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L’indagine Rse

Case verdi, entro il 2035 tra 2,6 e 3,7 milioni di abitazioni saranno da riqualificare

Il dato riguarda il 10-15% degli alloggi attualmente occupati. Si stima che il risparmio di energia primaria non rinnovabile già raggiunto sia equivalente al 60% dell’obiettivo Epbd 2030 e al 45% del target a dieci anni
 |  Crisi climatica e adattamento

Il settore residenziale è responsabile in Europa del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Per questo ha assunto da tempo un ruolo di primo piano nella strategia europea per la lotta ai cambiamenti climatici e per questo a maggio 2024 è stata pubblicata la Direttiva Epbd IV, comunemente chiamata “case green”. Si tratta di un importante strumento per accelerare nella strategia di decarbonizzazione, considerando che un recente studio ha fatto emergere che nell’Unione europea, per quel che riguarda edifici e taglio delle emissioni, siamo lontani di oltre il 40% rispetto ai target 2030 e 2050. E per quanto riguarda l’Italia? Un’indagine a cui ha dato spazio la rivista Energia, condotta da cinque membri del gruppo efficienza energetica di Rse, evidenzia che in base alla Direttiva comunitaria «si dovrà attuare un piano progressivo di trasformazione del parco immobiliare nazionale in cui tutti gli edifici residenziali, partendo da quelli meno efficienti, dovranno ridurre, rispetto al dato 2020, il loro fabbisogno di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035». Per quanto riguarda il settore residenziale, inoltre, almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria dovrà essere conseguito intervenendo sul 43% degli edifici con le prestazioni peggiori. Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica, dovranno essere a emissioni zero dal 2028 tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione e dal 2030 anche le nuove costruzioni residenziali private.

Punto di partenza dell’analisi Rse è la quantificazione degli obiettivi della Direttiva case green per l’Italia. E la conclusione a cui arrivano i ricercatori è molto chiara: «Si stima che entro il 2035 potrebbero essere coinvolti da 2,6 a 3,7 milioni di abitazioni da riqualificare, pari quasi al 10-15% delle abitazioni attualmente occupate. Si tratta di uno sforzo notevole, ma che può beneficiare dei risultati già conseguiti dalle misure di efficienza energetica attuate tra il 2021 e il 2024. Infatti, Rse stima che il risparmio di energia primaria non rinnovabile già raggiunto sia equivalente al 60% dell’obiettivo Epbd 2030 e al 45% del target 2035». Come raggiungere gli obiettivi della direttiva, considerando i vincoli di bilancio e il contesto internazionale caratterizzato da molte incertezze? Lo studio non propone una soluzione, ma delinea indicazioni e percorsi potenziali che, sulla base delle valutazioni svolte, potrebbero agevolare il cammino verso gli obiettivi prefissati. La prima considerazione è che l’approccio non può prescindere da un presupposto di base: è essenziale definire una strategia in grado di agire «chirurgicamente» sul parco immobiliare. In linea con i requisiti dell’Epbd e per ragioni di opportunità, è prioritario intervenire sugli edifici con le prestazioni peggiori, ovvero quelli in cui il rapporto tra i costi investiti e i benefici ottenuti risulta più favorevole. Secondo lo studio Rse, circa 10,8 milioni di abitazioni in Italia si trovano in queste condizioni. In questo modo, si potranno ridurre i costi per lo Stato e ottenere risparmi più significativi, contribuendo così in modo efficace al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dell’Epbd.

Nell’indagine si dà però spazio anche ad altri due argomenti importanti. Il primo riguarda il coinvolgimento degli utenti, che rappresenta il punto più delicato del tema: secondo uno studio svolto da Doxa, nell’ambito dell’indagine Casa Doxa 2024, il 40% delle famiglie intervistate (circa 7.000 in totale) si dichiarerebbe disposto a investire in progetti di efficientamento. La considerazione che ne deriva è che sebbene questo risultato sia incoraggiante, evidenzia una potenzialità che dovrà successivamente essere concretizzata in azioni reali.

E se già in passato, da altre indagini, è emerso che per adeguarsi alla nuova direttiva Ue all’Italia servono 180 miliardi di euro, il secondo argomento evidenziato dalla ricerca Rse riguarda il fatto che vi è una elevata probabilità che le case più indietro rispetto agli obiettivi e su cui si deve intervenire siano occupate da fasce di popolazione più vulnerabili, caratterizzate da una minore disponibilità economica. «Questo punto di debolezza richiede una particolare attenzione e dovrà essere affrontato», viene sottolineato. «Le politiche di riqualificazione e di rigenerazione urbana, però, possono fornire una risposta efficace, individuando delle soluzioni capaci di conciliare entrambi gli obiettivi: ridurre il consumo di energia nel settore residenziale e mitigare il fenomeno della povertà energetica».

Redazione Greenreport

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