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«Stiamo piantando un pugnale dritto nel cuore della religione del cambiamento climatico»

Disastro Trump, l’Agenzia per l’ambiente Usa cancella i limiti sull’inquinamento e rilancia petrolio e gas

Il capo della Environmental protection agency presenta «31 azioni storiche che costituiscono la più grande deregolamentazione mai vista». L’associazione ambientalista Sierra club spiega perché si tratta di «31 azioni mortali», dannose per la natura e per la salute dei cittadini
 |  Crisi climatica e adattamento

Vengono presentate come «31 azioni storiche», ma come giustamente sottolinea l’associazione ambientalista Sierra club sarebbe meglio parlare di «31 azioni mortali». L’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (Environmental protection agency – Epa) ha avviato la più grande operazione di deregolamentazione mai neanche lontanamente tentata in America. L’obiettivo, ha annunciato il capo dell’agenzia dell’ambiente Lee Zeldin (scelto da Donald Trump lo scorso novembre e confermato col voto del Senato alla fine di gennaio), è portare avanti gli ordini esecutivi firmati da Trump nei primi giorni del suo insediamento alla Casa bianca e «dare forza al gran ritorno americano» che, riecheggiando il trumpiano Make America Great Again (da cui è nato il movimento Maga), Zeldin declina in «Power the Great American Comeback». Ecco la dichiarazione, testuale, del capo dell’agenzia per la protezione ambientale riportata proprio sul sito web dell’Epa: «Oggi è il più grande giorno di deregolamentazione che la nostra nazione abbia mai visto. Stiamo piantando un pugnale dritto nel cuore della religione del cambiamento climatico per abbassare il costo della vita delle famiglie americane, liberare l’energia americana, riportare i posti di lavoro nel settore automobilistico negli Stati Uniti e altro ancora. Insieme al Presidente Trump, stiamo mantenendo le nostre promesse di liberare l’energia americana, abbassare i costi per gli americani, rivitalizzare l’industria automobilistica americana e lavorare fianco a fianco con i nostri partner statali per portare avanti la nostra missione condivisa». E l’ambiente? Verrà protetto, assicurano i vertici dell’Epa. Ma il dubbio su come sia possibile, considerando la retorica sulla «pugnalata alla religione del cambiamento climatico» e soprattutto la portata di quanto annunciato, è a dir poco granitico. 

Ecco, come dettagliate dall’Epa, le «31 azioni» che danno un colpo di spugna ai «regolamenti dell’era Biden e Obama» che, viene sottolineato dall’Agenzia per l’ambiente, «hanno soffocato quasi ogni singolo settore dell’economia americana».

Primo capitolo, «liberare l’energia americana»: 

Riconsiderazione dei regolamenti sulle centrali elettriche 

Riconsiderazione delle norme che limitano l’industria del petrolio e del gas 

Riconsiderazione degli standard sul mercurio e sulle sostanze tossiche per l’aria che hanno impropriamente preso di mira le centrali elettriche a carbone 

Riconsiderazione del programma obbligatorio di rendicontazione dei gas serra che ha imposto costi significativi all’approvvigionamento energetico americano 

Riconsiderazione delle limitazioni, delle linee guida e degli standard per l’industria della produzione di energia elettrica a vapore per garantire elettricità a basso costo e proteggere le risorse idriche 

Riconsiderazione delle norme sulle acque reflue per le centrali elettriche a carbone per contribuire a liberare l’energia americana 

Riconsiderazione della norma del programma di gestione dei rischi dell’amministrazione Biden-Harris che ha reso meno sicure le raffinerie di petrolio e gas naturale e gli impianti chimici americani (norma del programma di gestione dei rischi).

