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Il nuovo report del Building performance institute Europe

Edifici e decarbonizzazione, nell’Unione europea lontani di oltre il 40% rispetto ai target 2030 e 2050

Nel 2022 il divario dagli obiettivi è più che raddoppiato rispetto al 2016. Le emissioni di CO2 derivanti dal consumo di energia degli immobili sono diminuite solo del 14,7% dal 2015
 |  Crisi climatica e adattamento

Il settore degli edifici dell'Unione europea è significativamente fuori strada per quel che riguarda gli obiettivi climatici per il 2030 e il 2050. Nel complesso, i quattro indicatori chiave del “Buildings Climate Tracker” (Bct dell'Ue) - ovvero la riduzione delle emissioni di CO2, consumo finale di energia, quota di energia rinnovabile e investimenti in ristrutturazione - sono oltre il 40% lontani dal necessario percorso di decarbonizzazione. Il dato emerge da uno studio effettuato dal Building performance institute Europe (Bpie), un think tank europeo che si occupa di tematiche riguardanti questo settore. 

Quanto evidenziato non è di poco conto, perché il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici è una delle maggiori fonti di emissioni di gas serra in Europa. Poiché l'Ue e i suoi Stati membri hanno stabilito obiettivi chiari per ridurre queste emissioni, i progressi richiedono un attento esame. E proprio per valutare se il settore è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, Bpie ha sviluppato l'European Buildings Climate Tracker (Ee Bct), giunto alla sua terza edizione. 

Ebbene, l'ultimo indice rivela che il settore degli edifici dell'Ue è molto lontano dalla strada su cui dovrebbe essere. Con il 2022 che segna il punto a metà strada verso il nostro traguardo climatico del 2030 previsto dall'accordo di Parigi, il punto di partenza del monitoraggio Bpie, la dura realtà è che i progressi al ritmo attuale non consentiranno di raggiungere gli obiettivi del 2030. Un fattore decisamente allarmante à che il divario dal target di decarbonizzazione nel 2022 è più che raddoppiato rispetto al 2016.

Il Tracker si basa su una scala di 100 punti, partendo da zero nel 2015 e raggiungendo 100 per la neutralità climatica nel 2050. Nel 2022, la differenza tra il tracker e il percorso di neutralità climatica ha superato i 13 punti di decarbonizzazione, registrando progressi inadeguati. Questo deficit è dovuto principalmente a riduzioni insufficienti del consumo finale di energia, a un lento lancio di sistemi di riscaldamento e raffreddamento rinnovabili e a investimenti di ristrutturazione non realizzati.

Questi i punti salienti evidenziati dal rapporto:

  • Le emissioni di CO2 derivanti dal consumo di energia degli edifici sono diminuite solo del 14,7% dal 2015, ben al di sotto della riduzione richiesta del 27,9% entro il 2022. Questo deficit ha comportato ulteriori 367 milioni di tonnellate di CO2 emesse nell'atmosfera, equivalenti a quasi un anno di emissioni dell'intero patrimonio edilizio dell'Ue.
  • Il consumo finale di energia negli edifici è diminuito solo del 2,8%, mentre l'obiettivo era una riduzione del 6,5%. La riduzione sta avvenendo a meno della metà del ritmo richiesto.
  • La quota di energia rinnovabile è aumentata solo del 6,3%, ben al di sotto dell'obiettivo di un aumento del 18% entro il 2022, principalmente a causa della lenta adozione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento rinnovabili. Le energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento devono quadruplizzare per essere in linea con i target stabiliti.
  • Gli investimenti nella ristrutturazione degli edifici rimangono una grande barriera, con investimenti che raggiungono solo il 60,6% dell'obiettivo richiesto per il 2015-2022. Questo sottoinvestimento renderà le future ristrutturazioni più impegnative e probabilmente più costose.

La lenta trasformazione degli edifici non è solo un problema climatico è un problema di beessere per le persone, sottolineano i ricercatori del Bpie. Gli edifici che emettono meno CO2 sono migliori perché promuovono la salute fisica e mentale, migliorano la stabilità finanziaria, sostengono l'equità sociale, rafforzano la resilienza nelle crisi e migliorano la sicurezza energetica. L'aumento dei costi energetici guidato dai cambiamenti economici post-Covid e dalla crisi energetica a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina ha esacerbato la povertà energetica, colpendo ora il 9,3% della popolazione dell'Ue. Nel 2022, le famiglie hanno dovuto affrontare bollette energetiche del 24% superiori alle medie pre-2020. Le cattive condizioni degli edifici, che colpiscono il 15,5% dei residenti dell'Ue, sono legate a problemi di salute respiratoria, costi sanitari più elevati e problemi di salute mentale. Edifici più sani ed efficienti dal punto di vista energetico possono migliorare il benessere mentale a casa, accelerare i tempi di recupero per i pazienti ospedalieri, ridurre il turnover dei dipendenti nel settore sanitario e ridurre i costi medici complessivi. Nei luoghi di lavoro e nelle scuole, il miglioramento delle condizioni interne può aumentare la produttività e i risultati dell'apprendimento, aggiungendo un valore economico sostanziale in tutta l'Ue.

La decarbonizzazione degli edifici presenta anche un'opportunità unica per la creazione di posti di lavoro, con stime che suggeriscono da 12 a 18 posti di lavoro locali generati per milione di euro investiti, e fino a 160.000 posti di lavoro verdi aggiuntivi nel settore delle costruzioni potrebbero emergere entro il 2030. Investire in edifici ad alta efficienza energetica e a energia rinnovabile può guidare l'innovazione, rafforzare la resilienza ed elevare la qualità della vita, soprattutto per coloro che sono più colpiti dalla povertà energetica e dalle condizioni di vita scadenti.

Le recenti pietre miliari legislative, in particolare la rifusione del 2024 della direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici (Epbd) e le componenti chiave del pacchetto Fit for 55, possono portare l'Ue in carreggiata alla neutralità climatica. Questi forniscono agli Stati membri gli strumenti necessari per accelerare significativamente la decarbonizzazione degli edifici, ridurre le emissioni, migliorare la resilienza climatica e affrontare le sfide sociali come l'aumento dei prezzi dell'energia e la povertà energetica.

L’Epbd rappresenta una potente opportunità per gli Stati membri di guidare la decarbonizzazione alla portata e al ritmo necessari per la neutralità climatica.

Con l'imminente un nuovo ciclo politico quinquennale dell'Ue, sottolinea il Bpie, una forte leadership della Commissione europea è fondamentale per garantire che la decarbonizzazione degli edifici diventi centrale nell'agenda strategica del Continente. «Mentre l'Europa affronta complesse sfide geopolitiche, sociali e ambientali – viene sottolineato – la Commissione deve cogliere l'opportunità di promuovere la resilienza e l'inclusività, incorporando pienamente questo impegno nel mandato 2024-2029. Facendo della decarbonizzazione degli edifici una pietra angolare della strategia di prosperità dell'Europa, la Commissione promuoverà la resilienza e l'inclusività, affrontando la povertà energetica, aumentando la salute pubblica e creando posti di lavoro. Queste priorità risuonano in tutto lo spettro politico, a beneficio di tutti gli europei».

Redazione Greenreport

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