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Yemen: dopo 8 anni di guerra centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati

Unicef: «Bambini e famiglie si sentono bloccati in un ciclo perpetuo di disperazione»
 |  Crisi climatica e adattamento

A 8 anni dall’inizio della guerra, l’Unicef ha avvertito che «Senza un'azione urgente, milioni di persone nello Yemen potrebbero affrontare rischi sempre maggiori di fame e malnutrizione. 8 brutali anni di conflitto hanno lasciato circa 11 milioni di bambini bisognosi di assistenza umanitaria e molte delle loro famiglie hanno dovuto affrontare una grave malnutrizione».

Peter Hawkins, rappresentante Unicef nello Yemen, ha sottolineato che «Milioni di vite di milioni di bambini vulnerabili nello Yemen rimangono a rischio a causa delle conseguenze quasi inimmaginabili e insopportabili della guerra opprimente e senza fine. L’Unicef è rimasta qui, fornendo il sostegno di cui avevano disperatamente bisogno negli ultimi 8 anni, e prima, ma  senza una pace duratura non potremo fornire altrettanto sostegno ai bambini e alle famiglie colpite».

La crisi umanitaria in Yemen nasce nel 2015, quando le milizie Houthi sciite che governavano il Paese (con l’appoggio dell’Iran) dopo la cacciata a furor di popolo del presidente sunnita Abd Rabbuh Mansour Hadi sono state attaccate dall’intervento armato di una coalizione sunnita – capeggiata dall’Arabia saudita e appoggiata e armata dall’Occidente -  che ha cercato di reinsediare un governo riconosciuto a livello internazionale ma che di fatto è un fantoccio saudita che amministtra la parte sud dello Yemen da Aden, dove operano anche milizie indipendentiste sud-yemenite e Al Qaeda. La guerra, in particolare i bombardamenti aerei sauditi, ha diviso in due il Paese, costringendo alla fuga milioni di persone e distruggendo servizi e infrastrutture essenziali e seminando morte, fame e malattie, compresa un’epidemia di colera, in uno dei Paesi del mondo più colpiti dal cambiamento climatico.

L’Unicef sottolinea che «Nonostante una lunga tregua e i recenti progressi sulla via della pace, si è verificata una devastante convergenza di diversi fattori: otto anni di feroci conflitti, collasso economico e un sistema di sostegno sociale paralizzato, negando ai vulnerabili servizi essenziali. Tra marzo 2015 e novembre 2022, più di 2,3 milioni di bambini sono stati sfollati, 11.000 sono stati uccisi o gravemente feriti, oltre 4.000 sono stati reclutati dalle parti in guerra e ci sono stati più di 900 attacchi contro - e l'uso militare illegale -  a strutture educative e sanitarie. Queste sono cifre verificate, ma il vero bilancio è probabilmente molto più alto».

E un bilancio delle vittime civili  – almeno per quanto riguarda il nord dello Yemen - lo ha fatto un rapporto di  Eye of Humanity Center for Rights and Development, un’organizzazione vicina al governo Houthi di Sana’a  che ha rivelato che «48.349 cittadini sono stati uccisi e feriti, 18.140 di loro sono stati uccisi e altri 30.254 sono rimasti feriti. 4.079 bambini sono stati uccisi e altri 4.790 feriti, mentre 11.603 uomini sono stati uccisi e altri 22.476 feriti, mentre il numero di donne uccise è di 2.458 e altre 2.988 sono rimaste ferite».

Secondo il rapporto, «Durante otto anni di aggressione e assedio, sono stati presi di mira 15 aeroporti, 16 porti, 346 centrali elettriche, generatori, 617 reti e stazioni di comunicazione, 3.095 serbatoi e stazioni idriche, 2.105 strutture governative e 7.293 strade e ponti». Inoltre, i bombardamenti aerei sauditi e le azioni militari della coalizione sunnita avrebbero colpito: «409 fabbriche, 390 autocisterne di carburante, 12.088 stabilimenti commerciali, 466 allevamenti di polli e bestiame, 10.279 mezzi di trasporto, tra cui 485 pescherecci e 1.020 negozi di alimentari, 427 stazioni di rifornimento, 704 mercati e 1.040 camion di cibo».

