
La Niña non porta un abbassamento delle temperature, gennaio 2025 il più caldo mai registrato

A dicembre avevamo scritto che sarebbe potuta arrivare, ma anche che era probabile sarebbe stata debole e di breve durata. Ora che siamo all’inizio di marzo, possiamo dire che la previsione fornita dall’Organizzazione meteorologica mondiale era decisamente azzeccata, nel sostenere che entro febbraio era ipotizzabile l’arrivo di La Niña e un raffreddamento delle temperature superficiali del Pacifico, ma anche che tempo due mesi e l’effetto del fenomeno climatico sarebbe svanito e non sarebbe stato sufficiente a controbilanciare l’effetto di riscaldamento provocato dai gas serra dispersi nell’atmosfera. Ed eccoci a marzo. L’Organizzazione meteorologica mondiale (World meteorological organization, Wmo) ha diffuso un nuovo bollettino da cui emerge esattamente che La Niña è stata finora debole, che dovrebbe essere di breve durata e che gennaio 2025 è stato il più caldo mai registrato.
Le previsioni dei Centri per le previsioni stagionali del Wmo indicano tra l’altro che le attuali temperature superficiali del mare, più fredde della media nel Pacifico equatoriale, dovrebbero presto tornare alla normalità. C’è una probabilità del 60% che si torni a condizioni ENSO-neutrali (né El Niño né La Niña) nel periodo marzo-maggio 2025, che sale al 70% per aprile-giugno 2025. «Le previsioni stagionali di El Niño e La Niña e i relativi impatti sui modelli meteorologici e climatici a livello globale sono uno strumento importante per informare circa gli allarmi e le azioni tempestive da adottare e fanno parte di un’ampia gamma di servizi offerti dalla comunità del Wmo a sostegno del processo decisionale», ha dichiarato il Segretario generale del Wmo Celeste Saulo. «Queste previsioni si traducono in un risparmio economico di milioni di dollari per settori chiave come l'agricoltura, l'energia e i trasporti, e hanno salvato migliaia di vite nel corso degli anni consentendo la preparazione rispetto al rischio di catastrofi».
Tuttavia, gli impatti di eventi climatici naturali come La Niña e El Niño sui modelli climatici vanno ora considerati nel contesto più ampio del cambiamento climatico indotto dall'uomo, che sta aumentando le temperature globali, esacerbando il clima e generando fenomeni estremi, influenzando anche la tipologia di precipitazioni stagionali e i modelli di temperatura.
Non a caso il Wmo sottolinea che gennaio 2025 è stato il gennaio più caldo mai registrato, nonostante le - deboli - condizioni di La Niña fossero presenti dal dicembre 2024. E ora, con temperature della superficie del mare al di sopra del normale che dovrebbero persistere in tutti i principali oceani, ad eccezione del Pacifico orientale quasi equatoriale, si prevedono temperature superiori alla media su quasi tutte le aree terrestri del mondo.
