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San Valentino amaro: raccolti di cacao colpiti dalla crisi climatica e il prezzo schizza
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Ha un’amara sorpresa, chi non è solito acquistare cioccolata e ora decida di regalare una scatola di cioccolatini per San Valentino. I prezzi sono notevolmente aumentati e, checché ne dicano i negazionisti climatici alla Trump, la causa è il riscaldamento globale causato dalle emissioni derivanti dall’utilizzo dei combustibili fossili. La conferma, l’ennesima, arriva da due rapporti diffusi alla vigilia della festa degli innamorati. E che mettono bene in luce come il problema più drammatico non riguardi chi nei paesi del nord globale può permettersi di comprare una scatola di cioccolatini, quanto le popolazioni del sud globale che da questo mercato traggono il principale sostegno economico. Uno dei due rapporti rivela che il cambiamento climatico ha aggiunto sei settimane di temperature più alte rispetto alle condizioni ottimali di crescita del cacao in quattro paesi chiave produttori dell’Africa occidentale, che rappresentano il 70% della produzione globale. E l’altro rileva che i prezzi del cacao sono aumentati del 400% negli ultimi anni e mette in relazione questo fenomeno con la siccità e insieme le forti precipitazioni che si sono abbattute sull’Africa occidentale.
Il rapporto “Crisi del cacao: come il cioccolato sta sentendo il morso del cambiamento climatico” si aggiunge ai nuovi dati del gruppo di ricerca Climate central che mostrano che nell’ultimo decennio il cambiamento climatico ha aggiunto almeno tre settimane sopra i 32°C durante la stagione principale del raccolto di cacao (ottobre-marzo) in Costa d'Avorio e Ghana. Tali temperature superano l'intervallo ottimale per la crescita degli alberi di cacao. Solo nel 2024, il cambiamento climatico causato dall’uomo ha aggiunto sei settimane di giorni sopra i 32°C nel 71% delle aree produttrici di cacao in Costa d'Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria.
L’altro rapporto diffuso in queste ore è dell’organizzazione internazionale di sviluppo Christian Aid e mostra come l’aumento delle temperature e le precipitazioni irregolari abbiano colpito i raccolti di cacao in Ghana e Costa d’Avorio, dove si coltiva oltre il 50% del cacao mondiale. Questo ha ridotto la disponibilità di cacao sul mercato globale, facendo salire i prezzi a livelli record negli ultimi anni - e riducendo le dimensioni delle barrette e tavolette di cioccolato.
La carenza di cacao di quest'anno segue un crollo simile della produzione dell’anno scorso, che ha visto i prezzi del cacao aumentare del 400% fino a $12,218 a tonnellata dopo che siccità, inondazioni e malattie legate al clima hanno colpito i coltivatori di cacao. Il 18 dicembre 2024 è stato stabilito un nuovo record di $12,605 per tonnellata e i prezzi sono rimasti ostinatamente alti da allora.
Alcune delle aziende di cioccolato preferite del Regno Unito stanno risentendo della crisi del cacao, così come il gigante globale della confetteria Nestlé, che ha parlato della minaccia posta dal cambiamento climatico.
La carenza di cacao è iniziata nel 2023, dopo piogge insolitamente abbondanti durante la stagione secca del Ghana. Le precipitazioni totali in Africa occidentale sono state più del doppio della media trentennale per quel periodo dell'anno e le condizioni umide hanno causato il marciume delle piante con la malattia della "macchia nera". Questo è stato seguito da una grave siccità nel 2024. L’Onu ha dichiarato che la siccità del 2024 in Ghana ha colpito più di 1 milione di persone, causando gravi perdite di raccolto e prezzi alimentari record. Secondo uno studio di World weather attribution, il cambiamento climatico ha reso 10 volte più probabile l'ondata di calore in Africa occidentale.
Il cioccolato e i mezzi di sussistenza che ne dipendono sono a rischio a causa di questo clima estremo e variabile causato dall'aumento delle emissioni di gas serra. Per fare fronte a questa crisi è necessario ridurre le emissioni per fermare l’impatto del cambiamento climatico e fornire supporto finanziario ai coltivatori di cacao per aiutarli ad adattarsi e diversificare i loro redditi.
Il problema più drammatico non è infatti quello degli abitanti dei paesi occidentali che acquistano cioccolatini a prezzi aumentati, quanto delle popolazioni che da questo mercato traggono la principale fonte di sostentamento economico. Osai Ojigho, direttore delle politiche e delle campagne pubbliche di Christian Aid, ha dichiarato: «Coltivare cacao è un mezzo di sussistenza vitale per molte delle persone più povere del mondo e il cambiamento climatico causato dall’uomo sta mettendo tutto questo seriamente a rischio. Il cioccolato è uno dei tanti prodotti che collega i consumatori del nord globale con i coltivatori del sud globale. Allo stesso modo, il cambiamento climatico, guidato in gran parte dalle emissioni di gas serra del nord globale, sta causando scompiglio in tutto il mondo, con i coltivatori di cacao che ne subiscono le conseguenze. Dobbiamo vedere una riduzione delle emissioni e un finanziamento climatico mirato che vada ai coltivatori di cacao per aiutarli ad adattarsi».
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