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Debito, povertà, crisi climatica: la Caritas lancia una campagna in occasione del Giubileo

Partita la petizione “Turn debt into hope”: «Si stanno privando le nazioni delle risorse necessarie per investire nella salute, nell’istruzione, nell’azione per il clima e nel futuro dei giovani»
 |  Crisi climatica e adattamento

Nella sua lettera di invito al Giubileo del 2025, Spes Non Confundit (“La speranza non delude”, Rm 5,5), Papa Francesco ricorda che «la speranza deve essere concessa ai miliardi di poveri che spesso mancano dell'essenziale della vita» e che «i beni della Terra non sono destinati a pochi privilegiati ma a tutti». Ispirata da questo appello alla giustizia, «Caritas Internationalis, insieme alle organizzazioni di fede e della società civile, invita tutte le persone di buona volontà ad aderire alla nostra campagna “Trasforma il debito in speranza”»: «Insieme, esortiamo i responsabili delle decisioni a dare priorità alle persone e al pianeta rispetto al mero profitto».

Affrontare la crisi del debito è infatti essenziale per consentire una giusta transizione e per migliorare le attività di mitigazione e contrasto rispetto ai cambiamenti climatici. Ecco perché in occasione del Giubileo che sta per cominciare con l’apertura della Porta Santa, la Caritas ha lanciato la campagna globale “Turn Debt into Hope” (Trasforma il debito in speranza).  L’obiettivo è quello di dare un contributo concreto in questo senso, accrescere la consapevolezza di quel che significa il protrarsi delle situazioni debitorie per i paesi più in difficoltà e favorire soluzioni rispetto alla crescente crisi del debito.

Tra l’altro, questa non è la prima volta che la Caritas lancia una campagna globale su tale questione, considerato che già per il Giubileo del 2000 aveva lanciato una serie di iniziative con al centro il tema della cancellazione del debito per i Paesi del cosiddetto sud del mondo. Trascorsi 25 anni, la situazione non lascia indulgere in un più marcato ottimismo, anzi. E oggi si aggiunge una sottolineatura sulla necessità di tenere insieme le difficoltà economiche e le crisi climatiche, di cui a fare le spese sono sempre più spesso proprio le popolazioni più svantaggiate. 

La campagna “Turn Debt into Hope” è già stata avviata con il lancio di una petizione internazionale verrà consegnata ai rappresentanti di governi e organizzazioni internazionali in occasione dei vertici in agenda per i prossimi mesi, tra cui il G7 in Canada, il G20 in Sudafrica e la COP30 in Brasile. Il messaggio è che bisogna agire diversamente da quanto fatto finora, se si vogliono affrontare i problemi legati all’ambiente e alla povertà. Scrive la Caritas: «I debiti pubblici insostenibili e ingiusti privano le nazioni delle risorse necessarie per investire nella salute, nell'istruzione, nell'azione per il clima e nel futuro dei loro giovani, imprigionando intere generazioni in cicli di povertà e disuguaglianza. Questo ci obbliga a chiedere giustizia sul debito per le comunità schiacciate da debiti ingiusti e non pagabili. Come scrive il Santo Padre, “se vogliamo veramente preparare un cammino di pace nel nostro mondo, dobbiamo impegnarci a rimediare alle cause remote dell'ingiustizia, saldando i debiti ingiusti e non pagabili».

La campagna della Caritas si basa su pochi pilastri. Le richieste principali sono, prima di tutto, fermare la crisi del debito, cancellando e rimediando a debiti ingiusti e insostenibili, senza porre condizioni di politica economica; la seconda richiesta è di impedire che le crisi del debito si ripetano affrontando le cause alla radice, riformando il sistema finanziario globale per dare priorità alle persone e al pianeta; la terza richiesta: istituire un quadro permanente, trasparente, vincolante e completo per il debito all'interno delle Nazioni Unite.

Redazione Greenreport

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