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Dalla ricerca ai mercati: l'impegno dell'Università di Siena sui crediti di carbonio volontari

L’Ateneo sta esplorando opportunità e criticità del carbon farming, per aiutare gli agricoltori a capire come guadagnare assorbendo le emissioni di CO2 in modo realmente sostenibile
 |  Crisi climatica e adattamento

L'Università di Siena è attivamente coinvolta nella ricerca sui mercati di credito di carbonio volontari (Voluntary carbon markets, o Vcm) attraverso il progetto Pnrr Agritech.

Grazie a questo progetto, esperti in scienze ambientali, economiche e agrarie si sono riuniti per sviluppare conoscenze e linee guida nel campo del carbon farming. Questa ricerca mira a sostenere le imprese locali, fornendo loro strumenti per sfruttare le opportunità di finanziamento volte a rendere le loro attività più sostenibili.

Contesto e sfide dei mercati di credito di carbonio

Il sesto rapporto dell'Ipcc evidenzia come le problematiche legate ai cambiamenti climatici siano aggravate dall'insostenibilità della produzione e del consumo. Le politiche europee promuovono innovazione tecnologica e normative green per supportare la transizione ecologica e raggiungere gli obiettivi climatici entro il 2050.

Tuttavia, l'agricoltura è un settore particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici e alle pressioni normative e di mercato per adottare pratiche ecologiche.

L'agricoltura dipende fortemente dal clima e dalle condizioni climatiche, che possono influire negativamente sulla produttività, portare a fallimenti dei raccolti e compromettere i mezzi di sussistenza delle comunità agricole.

Per rispondere a queste sfide, la transizione verso pratiche agricole sostenibili richiede soluzioni basate sul mercato, come i mercati del carbonio, e non basate sul mercato, come normative e programmi governativi.

I mercati volontari del carbonio (Vcm) sono stati criticati per la qualità delle compensazioni di carbonio offerte, che in alcuni casi potrebbero impattare negativamente ambiente e comunità. Tuttavia, questi mercati sono stati anche approvati dai leader di quasi 200 nazioni che hanno sottoscritto il Patto sul clima di Glasgow, riconoscendo la necessità di fare affidamento sulle compensazioni per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Da qui, l’interesse crescente verso il carbon farming da parte delle istituzioni e dei privati.

Carbon farming: cos'è e come funziona

Il carbon farming comprende pratiche agricole progettate per ridurre, evitare o rimuovere le emissioni atmosferiche di gas serra. Tra le tecniche utilizzate vi sono il biochar, le tecniche di coltivazione e potatura, l'agroforestazione e l'agrivoltaico. Queste pratiche non solo aiutano a ridurre le emissioni, ma consentono anche la generazione di crediti di carbonio, che possono essere venduti nei mercati volontari del carbonio (Vcm).

Le imprese, soprattutto quelle che svolgono attività “hard-to-abate”, e dunque soggette a regolamentazioni più restrittive sulle emissioni di gas serra, possono acquistare questi crediti per compensare le emissioni residue.

Tuttavia, i Vcm sono caratterizzati da prezzi molto più bassi rispetto ai mercati obbligatori, il che solleva questioni di qualità ed eticità. Inoltre, la mancanza di standardizzazione nelle metodologie di monitoraggio, reporting e verifica (Mrv) rappresenta un ostacolo significativo per la diffusione su larga scala del carbon farming. Nonostante ciò, questa lacuna offre anche spazi per approcci innovativi, stimolando la creatività imprenditoriale e l'adattamento alle esigenze specifiche dell'agricoltura, argomenti sui quali l’Università di Siena sta basando la sua linea di ricerca.

Attività di ricerca dell'Università di Siena

Il gruppo di ricerca guidato da Simone Borghesi presso l'Università di Siena si è concentrato sui mercati volontari del carbonio, identificando criteri essenziali per valutarne il potenziale. La mappatura dei mercati in Italia e all'estero ha evidenziato che i Vcm locali sono ancora in fase embrionale, con una capacità di assorbire gas serra ma senza un segnale di prezzo trasparente.

Il team ha approfondito le differenze tra le pratiche di carbon farming locali, analizzandone sia il potenziale di mitigazione che gli impatti ambientali. Questo approccio integrato mira a fornire una panoramica completa delle varie metodologie e delle loro implicazioni, contribuendo così a una migliore comprensione e implementazione di pratiche sostenibili ed efficaci.

Uno degli obiettivi futuri della ricerca è lo sviluppo di un calcolatore per i potenziali crediti di carbonio, accessibile a ogni agricoltore. Questo strumento aiuterà gli agricoltori a identificare le possibili pratiche di carbon farming adatte alle loro attività, a definire i parametri essenziali per la generazione di crediti e a valutare il potenziale guadagno economico.

L'Università di Siena sta giocando un ruolo chiave nella ricerca e nello sviluppo di pratiche di carbon farming. Queste pratiche, se in linea con le regolamentazioni vigenti e in uscita, non solo contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra, ma offrono anche opportunità economiche attraverso i mercati volontari del carbonio.

Tuttavia, il successo di queste iniziative dipenderà dalla risoluzione delle criticità legate alla standardizzazione delle metodologie Mrv e dalla capacità di fornire agli agricoltori gli strumenti e le conoscenze necessarie per partecipare attivamente ai mercati dei crediti di carbonio.

Ilaria Dibattista

Ilaria Dibattista è una postdoc researcher all'Università di Siena e un'assistente di ricerca alla Florence School of Regulation (FSR) Climate. Grazie al suo dottorato di ricerca all'Università di Ferrara in Sostenibilità Ambientale e Benessere, si è occupata di sostenibilità ambientale e sociale tra Europa e Africa. Adesso il suo lavoro si focalizza sulle politiche climatiche, sui mercati di carbonio volontari e sul carbon farming dal locale al globale.