La Cop29 di Baku dopo il G20 di Rio de Janeiro
Nonostante alla Cop28 Unfccc di Dubai avessero accolto con favore il suo esito «equilibrato e ambizioso» che prospettava una transizione per abbandonare i combustibili fossili, I leader del G20 riuniti a Rio de Janeiro quest’anno hanno approvato una dichiarazione finale che non fa nessun riferimento esplicito a quell’impegno, ma secondo alcuni hanno comunque inviato un chiaro segnale sulla necessità di «aumentare rapidamente e sostanzialmente i finanziamenti per il clima da miliardi a migliaia di miliardi da tutte le fonti» ai loro team negoziali che partecipano alla Cop29 di Baku, che dovrebbe concludersi il 22 novembre ma che sta procedendo lentamente sulle complesse negoziazioni sui nuovi e notevolmente aumentati finanziamenti per perdite e danni e sugli obiettivi accelerati per l'energia pulita, mentre alcuni Paesi come l’Italia si sono arroccati su posizioni procrastinatrici in attesa che altri, come gli Usa di Donald Trump, si tirim no del tutto indietro come ha fatto l’Argentina dell’estremista neoliberista Milei.
Tra i fiduciosi c’è il segretario esecutivo dell’Unfccc Simon Stiell, secondo il quale con la Dichiarazione dei leader del 19 novembre, «I leader del G20 hanno inviato un messaggio chiaro ai loro negoziatori alla COP29: non andate via da Baku senza un nuovo obiettivo finanziario di successo. Questo è nell'interesse chiaro di ogni Paese. I leader delle maggiori economie mondiali si sono anche impegnati a portare avanti le riforme finanziarie per mettere una forte azione per il clima alla portata di tutti i Paesi. Questo è un segnale essenziale, in un mondo afflitto da crisi del debito e impatti climatici a spirale, che distruggono vite, colpiscono le catene di approvvigionamento e alimentano l'inflazione in ogni economia. I leader hanno ribadito che la cooperazione globale è assolutamente essenziale e la COP29 deve mostrare come si fa, con un nuovo ambizioso obiettivo finanziario, come pilastro centrale di un pacchetto equilibrato. Sono anche essenziali nuovi piani climatici nazionali più forti, come sottolineano i leader del G20, per passare molto più rapidamente a un'economia globale basata su energia pulita e resiliente al clima in questo momento. Le delegazioni del G20 hanno ora i loro ordini di marcia per qui a Baku, dove abbiamo urgente bisogno che tutte le nazioni abbandonino le loro posture e si muovano rapidamente verso un terreno comune su tutte le questioni».
Il Segretario generale dell’Onu António Guterres, che al G20 di Rio de Janeiro ha partecipato ai dibattiti sullo sviluppo sostenibile, sulla lotta alla povertà e alla fame e sui cambiamenti climatici, ha detto ai leader dei Paesi più potenti del mondo: «Vi chiedo di considerare le mie parole non come un briefing, ma come un appello profondamente sentito. Il nostro clima è a un punto di rottura. Se non limitiamo l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius, catastrofi a spirale devasteranno ogni economia. Le attuali politiche ci porterebbero oltre i 3 gradi. Questo significa catastrofe. Dobbiamo rimetterci in carreggiata per il limite di 1,5 gradi con i Paesi che accelerano i loro tagli alle emissioni a breve termine, in modo da poter ridurre le emissioni globali del nove percento ogni anno in questo decennio. Sfortunatamente, in questo momento, le emissioni sono ancora in aumento. Quindi dobbiamo accelerare la giusta transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Ora sono la fonte più economica di nuova elettricità praticamente ovunque. La fine dell'era dei combustibili fossili è inevitabile. Assicuriamoci che non arrivi troppo tardi e che arrivi con giustizia».
Una previsione molto indigesta per Giorgia Meloni che a Baku aveva detto esattamente il contrario e per i petrostati del G20 che condividono la sua idea di “inevitabilità” di continuare a v basarsi sui combustibili fossili almeno fino a che non avremo ottenuto una salvifica fuz sione nucleare ancora molto al di là dal venire.
Ma Guterres ha ricordato che il temp stringe e che «I lavoratori e le comunità colpite devono essere sostenuti e le economie devono essere diversificate, per garantire posti di lavoro e prosperità. Il prossimo ciclo di piani nazionali di azione per il clima è essenziale per mettere il mondo sulla strada giusta. Il G20, come ha detto il presidente Lula, è responsabile dell'80% delle emissioni globali. Quindi abbiamo bisogno di voi in prima linea. La scorsa settimana, due dei vostri membri, Brasile e Regno Unito, ci hanno fatto partire bene con i nuovi annunci NDC. I nuovi piani di ogni paese devono allinearsi a 1,5 gradi, con obiettivi di riduzione delle emissioni assoluti e inequivocabili per il 2030 e il 2035. Coprire l'intera economia, tutti i settori e tutti i gas serra. Contribuire agli obiettivi globali concordati alla COP28 per triplicare la capacità delle energie rinnovabili, raddoppiare l'efficienza energetica e fermare la deforestazione, tutto entro il 2030.
E allineare i piani di produzione e consumo di combustibili fossili agli 1,5 gradi. Tutto questo deve essere realizzato in linea con il principio di responsabilità comuni ma differenziate. Ma tutti i Paesi devono fare di più. E i Paesi sviluppati devono supportare le economie emergenti e in via di sviluppo».
E rivolto ai presenti perché intendessero anche gli assenti, il capo dell’Onu ha chiesto di contrastare la disinformazione sul clima: «Come ha detto il presidente Lula, insieme al Brasile e all'UNESCO, le Nazioni Unite stanno lanciando la Global Initiative for Information Integrity on Climate Change. Collaboreremo con ricercatori e partner per rafforzare l'azione contro la disinformazione sul clima».
Il problema è che ta i leader che acoltav ano Guterres ce ne sono alcuni che sono arrivati al potere utilizzando le fake news climatiche e sbandierando un aperto ecoscetticismo mascherato da buon senso, che è una strategia molto usata dalla destra europea.
Per quanto riguarda la COP29 <, Guterres ha chiiesto – in questo in parte ascoltato - di «Dare istruzioni ai vostri ministri e negoziatori affinché si accordino su un nuovo ambizioso obiettivo di finanziamento per il clima quest'anno. Il fallimento non è un'opzione. Potrebbe compromettere l'ambizione nella preparazione dei nuovi piani nazionali di azione per il clima, con potenziali impatti devastanti man mano che i punti di non ritorno irreversibili si avvicinano. La salvaguardia dell'Amazzonia è un esempio lampante. Questo ò renderebbe inevitabilmente molto più difficile anche il successo della COP30 in Brasile. Dobbiamo avere successo a Baku, creare fiducia e incentivare la preparazione di piani climatici nazionali ad alta ambizione l'anno prossimo. Tale obiettivo, l'obiettivo finanziario, nei suoi diversi livelli, deve soddisfare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo, a partire da un aumento significativo dei fondi pubblici agevolati. Accolgo con favore il recente annuncio delle Banche multilaterali di sviluppo. Il successo della COP29 è in gran parte nelle vostre mani. Faccio appello al senso di responsabilità di tutti i Paesi attorno a questo tavolo per contribuire a garantire che la COP29 sia un successo».