Il centro ha monitorato attacchi aerei che definisce «USA-Arabia Saudita» a: «603.110 abitazioni, 182 strutture universitarie, 1.714 moschee, 384 strutture turistiche, 417 ospedali e strutture sanitarie, 1.265 scuole e strutture educative, 11.350 campi agricoli, 141 impianti sportivi, 258 siti archeologici e 61 strutture multimediali». Sembra di sentire la cronaca della guerra in Ucraina e invece è quello che avviene da 8 anni in un Paese poverissimo, dimenticato ma strategico per le rotte del petrolio, senza che le televisioni e i giornali se ne occupino. Eppure è la stessa sofferenza – e se possibile di più - di donne e bambini, di persone innocenti. E’ la storia di un Paese che ne invade un altro, ma con i protagonisti dislocati geopoliticamente al contrario. Forse è da questa vergogna, dall'avere come amico e alleato un Paese dittatoriale e sanguinario come l'Arabia saudita, che nasce un’omertà colpevole?

Intanto, Eye of Humanity Center for Rights and Development denuncia che «L'aggressione USA-Arabia Saudita continua a prendere di mira quartieri e aree popolate e distruggere le infrastrutture e le capacità del Paese, alla luce di un sospetto silenzio internazionale. La guerra ha causato la morte di centinaia di migliaia di yemeniti e altri milioni di sfollati. Ha anche distrutto le infrastrutture dello Yemen e diffuso carestia e malattie infettive».

Una denuncia confermata diplomaticamente da Hawkins: «Dopo 8 anni, molti bambini e famiglie si sentono bloccati in un ciclo perpetuo di disperazione. Visitando di recente una delle famiglie che sono state sfollate dalla loro case da più di 7 anni, mi sono reso conto che per troppe famiglie poco della loro situazione è cambiata, al di là dei volti dei bambini. I bambini sono cresciuti conoscendo praticamente solo la guerra, fornire a questi bambini un po' di spazio per la speranza di un futuro pacifico è assolutamente fondamentale».

E, a proposito di guerre di serie “A” e di serie “B”, l'Unicef richiede urgentemente 484 milioni di dollari per continuare la sua risposta umanitaria salvavita per i bambini nello Yemen nel 2023 e avverte: «Se i finanziamenti non vengono ricevuti, l'Unicef potrebbe essere costretto a ridurre la sua assistenza vitale».

Hawkins conclude: «I bambini dello Yemen dovrebbero essere in grado di guardare al futuro con speranza, non con paura. Chiediamo a tutte le parti di aiutarci a trasmettere quella speranza impegnandoci con il popolo yemenita e tirando indietro un paese e una popolazione stanca dall'orlo del baratro».

Nonostante le grandissime difficoltà e la scaristà di finanziamenti, nllo Yemen nel 2022 l'Unicef è stata in grado di: Curare più di 375.000 bambini affetti da malnutrizione acuta grave in 4.584 strutture di assistenza sanitaria primaria e 34 centri di alimentazione terapeutica. Dispensare trasferimenti di denaro di emergenza a 9 milioni di persone. Fornire l'accesso all'acqua potabile sicura e sostenibile a 6,2 milioni di persone, compreso il carburante per supportare la produzione e la distribuzione di acqua pulita a 36 compagnie locali di acqua e servizi igienico-sanitari in 15 governatorati. Inoculare più di 2,1 milioni di bambini con i vaccini contro il morbillo e la poliomielite. Sostenere i servizi psicosociali per oltre 478.000 bambini e operatori sanitari nelle aree colpite da conflitti e l'educazione salvavita contro il rischio mine per oltre 5,2 milioni di bambini e membri delle  comunità. Raggiungere più di 2,7 milioni di persone che vivono in aree rurali remote senza accesso ai centri sanitari pubblici. Fornire supporto ai servizi di salute materna, neonatale e infantile in 24 ospedali. Aumentare i servizi anti-malnutrizione presso 4.500 centri di programmi terapeutici ambulatoriali statici e 288 team mobili. Fornire materiali didattici individuali a più di 538.800 bambini per consentire loro di continuare la scuola.

Redazione Greenreport

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