Con l’aumento del livello del mare cresce il rischio tsunami nel Mediterraneo
Un nuovo studio pubblicato su Scientific reports a valle dei progetti europei di ricerca Savemedcoasts2 e Tsumaps-Neam – entrambi coordinati dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) – mostra che previsto aumento del livello del mare causato dal riscaldamento globale, combinato con i movimenti geologici costieri, potrebbe potenzialmente accrescere il rischio per oltre 150 milioni di persone che vivono affacciate sul Mediterraneo.
«Alla fine di questo secolo, il livello medio globale del mare potrebbe salire fino a circa 1,1 metri rispetto a oggi – spiega Marco Anzidei, ricercatore dell’Ingv, coautore dello studio e coordinatore del progetto Savemedcoasts2 – Questo rappresenta potenzialmente un rischio crescente per le popolazioni costiere del Mediterraneo che non possiamo sottovalutare».
Le mappe prodotte dai ricercatori mostrano che, entro i prossimi 50 anni, la probabilità di avere nel Mediterraneo onde di tsunami che causano inondazioni di 1-2 metri potrebbe aumentare dal 10% al 30%.
«Questo significa un significativo incremento del rischio, in particolare per le coste più basse del Mediterraneo, una delle aree più popolate al mondo», sottolinea Anzidei. L’importanza di queste analisi è cruciale per la pianificazione e la gestione dei rischi nelle aree costiere, ma di fatto l’Italia è ancora molto indietro su questo fronte.
Soltanto 1 Comune – ovvero Minturno, in provincia di Latina – ha già ricevuto il prestigioso riconoscimento di “Comune Tsunami ready” da parte della Commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco (Unesco-Ioc), a valle di quattro anni di preparazione per aumentare la sicurezza di territorio e cittadini. Un esempio che oggi anche gli altri Comuni costieri farebbero bene a seguire, velocemente.