Skip to main content

Insieme alla crisi climatica in Italia cresce anche l'asma

Un nuovo studio condotto dal Cnr insieme a numerose università italiane mostra una relazione tra clima arido e incidenza dell’asma nel nostro Paese
 |  Crisi climatica e adattamento

La crisi climatica avanza nel nostro Paese a velocità quasi tripla rispetto a quella globale, e con essa cresce anche il rischio di malattie e peggioramento della salute umana, sotto molteplici aspetti: da ultimo, un nuovo studio italiano mostra che il cambiamento climatico è un fattore di rischio importante anche per l’asma.

«Nel 2019 abbiamo cominciato a studiare le oscillazioni cicliche dell’aridità correlandole ai tassi di mortalità per asma negli Usa: da qui l’idea di estendere quanto osservato, studiando anche i dati sull’incidenza dell’asma nel nostro Paese», spiega Sergio Bonomo, ricercatore del Cnr-Igag e autore della ricerca.

A formulare un’ipotesi sulla possibile relazione tra clima arido e incidenza dell’asma in Italia è un team del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in collaborazione con pneumologi, biostatistici ed epidemiologi di diverse università italiane (Verona, Ancona, Ferrara, Palermo, Pavia, Torino e Sassari).

In particolare, per verificare l’esistenza di un legame tra siccità, cambiamenti climatici e incidenza dell’asma, il gruppo di ricerca ha analizzato le oscillazioni periodiche intercorse tra il 1957 e il 2006.

«Per quanto riguarda l’Italia – argomenta Bonomo – le variazioni di siccità ricostruite attraverso l’indice di Palmer (sc-Pdsi) - che misura il grado di severità della stessa - sono state messe in relazione alle fluttuazioni di un indice climatico, la Summer north atlantic oscillation (S-Nao) che, nella sua fase negativa, genera condizioni umide sull’Europa nordoccidentale e condizioni aride sul Mediterraneo centrale. È emerso che nel nostro Paese l’incidenza dell’asma condivide lo stesso schema di fluttuazioni, con una periodicità media di 6 anni».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.