Temperature record ed eventi meteo estremi, nel 2024 anche il ciclo globale dell’acqua è cambiato
Le temperature record registrate nel 2024 stanno provocando cambiamenti significativi anche nel naturale ciclo dell’acqua. Da un lato, con sempre più frequenza sono state registrate in Europa, Asia, Sudamerica, devastanti alluvioni. Dall’altro, nel bacino amazzonico e nell’Africa meridionale si sono alternati cicloni e periodi di pesante siccità che non hanno riguardato soltanto aree a rischio desertificazione. Il Global water monitor segnala nel rapporto riguardante l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle che l’aumento delle temperature causato dalla combustione di combustibili fossili sta incrementando la forza e l’intensità delle precipitazioni di monsoni, cicloni e altri eventi tempestosi, che sia le forti piogge che la siccità stanno diventando più estreme (nel 2024, i mesi con precipitazioni record sono stati il 38% in più rispetto al periodo di base 1995-2005, mentre le precipitazioni da record sono state il 52% più frequenti) e che, soprattutto, le prospettive per il 2025 mostrano rischi ancor maggiori: «Le previsioni climatiche stagionali e le attuali condizioni di utenza segnalano un potenziale peggioramento delle siccità nel sud America settentrionale, nell’Africa meridionale e in alcune parti dell’Asia. Le regioni più umide come il Sahel e l’Europa possono affrontare un elevato rischio di inondazioni. Il cambiamento climatico in corso rende più probabili eventi estremi come inondazioni improvvise, ondate di calore e incendi boschivi ovunque».
Il Global Water Monitor è un consorzio del quale fanno parte istituzioni di tutto il mondo e coinvolge varie organizzazioni pubbliche e private. Il team di ricerca che ha realizzato il rapporto sul 2024 ha utilizzato i dati di migliaia di stazioni di terra e satelliti in orbita attorno al pianeta per fornire informazioni quasi in tempo reale sulle variabili idriche critiche come precipitazioni, umidità del suolo, flussi fluviali e inondazioni. Tra gli enti scientifici che ne fanno parte c’è l’Australian national university (Anu) e il professor Albert van Dijk, docente in questo prestigioso istituto, ha coordinato i lavori del team internazionale impegnato nell’indagine. Spiegal’esperto di discipline scientifiche riguardanti il ciclo dell’acqua: «L’aumento delle temperature della superficie del mare ha intensificato i cicloni tropicali e la siccità nel bacino amazzonico e nell’Africa meridionale. Il riscaldamento globale ha anche contribuito a acquazzoni più pesanti e tempeste più lunghe, come evidenziato da inondazioni mortali in Europa, Asia e Brasile. Nel 2024, la Terra ha vissuto il suo anno più caldo mai registrato, per il quarto anno consecutivo. I sistemi idrici di tutto il mondo hanno sopportato il peso di ciò. Il 2024 è stato un anno di eventi estremi ma non è stato un caso isolato. Fa parte di una tendenza al peggioramento con inondazioni più intense, siccità prolungate ed eventi estremi da record». Il docente dell’Anu sottolinea che il team di ricercatori internazionale ha scoperto che i record delle precipitazioni vengono infranti con una maggiore regolarità. E mentre alcune parti del mondo hanno subito gravi inondazioni nel 2024, altre hanno sopportato una siccità paralizzante. «Nel bacino amazzonico, uno degli ecosistemi più importanti della Terra, i bassi livelli record dei fiumi hanno tagliato le rotte di trasporto e interrotto la generazione di energia idroelettrica. Gli incendi favoriti dal clima caldo e secco hanno bruciato più di 52.000 chilometri quadrati solo a settembre, rilasciando grandi quantità di gas serra», spiega il professor van Dijk. Nell'Africa meridionale, una grave siccità ha ridotto la produzione di mais di oltre il 50 per cento, lasciando 30 milioni di persone ad affrontare carenze alimentari. Gli agricoltori sono stati costretti ad abbattere il bestiame mentre i pascoli si asciugavano. La siccità ha anche ridotto la produzione idroelettrica, portando a blackout diffusi». E per il futuro, dice, «dobbiamo prepararci e adattarci a eventi estremi inevitabilmente più gravi. Ciò può significare difese contro le inondazioni più forti, sviluppare una produzione alimentare e un approvvigionamento idrico più resistenti alla siccità e migliori sistemi di allarme rapido. L’acqua è la nostra risorsa più critica e i suoi eventi estremi, sia inondazioni che siccità, sono tra le maggiori minacce che affrontiamo».