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Il ciclone Chido continua a seminare morte e distruzione: dopo Mayotte, si abbatte sul Mozambico

Si contano a centinaia le vittime, ma i soccorritori scavano tra le macerie e temono un’ecatombe. Mobilitate le Nazioni Unite. Macron è volato sull’Isola dell’Oceano indiano: «Ci risolleveremo insieme»
 |  Crisi climatica e adattamento

Dopo aver portato morte e distruzione nel territorio di Mayotte, nell'Oceano Indiano, il ciclone tropicale Chido ha colpito il Mozambico con conseguenze catastrofiche per la popolazione. L’Organizzazione meteorologica mondiale (World meteorological organization) ha fatto il punto di quanto sta avvenendo negli ultimi giorni a causa di calamità naturali che si sono abbattute su questa porzione di pianeta con una violenza che non si vedeva da almeno 90 anni. 

Chido ha colpito il territorio francese situato nell’Oceano Indiano il 14 dicembre con venti di oltre 200 km all'ora. È stata la tempesta più forte a colpire Mayotte dalla prima metà del secolo scorso, secondo Météo-France. Le piogge torrenziali hanno accompagnato le violente raffiche - 176 mm in 12 ore – con anche mari in burrasca e onde di altezze medie di 5 metri. La forza del ciclone è stata tale da distruggere parte della struttura osservazionale di Météo-France. Si teme un’ecatombe e tra le migliaia di dispersi sono ci sono anche centinaia di volontari della Corce rossa

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato il lutto nazionale ed è volato sull’isola: «Ci risolleveremo insieme», sono state le sue prime parole appena atterrato. Una massiccia operazione di emergenza e soccorso è stata mobilitata perché i primi rapporti parlano di 35 vittime finora accertate ma hanno anche avvertito che centinaia di persone potrebbero aver perso la vita sulla piccola isola, che non è abituata a così forti cicloni tropicali e dove ci sono molte strutture abitative poco solide.

Il pesante bilancio dei danni a cose e persone si è verificato nonostante gli avvisi tempestivi di Météo-France forniti con più di 50 ore di anticipo. Il fatto è che Chido ha preso una traiettoria insolita: ha costeggiato la più grande isola dell'Oceano Indiano, Madagascar, che avrebbe potenzialmente indebolito il ciclone, e ha colpito Mayotte inghiottendola totalmente. Chido si è poi diretto verso il Mozambico il 15 dicembre prima di indebolirsi, portando comunque forti piogge sia in Mozambico che in Malawi e mietendo vittime.

Météo-France ha detto che ancora non è del tutto chiaro che ruolo possa aver avuto

il cambiamento climatico in questa drammatica vicenda. «Gli impatti di Chido sono dovuti soprattutto alla sua traiettoria e al colpo diretto su Mayotte», ha commentato l’emittente sul suo sito web. «Questo è un evento estremamente raro che non si vede da 90 anni. Il nostro attuale stato di conoscenza non ci consente di trarre conclusioni sul ruolo del cambiamento climatico sulla pista del ciclone e sulla sua intensità».

Anche sul territorio del Mozambico l’intensità del ciclone si è ridotta soltanto dopo aver provocato ingenti danni alla popolazione. La tempesta ha colpito durante il fine settimana, colpendo almeno 184.000 persone. Secondo le autorità, circa 45 persone sono state uccise e altre 500 ferite, principalmente nella provincia di Cabo Delgado. Più di 35.000 case sono state distrutte o gravemente danneggiate. Anche quasi 50 centri sanitari e quasi 150 scuole sono stati danneggiati e non sono più funzionanti.

Le Nazioni Unite e i partner stanno mobilitando il sostegno per le famiglie più colpite nel distretto di Mecufi a Cabo Delgado. Hanno raggiunto 2.000 famiglie con cibo, riparo e altre forniture essenziali, ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric ai giornalisti che hanno partecipato al suo briefing quotidiano a New York. «I team medici mobili vengono distribuiti nei distretti più colpiti per fornire servizi sanitari essenziali. Sono anche in corso sforzi per combattere le malattie trasmesse dall'acqua distribuendo cloro e materiali per la purificazione dell'acqua, oltre a fornire informazioni sulla prevenzione del colera», ha detto. Le squadre mobili sono state inoltre schierate per sostenere i bambini non accompagnati o che sono stati separati dalle loro famiglie, ha aggiunto.

Redazione Greenreport

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