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Il cambiamento climatico sta intaccando profondamente la calotta glaciale della Groenlandia

Uno studio dell’Università di Durham rivela che il riscaldamento globale sta facendo aumentare più rapidamente crepe e fratture nel ghiaccio. Le temperature più alte di aria e mare hanno fatto registrare un incremento anche del 25%
 |  Crisi climatica e adattamento

I ricercatori hanno studiato più di 8.000 mappe di superficie 3D, create utilizzando immagini satellitari ad alta risoluzione. E alla fine il risultato è stato inequivocabile: crepe e fratture nella calotta glaciale della Groenlandia stanno aumentando sia di numero che di dimensioni a un ritmo accelerato. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, è stato condotto da scienziati del dipartimento di Geografia dell’Università di Durham, uno dei più antichi e prestigiosi istituti del Regno Unito. Dalle indagini condotte sul secondo corpo di ghiaccio più grande del mondo è emerso che le fessure sono aumentate di dimensioni e profondità nel corso dei cinque anni compresi tra il 2016 e il 2021. Ciò significa che il fenomeno sta avvenendo più rapidamente di quanto precedentemente rilevato. I crepacci stanno anche diventando più grandi e profondi dove il ghiaccio scorre più velocemente a causa delle temperature più calde dell'aria e del mare. In alcune aree ai margini della calotta glaciale, dove questa incontra il mare, si è registrato un aumento del 25% dei crepacci (con un margine di errore di più/meno 10%).

Questi aumenti sono stati compensati da una riduzione dei crepacci sul ghiacciaio Sermeq Kujalleq, che ha subito un rallentamento temporaneo durante il periodo di studio. Ciò ha bilanciato la variazione totale dei crepacci nell'intera calotta glaciale durante il periodo di studio a più 4,3 percento (con un margine di errore di più/meno 5,9 percento). Tuttavia, la velocità di flusso di Sermeq Kujalleq ha ricominciato ad aumentare, suggerendo che il periodo di equilibrio tra la crescita e la chiusura dei crepacci sulla calotta glaciale è ormai terminato.

La Groenlandia è tra l’altro responsabile di circa 14 millimetri di innalzamento del livello del mare dal 1992 e la ricerca dell’Università di Durham ha dimostrato che potrebbe contribuire fino a 30 centimetri all'innalzamento del livello del mare entro il 2100. 

Su tempi millenari, gli scienziati hanno avvertito che temperature costanti superiori a 2°C rispetto ai livelli preindustriali comportano un rischio molto maggiore di “bloccare” un innalzamento del livello del mare di 12-20 metri da parte di Groenlandia e Antartide.

All'inizio di quest'anno il servizio climatico europeo Copernicus ha sottolineato che il 2024 sarà il primo anno in cui le temperature medie globali saranno superiori di oltre 1,5°C rispetto alla media preindustriale. Si spera che le ultime scoperte di Durham consentano agli scienziati di integrare gli effetti dei danni al ghiaccio e dei crepacci nelle previsioni sul futuro comportamento della calotta glaciale della Groenlandia.

Redazione Greenreport

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