Secondo capitolo, «riduzione del costo della vita per le famiglie americane»:

Riconsiderazione dei regolamenti sui veicoli leggeri, medi e pesanti che hanno fornito le basi per il mandato Biden-Harris sui veicoli elettrici 

Riconsiderazione della Valutazione di pericolosità del 2009 e dei regolamenti e delle azioni che si basano su tale Valutazione 

Riconsiderazione della norma sulla transizione tecnologica che obbliga le aziende a utilizzare determinate tecnologie che hanno aumentato i costi degli alimenti nei negozi di alimentari e della produzione di semiconduttori (norma sulla transizione tecnologica)

Riconsiderazione degli standard nazionali di qualità dell’aria ambiente per il particolato, che hanno chiuso le opportunità per l’industria manifatturiera e le piccole imprese americane 

Riconsiderazione di molteplici standard nazionali di emissione di inquinanti atmosferici pericolosi per i settori energetico e manifatturiero americani 

Ristrutturazione del Regional Haze Program che minacciava la fornitura di energia a prezzi accessibili per le famiglie americane 

Revisione del “Costo sociale del carbonio” dell’amministrazione Biden-Harris 

Riorientare le risorse per l’applicazione delle norme verso la missione principale dell’Epa, che consiste nel liberare l’economia da inutili oneri burocratici che fanno lievitare i costi per i consumatori americani 

Chiudere i rami dell’agenzia che si occupano di giustizia ambientale e Dei (diversity, equity, and inclusion, ndr) di Biden.

Terzo capitolo, «promuovere il federalismo cooperativo»:

Porre fine al cosiddetto “Piano del buon vicinato”, che l’amministrazione Biden-Harris ha utilizzato per espandere le norme federali a un numero maggiore di Stati e settori al di là dell’obiettivo tradizionale del programma e che ha portato al rifiuto di quasi tutti i piani di attuazione statali. 

Lavorare con gli Stati e le tribù per risolvere l’enorme arretrato di piani di attuazione statali e tribali che l'amministrazione Biden-Harris si è rifiutata di risolvere 

Riconsiderazione della normativa sugli eventi eccezionali per lavorare con gli Stati 

Ricostituzione del Comitato consultivo scientifico e del Comitato consultivo scientifico per l’aria pulita 

Dare priorità al programma sulle ceneri di carbone per accelerare le revisioni dei permessi statali e aggiornare i regolamenti sulle ceneri di carbone 

Utilizzo della discrezionalità nell’applicazione delle norme per favorire la ripresa della Carolina del Nord dopo l'uragano Helene

Eccole le «31 azioni storiche» dell’Epa, che giustamente il Sierra club definisce «mortali e pericolose». L’associazione ambientalista statunitense punta il dito in particolare contro l’attacco alle salvaguardie per limitare l’inquinamento delle centrali elettriche e dei veicoli, il metano e altre emissioni mortali da fonti di petrolio e gas, gli standard per il mercurio e le sostanze tossiche per l’aria, il programma di rendicontazione dei gas serra, le norme sulle acque reflue negli impianti di carbone e molte altre protezioni critiche per l’ambiente e la salute pubblica. «Gli standard che l’Epa cerca di minare – sottolinea il Sierra club – si basano su solidi dati scientifici e rispondono a una serie di interessi pubblici, tra cui la riduzione della quantità di tossine mortali che le centrali a combustibile fossile possono rilasciare nell’aria e nell’acqua, la riduzione dell’inquinamento nelle acciaierie e nelle acciaierie di alluminio e l’obbligo per le aziende produttrici di combustibili fossili di controllare l’inquinamento, come la fuliggine, l’ozono e gli inquinanti atmosferici tossici e pericolosi nelle centrali elettriche». 

L’accusa che muove la storica associazione è che se le norme contro l’inquinamento verranno ritirate, la popolazione americana subirà impatti devastanti sulla salute. In passato la stessa Epa, viene sottolineato, «ha stimato che una sola delle norme eviterebbe 4.500 morti premature e farebbe risparmiare 46 miliardi di dollari in costi sanitari entro il 2032». Il tributo alla salute e il costo dell’abrogazione di tutte le norme elencate in questo nuovo annuncio dell’Epa sarebbero molto più elevati. Dice Elizabeth Ward, direttrice del capitolo Sierra club Wisconsin: «È solo il 52° giorno del secondo mandato di Trump, 52 giorni di attacchi diretti a componenti vitali della vita americana. Oggi, Trump e Lee Zeldin hanno fatto ulteriori passi avanti per accontentare le multinazionali dei combustibili fossili a spese della sicurezza dei cittadini. La nostra aria e la nostra acqua non dovrebbero essere in vendita».

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.