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Centinaia gli impianti di risalita chiusi o aperti a singhiozzo a causa della crisi climatica

Legambiente, in Italia è accanimento terapeutico sul turismo in montagna senza neve

Bonardo: «Come per altre industrie del secolo scorso occorre avviare un processo di transizione, puntando ad un turismo sostenibile e dolce»
 |  Crisi climatica e adattamento

A fine febbraio, in Italia mancava in media il 64% dell’acqua contenuta nella neve, sintomo della crisi climatica che avanza imponendo (anche) di ripensare il turismo in montagna. Che invece soffre sempre più di accanimento terapeutico.

È quanto emerge dal rapporto di Legambiente Nevediversa 2024, offrendo una panoramica sugli impianti sciistici sempre più in difficoltà – tra chiusure e aperture a singhiozzo –, insieme ai finanziamenti d’oro per l’insostenibile innevamento artificiale.

Il Cigno verde informa infatti che sono 177 gli impianti temporaneamente chiusi nella Penisola (+39 unità rispetto al report precedente), di cui 92 sull’arco alpino e 85 sull’Appennino.

Salgono a 93 gli impianti aperti a singhiozzo (+9), di cui ben 55 sugli Appennini. Altro dato in crescita è quello delle strutture dismesse che raggiungono quota 260 (erano 249 nel report precedente) di cui 176 sulle Alpi e 84 sulla dorsale appenninica; e quello degli impianti sottoposti al cosiddetto “accanimento terapeutico”, 241 quelli censiti da Legambiente (+33 unità) che sopravvivono solo con forti iniezioni di denaro pubblico. Il grosso, ben 123, sugli Appennini.

Dati allarmanti a cui va aggiunta la crescita dei bacini idrici per l’innevamento artificiale: 158 quelli censiti (+16 rispetto al report 2023) di cui la gran parte in questo caso, ben 141, sulle Alpi, e il restante, 17, sulla dorsale appenninica.

«I numeri in aumento degli impianti dismessi, aperti a singhiozzo, smantellati – osserva Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – rappresentano l’ennesimo campanello d’allarme di un turismo montano invernale sempre più in crisi a causa della crisi climatica e che deve avere il coraggio di andare oltre la neve sempre più rara e cara».

Sul fronte finanziamenti, infine, per aiutare il settore sono ben 148 i milioni di euro destinati lo scorso anno dal ministero del Turismo per l’ammodernamento degli impianti di risalita e di innevamento artificiale, a fronte dei soli 4 milioni destinati alla promozione dell’ecoturismo.

Ai finanziamenti statali per l’accanimento terapeutico sulla neve si sommano poi quelli regionali: ad esempio oltre 32 mln di euro in Piemonte per il biennio 2023-25; 4 mln di euro in Emilia Romagna per gli indennizzi legati alla stagione in corso (cui si sommano finanziamenti da 20 mln di euro per un nuovo impianto di risalita verso il lago Scaffaiolo); 15,7 mln di euro in Toscana (tra fondi statali e regionali) per il progetto del nuovo impianto funiviario Doganaccia-Corno alle Scale.

«Da parte nostra – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – non c’è alcuna contestazione nei confronti degli operatori del settore, ma più un’obiezione contro la resistenza al cambiamento. Un inverno senza neve per questo mondo rischia di diventare un inverno senza economia e sbaglia chi continua a affermare “abbiamo sempre fatto così”. Come per altre industrie del secolo scorso occorre avviare un processo di transizione trasformando e diversificando, puntando ad un turismo sostenibile e dolce che rappresenta il futuro della montagna».

Nel suo nuovo rapporto, Legambiente punta infatti a superare la pratica insostenibile dell’innevamento artificiale, lavorando ad una riconversione degli impianti e puntando ad un turismo invernale più sostenibile.

In particolare, l’associazione ambientalista chiede al Governo Meloni che vengano stanziati più fondi per il turismo dolce in quota e che si prevedano azioni di mitigazione alla crisi climatica nelle aree montane, accompagnando i gestori degli impianti in questo percorso di riconversione: a questo riguardo fa ben sperare il dato sugli impianti smantellati e riutilizzati, arrivati a 31 e riguardanti solo le Alpi.

E, più in generale, sono 73 le buone pratiche censite da Legambiente per un turismo invernale sostenibile, che spaziano dalle ciaspolate allo scialpinismo, alla scoperta dei Parchi fino al relax in quota.

Redazione Greenreport

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