
Una storia di adattamento alla crisi climatica nel Mesolitico

Nell’estate più rovente della storia, grazie ai ritrovamenti di un’equipe di archeologi del progetto “MesoHistories”, diretto da Niccolò Mazzucco dell’università di Pisa e Javier Rey Lanaspa, archeologo del Governo di Aragona, l’area semi-desertica di Los Monegros, in Spagna, ci restituisce una straordinaria storia di adattamento e sopravvivenza ai cambiamenti climatici avvenuti attorno al 6200 a.C.
La campagna di scavo iniziata a luglio e nel gruppo scientifico sono coinvolti Aitor Ruiz-Redondo, professore presso l’Università di Saragozza e ricercatore presso l’Università di Saragozza, insieme a Ignacio Clemente Conte, ricercatore titolare presso la IMF-CSIC, ed Ermengol Gassiot dell’Università Autonoma di Barcellona. Questa terza campagna vede la partecipazione di studenti delle Università di Pisa e Saragozza ed ha avuto una durata di circa tre settimane, durante le quali si sono concluse le operazioni di scavo, definendo con maggiore precisione l’estensione dell’occupazione e le attività svolte, nonché la raccolta di nuovi campioni per analisi cronologiche e ambientali
Mazzucco spiega che «Lo scenario che si sta componendo è di grandissimo interesse non solo archeologico. In quasi un mese di scavi nel sito chiamato ‘PBM‘, situato a Sariñena (Huesca, Spagna), abbiamo riportato alla luce i resti di almeno una capanna, con buche di palo, quattro focolari in fossa, resti di combustione, alcune punte di proiettile di forma triangolare e trapezoidale, caratteristiche del periodo mesolitico, e un’area di lavorazione della selce. Si tratta del sito più antico finora scoperto nel territorio di Los Monegros; un accampamento all’aperto del Mesolitico, che ci riporta all’epoca degli ultimi cacciatori-raccoglitori-pescatori nomadi vissuti qui in un momento di grave crisi climatica, uno dei periodi più freddi e aridi dell’attuale era geologica, l’Olocene. I resti ritrovati ci aiuteranno a comprendere come questi esseri umani abbiano cercato di adattarsi alla nuova condizione ambientale determinata da quello che viene indicato evento 8.2 ka, ossia il brusco raffreddamento di 1–3° C che circa 8.200 anni fa interessò gran parte dell'emisfero settentrionale e durò circa 160 anni».
Le indagini sui reperti sono ancora in corso, ma i ricercatori sottolineano che «Già i primi risultati delle analisi polliniche ci parlano di un ambiente estremamente diverso da quello attuale. I dati, infatti, indicano che in quel periodo preistorico il luogo dello scavo sarebbe stato caratterizzato principalmente da un paesaggio semi-aperto, dominato da specie come il cipresso e il ginepro. Oltre a ciò, in questo angolo dell’attuale deserto di Los Monegros sembra fosse presente una palude».
E’ sulle rive fossili di quell’antica palude che un piccolo gruppo di cacciatori-raccoglitori nomadi aveva costruito un accampamento per cacciare mammiferi ed uccelli, come testimoniano alcuni resti di ossa trovati durante lo scavo e che raccontano di un significativo cambio di dieta.
Mazzucco conclude: «La caccia agli uccelli non era una cosa molto frequente ed è spesso difficile da documentare a livello archeologico. Nel caso di PBM, la relativa abbondanza di ossa di uccelli e piccoli mammiferi potrebbe suggerire un cambiamento nell’alimentazione di questi cacciatori-raccoglitori-pescatori che si erano adattati alle nuove, più rigide, condizioni climatiche.L’allargamento del numero e del tipo di prede cacciate rispetto ad una dieta altrimenti principalmente basata sulla caccia ai grandi ungulati, quali cervo, cinghiale o capre selvatiche, è spesso riflesso di un adattamento a nuove condizioni ambientali, ad un cambiamento della mobilità e delle strategie economiche di questi gruppi. Sebbene sia ancora presto per trarre conclusioni, e solo le analisi di laboratorio potranno chiarire l’effettiva composizione delle specie cacciate, PBM è un sito che potrà offrire nuovi spunti per interpretare quest’ultima fase di vita dei cacciatori-raccoglitori-pescatori europei, all’alba della rivoluzione Neolitica, che pochi secoli dopo il 6200 a.C. porterà nuovi stravolgimenti con l’arrivo di specie domestiche e l’inizio dell’agricoltura».
Per seguire gli aggiornamenti sullo scavo PBM e sul progetto, è attivo il profilo instagram @mesohistories.
