Skip to main content

Clima, per restare entro +1,5°C necessario aumentare del 64% gli investimenti in ricerca

Cmcc: «I soldi non sono il problema. Si potrebbero progettare delle politiche attive di innovazione riducendo tasse sugli stipendi, potenziando così la creazione di posti di lavoro»
 |  Crisi climatica e adattamento

La crisi climatica sta correndo sempre più velocemente – la prima settimana di luglio è stata la più calda mai registrata al mondo – ma siamo ancora in tempo per restare entro la soglia di sicurezza dei +1.5°C rispetto all’era pre-industriale.

La migliore chance per farlo è investire nella società della conoscenza, secondo il nuovo studio A research and development investment strategy to achieve the Paris climate agreement, condotto dai ricercatori del Centro euro mediterraneo su cambiamenti climatici (Cmcc) in tandem con l’istituto di ricerca E3-Modelling.

Appena pubblicato su Nature communication, lo studio indaga diverse strategie di investimento in ricerca e sviluppo (R&S) coerenti con la neutralità climatica, evidenziando la necessità di aumentare gli investimenti in ricerca su tecnologie a basse emissioni di carbonio fino a due terzi.

Più nel dettaglio, per restare entro il +1,5°C tal investimenti dovranno crescere a livello globale del 64%, mentre per rispettare la più rischiosa soglia dei +2°C sarebbe sufficiente incrementarli del 18%.

«In questo lavoro mostriamo anche che i soldi non sono il problema – afferma Lara Aleluia Reis, ricercatrice Cmcc e prima autrice dello studio – Ci sono entrate finanziarie sufficienti per gli sforzi di ricerca e sviluppo. Infatti, si potrebbero progettare delle politiche attive di innovazione che generino benefici economici riducendo tassazioni alteranti, come le tasse sugli stipendi, potenziando così la creazione di posti di lavoro».

Piuttosto è il fattore tempo quello «essenziale», come sottolinea la co-autrice Elena Verdolini: «Gli investimenti tempestivi e costanti in ricerca, sviluppo e dimostrazione sono un componente chiave del portafoglio di politiche per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi: promuovono un circolo virtuoso di dinamiche di apprendimento attraverso l’esperienza che portano a costi tecnologici più bassi».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.