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Ridefinire il nostro posto nel nuovo ordine globale. Il nuovo segretario generale dell’Onu deve essere una donna della CELAC

Lula: il pianeta non dipende dagli Stati Uniti

L'America Latina e i Caraibi devono unirsi su democrazia, cambiamento climatico e integrazione economica e commerciale
 |  Crisi climatica e adattamento

Intervenendo alla IX Cumbre de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (Celac) in corso a Tegucigalpa, in Honduras, il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, ha ribadito la necessità di armonia tra i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi.

Lula ha anche colto l’occasione per rilanciare la candidatura unitaria della regione per il niovo Segretario generale dell’Onu: «La CELAC può contribuire a ripristinare la credibilità dell’Onu eleggendo la prima donna segretaria generale dell’organizzazione», ma ha anche sottolineato la necessità di «Rafforzare l'unione dei Paesi latinoamericani e caraibici di fronte al rischio di tornare a essere una zona di influenza, con libertà e autodeterminazione e come primi elementi a essere colpiti». Lula ha menzionato la preparazione di altre regioni in risposta alle trasformazioni in corso, come l'Asia, con l'ASEAN, e l'Unione Europea, con la riorganizzazione della NATO. «E’ essenziale che l'America Latina e i Caraibi ridefiniscano il loro posto nel nuovo ordine globale in discussione. Il nostro inserimento internazionale non deve essere guidato solo da interessi difensivi. Abbiamo bisogno di un programma d'azione strutturato attorno a tre temi che richiedono un'azione collettiva», democrazia, cambiamento climatico e l'integrazione economica e commerciale.

Lula ha sottolineato che «Nessun Paese può imporre il proprio sistema politico a un altro. Ma è stato durante i periodi democratici che il Brasile ha compiuto i maggiori progressi nel superare le sue sfide sociali ed economiche. Negli ultimi anni abbiamo assistito all'erosione della fiducia nella politica, che ha aperto la strada a progetti autoritari».

Il presidente brasiliano ha anche menzionato la distorsione della libertà di espressione con l'avanzata della disinformazione e dell'estremismo diffusi sulle piattaforme virtuali: «I negazionisti disprezzano la scienza e la cultura e attaccano le università. Individui e aziende potenti, che si considerano al di sopra della legge, attaccano la sovranità dei nostri Paesi. E’ tragico che i tentativi di colpo di Stato siano di nuovo parte della nostra vita quotidiana».

Secondo Lula, «La sicurezza alimentare e la garanzia delle opportunità sono uno dei pilastri per la protezione dei Paesi» e ha invitato tutti i capi di Stato e di governo presenti ad aderire alla Global Alliance Against Hunger and Poverty: «I nostri Paesi saranno sicuri solo se saranno in grado di sradicare la fame, generare benessere e garantire opportunità per tutti. In linea con il Piano per la Sicurezza Alimentare e Nutrizionale della CELAC, il Brasile ha lanciato, durante la sua presidenza del G20, l'Alleanza Globale contro la Fame e la Povertà. Invitiamo tutti ad aderire all'iniziativa, che inizierà i suoi lavori con progetti ad Haiti e nella Repubblica Dominicana».

Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, Lula ha osservato che «La regione è una delle più vulnerabili del pianeta» e, ricordando che la COP30 Unfccc si terrà a novembre a Belém do Pará, hsa annunciato che «I paesi ricchi saranno chiamati a stabilire obiettivi di riduzione delle emissioni e di finanziamento. La COP30, nel cuore dell'Amazzonia, non sarà solo la COP del Brasile, ma la COP di tutta l'America Latina e i Caraibi. Dobbiamo esigere che i Paesi ricchi stabiliscano obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con l'Accordo di Parigi e che i finanziamenti siano in linea con le esigenze di una transizione giusta».

