La crisi climatica nel 2024 infrange ogni record. Copernicus: «L'umanità è responsabile del proprio destino»
Esattamente un anno fa il 2023 veniva segnalato come l’anno probabilmente più caldo degli ultimi 100mila, ma il record non è durato che 12 mesi: oggi il Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus (C3S), il programma europeo di punta per l’osservazione della Terra, informa che nel 2024 la crisi climatica ha continuato la sua accelerazione.
Il 2024 emerge come l’anno più caldo mai registrato, segnando +1,6°C nella temperatura media atmosferica globale rispetto all’era preindustriale (1850-1900), e +0,72% rispetto al trentennio climatologico compreso tra il 1991 e il 2020. E il clima ribolle anche sott’acqua: nel 2024, la temperatura superficiale marina media annuale (SST) sull'oceano extrapolare ha raggiunto un massimo storico di 20.87°C, 0.51°C al di sopra della media tra il 1991 e il 2020.
Non solo: il 2024 è stato anche il primo anno solare che ha superato di oltre 1.5°C il livello preindustriale, dato che – se superato stabilmente – infrangerebbe la soglia di sicurezza individuata dall’Ipcc per evitare cambiamenti climatici devastanti quanto irreversibili nella scala dei tempi umani. Di certo c’è che ogni anno dell'ultimo decennio è uno dei dieci più caldi mai registrati.
Secondo gli scienziati di Copernicus «il cambiamento climatico indotto dall'uomo rimane il principale responsabile delle temperature estreme della superficie dell'aria e del mare», anche se altri fattori, come l'Oscillazione meridionale El Niño (Enso), hanno contribuito alle temperature insolite osservate durante l'anno.
«Tutti i dati sulla temperatura globale prodotti a livello internazionale mostrano che il 2024 è stato l'anno più caldo dall'inizio delle registrazioni nel 1850 – conferma Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, ECMWF – L'umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica deve basarsi sull'evidenza. Il futuro è nelle nostre mani: un'azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro».
Una sfida che riguarda in primo luogo il Vecchio continente, dato che il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato anche in Europa, ma con una temperatura media superiore di 1.47°C alla media del periodo di riferimento tra il 1991 e il 2020: il doppio rispetto al dato globale.
Un trend che porta con sé anche l’aumento degli eventi meteo estremi. La quantità totale di vapore acqueo nell'atmosfera ha raggiunto un valore record nel 2024, circa il 5% al di sopra della media tra il 1991 e il 2020 – favorendo la formazione di violenti temporali, sempre più concentrati nel tempo e nello spazio –, mentre al contempo crescono le fasi siccitose: gran parte dell'emisfero settentrionale ha registrato più giorni della media con almeno “forte stress da caldo” nel 2024, e alcune aree hanno visto più giorni della media con “stress da caldo estremo”.
Se la crisi climatica continua dunque a colpire sempre più duro, è perché non stiamo facendo quanto basta per fermarne la corsa. Le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e metano hanno continuato ad aumentare, e hanno raggiunto livelli annuali record nel 2024, rispettivamente a 422 parti per milione (ppm) e 1897 parti per miliardo (ppb).
Le concentrazioni di anidride carbonica nel 2024 erano superiori di 2.9 ppm rispetto al 2023, mentre le concentrazioni di metano erano superiori di 3 ppb: «I nostri dati indicano chiaramente un costante aumento globale delle emissioni di gas serra, che rimangono il principale agente del cambiamento climatico», spiega Laurence Rouil, direttore del Cams di ECMWF.
«Gli obiettivi ambientali e climatici fissati dall'Unione europea sono ambiziosi e necessitano di azioni adeguate, soprattutto considerando i risultati presentati oggi», commenta Mauro Facchini, responsabile dell'Osservazione della Terra presso la DG Industria difesa e spazio della Commissione europea. Altro che “Green deal ideologico”, come continuano a ripetere le destre del Vecchio continente, a partire dalla maggioranza che guida il Governo Meloni.
«Ogni anno dell'ultimo decennio è uno dei dieci più caldi mai registrati – conclude Samantha Burgess, Strategic Lead for Climate, ECMWF – Siamo ormai sull'orlo per superare il livello di 1.5ºC definito nell'Accordo di Parigi e la media degli ultimi due anni è già al di sopra di questo livello. Queste alte temperature globali, unite ai livelli record di vapore acqueo atmosferico nel 2024, hanno comportato ondate di calore e forti precipitazioni senza precedenti, causando sofferenza a milioni di persone».