di 1,45° C (con un margine di incertezza di ± 0,12° C) al di sopra della baselinepreindustriale. E’ stato di gran lunga l’anno più caldo mai registrato, alimentato dal riscaldamento climatico a lungo termine combinato con altri fattori, in particolare un forte evento naturale di El Niño, che ora sta diminuendo. Un nuovo aggiornamento Wmo prevede lo sviluppo di La Niña e un ritorno a condizioni più fresche nel Pacifico tropicale nel breve termine, ma le temperature globali più elevate nei prossimi 5 anni riflettono il continuo riscaldamento dovuto ai gas serra.
La Wmo prevede che il riscaldamento artico nei prossimi 5 inverni prolungati (da novembre a marzo), rispetto alla media del periodo 1991-2020, sarà più di tre volte maggiore del riscaldamento della temperatura media globale. Le previsioni sul ghiaccio marino per il marzo 2024-2028 suggeriscono ulteriori riduzioni della concentrazione di ghiaccio marino nel Mare di Barents, nel Mare di Bering e nel Mare di Okhotsk.
La vice segretaria generale della Wmo, Ko Barret, ha evidenziato che «Dietro queste statistiche si nasconde la triste realtà che siamo ben lontani dal raggiungimento degli obiettivi fissati nell’Accordo di Parigi. Dobbiamo fare urgentemente di più per ridurre le emissioni di gas serra, altrimenti pagheremo un prezzo sempre più alto in termini di trilioni di dollari in costi economici, milioni di vite colpite da condizioni meteorologiche sempre più estreme e danni estesi all’ambiente e alla biodiversità. La Wmo lancia l’allarme sul fatto che supereremo temporaneamente e con sempre maggiore frequenza la soglia di 1,5° C. Abbiamo già temporaneamente superato questo livello per i singoli mesi e, in realtà, come media nel periodo dei 12 mesi più recente. Tuttavia, è importante sottolineare che violazioni temporanee non significano che l’obiettivo di 1,5° C sia definitivamente perso perché questo si riferisce a un riscaldamento a lungo termine nel corso di decenni».
Il direttore di Copernicus Climate Change Service, Carlo Buontempo, ha concluso: «Viviamo in tempi senza precedenti, ma abbiamo anche capacità senza precedenti nel monitorare il clima e questo può aiutare a orientare le nostre azioni. Questa serie di mesi più caldi sarà ricordata come relativamente fredda, ma se riusciamo a stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera in un futuro molto prossimo potremmo essere in grado di tornare a queste temperature “fredde” entro la fine del secolo».