
Spagna: quando la sinistra “perdente” ferma la destra

Dalle elezioni spagnole doveva uscire una sconfitta netta della sinistra. che aveva governato bene – e una vittoria del Partido Popular (PP) che avrebbe comunque dovuto fare un governo di coalizione con Vox, il partito di estrema destra tanto caro a Giorgia Meloni. Era quel che sperava non solo il governo italiano per ribaltare la maggioranza Ue, ma anche molta stampa italiana “indipendente” ma filogovernativa che puntava alla normalizzazione. Gli spagnoli hanno avuto paura di quel che in Italia è diventato “normale”.
Lo scontro diretto e durissimo tra il Partido Socialista Obrero Español (PSOE) del premier Pedro Sánchez e la sinistra di Sumar (in Spagna la sinistra ha la strana abitudine di non dividersi, al contrario che in Italia) e i fascisti nostalgici franchisti non solo ha ridimensionato Vox, ma il PP “vincente” di Alberto Núñez Feijóo ha staccato il PSOE di soli 300.000 voti, arrivando primo ma rendendogli impossibile fare un governo di destra con UPN, Vox e Coalición Canaria. La scommessa di Sánchez – che ha convocato nuove elezioni subito dopo la sconfitta patita alle comunali e regionali - ha funzionato e il PSOE è addirittura cresciuto in voti e seggi e il premier uscente può tentare di fare un governo in un Parlamento che El Paìs ha definito «Un labirinto».
Anche la coalizione di sinistra, ambientalista e femminista di Sumar, guidata da Yolanda Dìaz, resiste e conquista 31 seggi, contribuendo così a scongiurare l'arrivo dell'estrema destra a La Moncloa e dicendosi subito pronta a un accordo di governo con PSOE e altri partiti di sinistra e autonomisti per formare un fronte antifascita.
Senza la sconfitta estrema destra di Vox il PP non può fare il governo, ma con Vox e il suo nazionalismo estremo nessuna formazione autonomista e indipendentista, a cominciare dai catalani e dai baschi, darà mai il voto a un governo. Quindi, la destra data per vincente sicura anche ieri dai grandi giornali italiani che suonavano le fanfare del pragmatismo popolare e del fiuto politici di Giorgia Meloni, certi della sicura vittoria della destra spagnola e di un fronte sovranista ispano-italico-greco, si ritrovano oggi a dover rifare i conti nel labirinto abilmente costruito da Sánchez per isolare e confondere il minotauro neofascista.
Commentando i risultati elettorali, Sánchez ha detto: «Ringraziamo innanzitutto i veri protagonisti, tutti gli spagnoli che hanno votato e hanno mostrato un comportamento democratico esemplare, come sempre, come si conviene a una grande democrazia come la nostra.Grazie a tutti i cittadini, grazie ai cittadini che sono andati ai seggi elettorali, grazie alle Forze e Corpi di Sicurezza dello Stato, ai sindaci e ai rappresentanti di tutti i partiti. Grazie ai lavoratori delle Poste. Grazie a tutta la Spagna perché abbiamo dimostrato al mondo che siamo una democrazia forte, pulita, una grande democrazia. Grazie a tutti i compagni e compagne che sono stati nei seggi. Avete appresentato il PSOE come sempre. E grazie agli oltre 7 milioni di persone che hanno votato per il PSOE, abbiamo ottenuto più voti, più seggi e una percentuale più alta rispetto a quattro anni fa. Grazie di cuore. E’ un orgoglio, un onore e una responsabilità potervi rappresentarvi. Qualche settimana fa, il 29 maggio dopo le elezioni regionali e comunali, dopo il 28 maggio, ho indetto le elezioni anticipate perché credevo che come società dovessimo decidere quale strada prendere: una strada in avanti per i prossimi quattro anni o una strada all'indietro come propone il PP con Vox. La Spagna è stata molto chiara. La Spagna e tutti i suoi cittadini che hanno votato sono stati clamorosamente chiari: il bloque involucionista e arretrato, che proponeva l'abrogazione totale di tutti i progressi che abbiamo fatto in questi quattro anni, è fallito. Chi ha rilanciato il maschilismo, la battuta d'arresto dei diritti e delle libertà, oggi ha fallito e il blocco regressivo di PP e Vox è stato sconfitto. Siamo molti di più a volere che la Spagna continui ad avanzare invece che seguire la via della regressione segnata dal PP con Vox. Uomini e donne spagnoli, compagne e compagni, siamo molti di più che vogliamo che la Spagna avanzi e così continuerà ad essere».
Secco il commento di Sumar che si rivolge ai suoi elettori che in molti davano in fuga e sfiduciati: «La speranza ha vinto la paura. Abbiamo cambiato il copione. Da domani continuiamo a costruire un Paese migliore. Tutto questo l'avete fatto voi e voi. Grazie mille.
Il socialista Sánchez ha battuto la destra alleata dalla Meloni con una politica più a sinistra di quella di Elly Schlein che buona Parte del PD sta già mettendo in discussione nel nome di un moderato realismo “vincente” (sic!) e alleandosi con una formazione dichiaratamente di sinistra radicale e puntando a fare il governo con formazioni autonomiste e indipendentiste. E’ così che il PSOE alleato del PD in Europa ha fermato in meno di due mesi l’avanzata di una destra che sembrava inarrestabile. E’ così che ha vinto: parlando di ideali, principi, diritti dei lavoratori e delle donne, ambiente e clima, antifascismo… non con in mano il bilancino da farmacista di una politica impaurita dalle stesse idee che dovrebbe praticare.
Forse nemmeno Sánchez e la Dìaz potranno uscire da quel labirinto di voti e sigle, forse non ce la faranno a fare un nuovo governo che porti avanti le riforme civili e democratiche, di emancipazione del lavoro e delle donne che la destra voleva fermare nel nome di un cristianesimo identitario, di una xenofobia sovranista, di un nazionalismo anti-minoranze e di un negazionismo climatico montanti. Forse il labirinto porterà la Spagna a nuove elezioni entro 6 mesi… Ma la sinistra spagnola ha dimostrato all’Europa e all’Italia che si può battere la destra solo facendo la sinistra.
