I 10 eventi meteo più estremi del 2024 sono costati oltre 228 miliardi di dollari
Per chi pensa che la transizione ecologica sia un costo anziché un investimento sul benessere e sul futuro, a fine anno è utile fare il conto dei danni provocati dai principali eventi meteo estremi che hanno colpito il globo negli ultimi 12 mesi.
Se la World weather attribution e Climate central stimano che le vittime a livello internazionale siano arrivate nell’ordine delle centinaia di migliaia solo quest’anno, il nuovo rapporto Counting the cost di Christian aid si concentra sui danni economici, restringendo le osservazioni ai soli 10 eventi meteo più estremi: il totale arriva a 228,77 miliardi di dollari.
«Ancora una volta, questo rapporto ci mostra che il cambiamento climatico sta già avendo un costo insopportabile sulle nostre vite – commenta Davide Faranda, direttore della ricerca in Fisica del clima presso l'Istituto Pierre Simon Laplace – Negli ultimi 12 mesi, eventi meteorologici estremi hanno ucciso migliaia di persone in tutto il mondo e causato enormi danni alle nostre città e agli ecosistemi naturali. La buona notizia è che possiamo fermare e invertire questa tendenza, e una soluzione già esiste: è fondamentale smettere di bruciare combustibili fossili per fermare l'alimentazione di eventi meteorologici estremi. Se non lo facciamo, continueremo a vedere anni sempre più pieni di sofferenza e distruzione, riducendo il tempo a disposizione per elaborare strategie di adattamento efficaci».
In termini di eventi che hanno causato il costo finanziario maggiore nel 2024, gli Stati Uniti hanno subito i danni maggiori, con l'uragano Milton di ottobre al primo posto come singolo evento più costoso con 60 miliardi di dollari di danni e 25 morti. L'uragano Helene, che ha colpito Stati Uniti, Cuba e Messico a settembre, è stato il secondo con 55 miliardi di dollari e 232 morti. In effetti, gli Stati Uniti sono stati colpiti da così tante tempeste costose durante l'anno che, anche escludendo gli uragani, le altre tempeste convettive hanno causato più di 60 miliardi di dollari di danni e 88 morti.
L'Europa ha rappresentato tre dei 10 disastri più costosi, con la tempesta Boris in Europa centrale e le inondazioni in Spagna e Germania che hanno causato complessivamente 13,87 miliardi di dollari di danni e 258 morti, di cui 226 nelle inondazioni di Valencia a ottobre. In Brasile, ospite del vertice sul clima COP30 nel 2025, le inondazioni nello stato di Rio Grande do Sul hanno ucciso 183 persone e causato 5 miliardi di dollari di danni.
Il rapporto evidenzia anche dieci eventi meteorologici estremi che non hanno accumulato perdite assicurative sufficientemente grandi da rientrare nei primi dieci, ma che sono stati altrettanto devastanti e spesso hanno colpito milioni di persone. Tra questi ci sono stati diversi eventi nei paesi più poveri, dove molte persone non dispongono di assicurazioni e dove i dati sono meno disponibili.
«La sofferenza umana causata dalla crisi climatica riflette scelte politiche – commenta Patrick Watt, ad di Christian Aid – Non c'è nulla di naturale nell'aumento della gravità e della frequenza di siccità, inondazioni e tempeste. I disastri sono potenziati dalle decisioni di continuare a bruciare combustibili fossili e consentire l'aumento delle emissioni. E sono aggravati dal costante fallimento nel mantenere gli impegni finanziari verso i paesi più poveri e vulnerabili al clima. Nel 2025 dobbiamo vedere i governi guidare e agire per accelerare la transizione verde, ridurre le emissioni e finanziare le loro promesse».