L'economia del cambiamento climatico, spiegata dalla Sant'Anna di Pisa
La Treccani ha affidato a due docenti dell’Istituto di economia della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa – i professori ordinari Francesco Lamperti e Andrea Roventini – la stesura della voce L’economia del cambiamento climatico contenuta nella XI Appendice dell’Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti.
«L’economia del cambiamento climatico – scrivono gli autori nelle prime righe della voce – ha come scopo lo studio della relazione bidirezionale che lega il clima all’attività socioeconomica, cioè al modo in cui le emissioni antropogeniche di gas serra influenzino la temperatura, le precipitazioni e le altre variabili climatiche, e di come le variazioni climatiche influiscano sulle attività umane, in particolare attraverso eventi estremi».
Tra i principali punti messi in evidenza nell’Enciclopedia spiccano il ruolo della comunicazione nel rendere il cambiamento climatico un fenomeno socialmente rilevante, le sfide e le opportunità nella comunicazione, l'importanza di narrazioni efficaci per sensibilizzare e mobilitare il pubblico; l'influenza dei media sulla percezione pubblica del cambiamento climatico, le fonti di informazione più utilizzate in Italia e il modo in cui i media presentano il fenomeno, con le sue conseguenze sociali ed economiche; le difficoltà nel comunicare in maniera efficace il cambiamento climatico; le strategie per superare gli ostacoli comunicativi, l'importanza di citare fonti affidabili e di trasmettere messaggi che dialogano con i valori culturali del pubblico.
Temi che recentemente sono stati portati alla ribalta della cronaca anche dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha ad esempio invitato ogni Paese a vietare la pubblicità delle aziende produttrici di combustibili fossili, e i media a smettere di pubblicarle. In Italia al momento c’è solo un’avanguardia di testate che aderisce a questi principi, quelle aderenti – greenreport compresa – alla coalizione Stampa libera per il clima promossa da Greenpeace. Il monitoraggio periodico condotto da Greenpeace e Osservatorio di Pavia sui principali media italiani mostra infatti nel nostro Paese le notizie a tema climatico sono in crescita, ma per diffondere narrative a contrasto della transizione ecologica e senza nominare i responsabili della crisi climatica: i combustibili fossili, che al contempo finanziano abbondantemente stampa e tv.
Come comunicare dunque al meglio la crisi climatica? progetto Ok!Clima, promosso dal Climate media center Italia con la partnership delle Università degli Studi di Milano e Pavia e dell’Italian climate network, ha recentemente pubblicato la guida La crisi climatica e come comunicarla, per contribuire a colmare una delle principali lacune informative che frenano la transizione ecologica nel nostro Paese. Oltre a elencare riferimenti utili per informarsi su cause e soluzioni della crisi climatica (tra i quali, con una nota d’orgoglio, spicca anche greenreport.it), la guida mette insieme una cassetta degli attrezzi per farsi soggetti attivi in questo contesto.