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Come la criminalità organizzata e i gruppi armati danneggiano le popolazioni del Sahel

Traffico di droga, armi da fuoco, migranti e carburante gestiti da criminalità organizzata transnazionale, gruppi armati, vigilantes e Jihadisti
 |  Crisi climatica e adattamento

Abdoulaye Mar Dièye, Coordinatore speciale per lo sviluppo all'Ufficio per la strategia integrata delle Nazioni Unite per il Sahel (UNIS) ha definito «Il Triangolo delle Bermude»  l’area del Sahel dell’Africa Occidentale nella quale negli ultimi anni si è sviluppato il traffico illegale di risorse, droga ed esseri umani. Un traffico  che è stato oggetto di un’indagine dell’Office régional pour l’Afrique de l’Ouest et du Centre de l’Office dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) e dei suoi partner statali.

I rapporti di analisi delle minacce della criminalità nel Sahel (Transnational Organised Crime Threat Assessment, TOCTA) menzionano «Traffico di droga, armi da fuoco, migranti e carburante» che hanno in comune il contrabbando e la corruzione attraverso le quali viene gestita una catena controllata da «Reti della criminalità organizzata transnazionale, gruppi armati non statali, vigilantes ed estremisti violenti».

Se Giorgia Meloni volesse davvero cercare i trafficanti in tutto il globo terracqueo dovrebbe probabilmente cominciare da qui.

Secondo Amado Philip De Andrès, rappresentante dell'UNODC per l'Africa occidentale e centrale, «Gli Stati stanno combattendo davvero contro i traffici. Durante le operazioni internazionali realizzate tra il 2017 e il 2021 in Africa occidentale, i sequestri sono ammontati ad almeno 605 tonnellate di prodotti medici. Tra il 2017 e il 2021 in Burkina Faso Sono aumentati del 105% per i fucili d'assalto. Se ci sono sequestri è perché gli Stati stanno lottando».

Ma le attività dei gruppi criminali sono favorite proprio dalle vulnerabilità di Paesi spesso in mano a dittature militari o a governi autoritari  e dai bisogni delle popolazioni che Stati poverissimi, indebitati e colpiti duramente dal cambiamento climatico hanno difficoltà a soddisfare.

Un’inchiesta pubblicata dal Centre d’information des Nations Unies di Dakar, François André Patuel Emile, coautore del rapporto TOCTA, evidenzia che «Il carburante rappresenta una merce facile, discreta e strategica per i trafficanti ed è molto difficile da regolamentare per gli Stati. Oggi tutti hanno bisogno di carburante economico. Difficile, quindi, lottare contro i suoi traffici e dire a uno che trasporta 250 litri di prodotto in moto per fare il suo piccolo guadagno tra Nigeria e Niger: “Ora non puoi più passare il confine”. Influirà sulla sua vita e su quella dei suoi cari. Questa attività transfrontaliera illecita coinvolge anche altri attori come i grandi criminali che andranno a corrompere gli agenti dell'amministrazione. Il pericolo è che altri prodotti sfuggano al controllo, comprese le droghe dato che le persone possono usare i camion per contrabbandarle e le stazioni di servizio lecite per il riciclaggio di denaro, così come le droghe illecite rivendute nelle farmacie autorizzate. Un'altra realtà è che il carburante passa attraverso aree controllate da gruppi estremisti violenti che lo usano per alimentare i loro veicoli fuoristrada e moto utilizzati nelle loro attività».

Nel Sahel ogni anno muoiono più di 400.000 persone per aver consumato farmaci antimalarici e antibiotici contraffatti e di qualità inferiore. La criminalità organizzata ha un impatto diretto sulle popolazioni della regione con la proliferazione delle armi che nel 2022 ha causato la morte di 9.300 persone.

Gli Stati del Sahel sono stati coinvolti durante tutta la ricerca che ha portato ai rapporti dell'UNODC che evidenzia: «I dati raccolti consentono di valutare la minaccia rappresentata dalla criminalità transnazionale nel Sahel, di convalidare la legislazione messa in atto dagli Stati e di sapere se sono in grado di contrastare efficacemente il traffico».

De Andrès conclude sottolineando «Il loro ruolo degli Stati al fine di definire una visione generale, chiara e comune in modo che diventino "campioni" nella lotta alla tratta nel quadro della cooperazione intergiudiziale regionale».

Redazione Greenreport

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