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I ghiacciai del mondo si stanno sciogliendo più velocemente che mai

Ma diminuisce l’acqua dolce e accelera l’innalzamento del livello del mare
 |  Crisi climatica e adattamento

Secondo gli scienziati del The GlaMBIE Team che hanno pubblicato su Nature lo studio “Community estimate of global glacier mass changes from 2000 to 2023”, «Lo scioglimento dei ghiacciai in tutto il mondo sta esaurendo le risorse regionali di acqua dolce e sta provocando un innalzamento sempre più rapido dei livelli globali del mare».
Le nuove scoperte, realizzate grazie a una grande collaborazione scientifica internazionale, rivelano che «Dal 2000, iI ghiacciai hanno perso in media 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio all'anno ma, nascosto in questa media, si è verificato un aumento allarmante negli ultimi 10 anni».

La ricerca è stata condotta nell'ambito del Glacier Mass Balance Intercomparison Exercise (Glambie), un'importante iniziativa coordinata dal World Glacier Monitoring Service (WGMS) ospitato dell’Universität Zürich (UZH), in collaborazione con l'università di Edimburgo e Earthwave Ltd, che punta a produrre una stima della perdita di massa dei ghiacciai a livello globale. Il principale autore dello studio, Michael Zemp, un geografo dell’(UZH) e direttore del WGMS spiega che «Abbiamo raccolto 233 stime del cambiamento di massa dei ghiacciai regionali da circa 450 collaboratori di dati organizzati in 35 team di ricerca. Grazie ai diversi metodi di osservazione, Glambie non solo fornisce nuove informazioni sulle tendenze regionali e sulla variabilità da un anno all’altro, ma è anche in grado di identificare le differenze tra i metodi di osservazione. Ciò significa che possiamo fornire una nuova base osservativa per studi futuri che analizzino l’impatto dello scioglimento dei ghiacciai sulla disponibilità idrica regionale e sull’innalzamento globale del livello del mare».

Il team di GlaMBIE ha coordinato la compilazione, la standardizzazione e l'analisi di diversi dati provenienti da misurazioni sul campo e da una vasta gamma di diversi tipi di missioni satellitari ottiche, radar, laser e gravimetriche. Le osservazioni satellitari includevano anche quelle delle missioni statunitensi Terra/ASTER e ICESat-2, della statunitense-tedesca GRACE, della tedesca TanDEM-X e della missione CryoSat dell'ESA. Combinando diversi tipi di dati provenienti da queste molteplici fonti, Glambie ha prodotto una serie temporale annuale della variazione della massa dei ghiacciai per tutte le regioni glaciali del mondo dal 2000 al 2023.

Noel Gourmelen, che ha co-diretto lo studio, fa notare che «La ricerca è il risultato di sforzi costanti da parte della comunità e delle agenzie spaziali nel corso di molti anni, per sfruttare una varietà di satelliti che inizialmente non erano stati progettati specificamente per il compito di monitorare i ghiacciai a livello globale. Questa eredità sta già producendo effetti con missioni satellitari progettate per consentire il monitoraggio operativo della futura evoluzione dei ghiacciai, come la missione europea Copernicus CRISTAL che si basa sull'eredità del CryoSat dell'ESA».

Stephen Plummer, uno scienziato che si occupa di osservazione della Terra per l'ESA, ha affermato: «Siamo molto orgogliosi di supportare questa ricerca fondamentale attraverso il nostro elemento del programma ESA Science for Society, poiché riunisce, per la prima volta, più stime della perdita di massa dei ghiacciai da diversi satelliti e osservazioni in situ attraverso un approccio guidato dalla comunità. Queste scoperte non sono solo cruciali per far progredire la nostra comprensione scientifica dei cambiamenti dei ghiacciai globali, ma forniscono anche una preziosa base di partenza per aiutare le regioni ad affrontare le sfide della gestione delle scarse risorse di acqua dolce e contribuire allo sviluppo di efficaci strategie di mitigazione per combattere l'innalzamento del livello del mare».

Escludendo le calotte glaciali continentali della Groenlandia e dell'Antartide, Nel 2000, i ghiacciai, si estendevano su 705.221 km2 e contenevano circa 121.728 miliardi di tonnellate di ghiaccio, i ricercatori del del The GlaMBIE Team dicono che «Negli ultimi due decenni hanno perso circa il 5% del loro volume totale, con perdite regionali che vanno dal 2% nelle isole Antartiche e subantartiche al 39% nell'Europa centrale. Questo corrisponde a una perdita annuale di 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Tuttavia, la quantità di ghiaccio persa è aumentata del 36% nella seconda metà del periodo di studio (2012-2023) rispetto alla prima metà dello studio (2000-2011). La perdita di massa dei ghiacciai durante l'intero periodo di studio è stata superiore del 18% rispetto a quella della calotta glaciale della Groenlandia e più del doppio rispetto a quella della calotta glaciale antartica».

Lo studio evidenzia che, tra il 2000 e il 2023, i ghiacciai hanno perso complessivamente 6542 miliardi di tonnellate di ghiaccio, contribuendo all'innalzamento globale del livello del mare per 18 millimetri. In media, i ghiacciai hanno perso 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio all'anno, equivalenti a un innalzamento annuale del livello del mare di 0,75 mm.
Il tasso di perdita di ghiaccio dei ghiacciai è aumentato in modo significativo, passando da 231 miliardi di tonnellate all'anno nella prima metà del periodo di studio a 314 miliardi di tonnellate all'anno nella seconda metà.

Attualmente, i ghiacciai sono classificati come il secondo fattore più importante per l'innalzamento del livello del mare a livello globale, dopo l'espansione termica correlata al riscaldamento degli oceani. Superano i contributi della calotta glaciale della Groenlandia, della calotta glaciale antartica e dei cambiamenti nell'accumulo di acqua sulla terraferma. Oltre all'innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai comporta una notevole perdita di risorse regionali di acqua dolce.
Zemp spiega ancora: «Per mettere tutto questo in prospettiva, i 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio persi ogni anno equivalgono a ciò che l'intera popolazione mondiale consuma in 30 anni, ipotizzando tre litri a persona al giorno».

La glaciologa dell'UZH Inés Dussaillant aggiunge: «I ghiacciai sono risorse vitali di acqua dolce, soprattutto per le comunità locali dell'Asia centrale e delle Ande centrali, dove i ghiacciai dominano il deflusso durante le stagioni calde e secche. Ma quando si parla di innalzamento del livello del mare, le regioni artiche e antartiche, con le loro aree glaciali molto più grandi, sono i protagonisti principali. Tuttavia, quasi un quarto del contributo dei ghiacciai all'innalzamento del livello del mare ha origine dall'Alaska».

Lo studio è un'importante pietra miliare nella preparazione dell'International Year of Glaciers’ Preservation e della Decade of Action for Cryospheric Sciences (2025–2034) dell’Onu e Livia Jakob, che ha ospitato un grande workshop all’Earthwave a Edimburgo per discutere le scoperte con tutti i partecipanti, conclude: «Riunire così tanti team di ricerca diversi da tutto il mondo in uno sforzo congiunto per aumentare la nostra comprensione e certezza della perdita di ghiaccio dei ghiacciai è stato estremamente prezioso. Questa iniziativa ha anche promosso un più forte senso di collaborazione all'interno della comunità».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.