Tra i progetti che saranno lanciati alla COP30 c’è il Tropical Forests Forever Fund, un’iniziativa brasiliana che premierà i Paesi in via di sviluppo che conservano le loro foreste tropicali. Lula ha spiegato che «Il Rainforests Forever Fund permetterà alle nazioni che preservano la loro copertura forestale di essere ricompensate per questo sforzo. Disponiamo di un'immensa biodiversità e di un'abbondante fonte di energia rinnovabile, comprese importanti riserve di minerali essenziali, che devono essere al servizio del nostro sviluppo».

Poi il presidente del Brasile è passato a un tema particolarmente scottante al tempo dei dazi di Donald Trump: «L'integrazione economica e commerciale è essenziale per proteggere i Paesi dalle azioni unilaterali» e , dopo aver citato come esempio le cinque rotte di integrazione sudamericana che puntano a rafforzare gli scambi commerciali del Brasile con i suoi vicini sudamericani, Lula ha sottolineato che «Nel 2023, il commercio tra i Paesi latinoamericani e caraibici rappresentava solo il 14% delle esportazioni della regione. Il volume commerciale annuo del Brasile con i Paesi della CELAC è di 86 miliardi di dollari, superiore a quello con gli Stati Uniti e vicino a quello con l'Unione Europea. E’ necessario promuovere il commercio regionale di beni e servizi, beneficiando, ad esempio, dell'unione delle reti di trasporto ed energetiche. Inoltre, è essenziale rafforzare le istituzioni finanziarie regionali. Per espandere i nostri scambi, il mio governo è determinato a riattivare l'Accordo di Pagamenti e Crediti Reciproci ALADI e ad ampliare il Sistema di Pagamenti in Valuta Locale.

L'integrazione delle reti di trasporto, energia e telecomunicazioni riduce le distanze, abbassa i costi e favorisce le sinergie tra le filiere produttive».
Parlando in uno dei Paesi, l’Honduras, che più ha subito il controllo statunitense che ha imposto e sostenuto dittature militari e governi fascisti che tutelavano gli interessi delle multinazionali, commentando la guerra tariffaria lanciata da Trump contro i suoi partner, Lula ha detto che «Gli Stati Uniti sono grandi, economicamente i più importanti, militarmente i più importanti, tecnologicamente importantissimi, ma il pianeta non dipende da loro. Trump è stato eletto per governare un solo Paese, gli Stati Uniti, ma vuole agire come se potesse prendersi cura del pianeta Terra e lo fa negando" tutto ciò che è stato ottenuto negli ultimi 50 anni, come la fine del protezionismo, il rafforzamento del libero scambio, la governance e l'integrazione delle economie, tra le altre questioni».

Lula aveva appena appreso della decisione di Trump di aumentare i dazi sulle importazioni dalla Cina al 125%, nonché della sospensione di 90 giorni da parte sua dell'applicazione del pacchetto tariffario a decine di Paesi e ha commentato che «L'obiettivo dietro le decisioni di Trump è quello di porre fine al multilateralismo e tentare di condurre negoziati individuali, che danneggerebbero altre nazioni. Nessun Paese è in grado di negoziare con gli Stati Uniti. Sarà un accordo unilaterale, tra un gigante e un piccolo Paese. Pertanto, il multilateralismo deve essere la base delle nostre azioni. Ciò di cui abbiamo bisogno è migliorare le nostre relazioni, dialogare di più, cercare di capire dove possiamo stabilire ulteriori accordi». Per questo, ha chiesto di mantenere l'integrazione della CELAC, «la cosa più importante" creata in 500 anni di storia latinoamericana. Singolarmente, non siamo niente. Insieme, siamo più forti».

Al termine del suo discorso, il presidente Lula ha ribadito che «E’ essenziale mantenere l'America Latina e i Caraibi come zona di pace, recuperandone le tradizioni diplomatiche. Non vogliamo guerre né genocidi. Abbiamo bisogno di pace, sviluppo e libero scambio. Mantenere l'America Latina e i Caraibi come zona di pace significa impegnarsi affinché l'uso della forza non prevalga sulla risoluzione pacifica dei conflitti. Il multilateralismo viene minato ogni volta che rimaniamo in silenzio di fronte alle minacce alla sovranità dei Paesi della regione».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.