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Integrity Matters: il lavoro duro contro il greenwashing climatico comincia ora

Non dobbiamo solo fare la cosa giusta, ma dobbiamo combattere coloro che cercano di non permetterci di fare la cosa giusta
 |  Crisi climatica e adattamento

Intervenendo all’High-Level Event on the stocktake of "Integrity Matters" della Cop29 Unfccc a Baku, il segretario generale dell’Onu António Guterres ha detto che »Stiamo correndo contro il tempo. Le condizioni meteorologiche avverse stanno provocando tragedie umane e distruzione economica in tutto il mondo. E gli sforzi per limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius stanno naufragando. Abbiamo bisogno di un massiccio sforzo globale per indirizzare il nostro mondo verso un percorso verso la sicurezza: un percorso verso le emissioni net zero entro la metà del secolo».
Nel suo ultimo rapporto, intitolato "Integrity Matters: The Hard Work is Now", presentato all’High-Level Event, la presidente dell’UN High-Level Expert Group on Net-Zero Emissions Commitments of Non-State Actors, Catherine McKenna, ha sottolineato l'urgenza di high-integrity net-zero plans: «I leader hanno evidenziato in questa revisione dimostrano che è possibile raggiungere un net zero ad alta integrità. Per imprese, investitori, città e regioni Non è più credibile affermare che agire più velocemente contro la crisi climatica sia troppo difficile o costoso. Esorto una gamma molto più ampia di stakeholder a stabilire piani di transizione completi entro il 2025».
Il rapporto di McKenna, commissionato da Guterres, ha sottolineato che, «Nonostante l'aumento degli impegni volontari per raggiungere le emissioni net zero, permane un gap significativo nell'allineamento con standard rigorosi, in particolare per quanto riguarda l'eliminazione graduale dei combustibili fossili».
Per la McKenna, «Gli sforzi volontari non sono sufficienti per la portata e il ritmo del cambiamento che dobbiamo vedere. Occorrono normative governative più severe per garantire impegni climatici credibili e promuovere investimenti competitivi. Ogni frazione di grado conta e ogni tonnellata di CO2 fa la differenza. Dobbiamo fare il duro lavoro ora, o dovremo tutti affrontare le conseguenze domani».
Per Guterres, città, regioni, imprese e istituti finanziari svolgono un ruolo fondamentale per aiutare consumatori, investitori e autorità di regolamentazione a comprendere cosa significhi raggiungere un obiettivo credibile di emissioni ne zero. E il meeting è servito proprio a parlare dei progressi compiuti nell'impegno a raggiungere le emissioni net zero, in linea con le raccomandazioni dell’United Nations High-Level Expert Group on Net Zero.
Il governatore dello Stato di Washington, il democratico Jay Inslee – uno dei politici che sta più indigesto a Donald Trump – non si è sottratto a parlare delle preoccupazioni per le politiche climatiche statunitensi dopo la rielezione di Trump alla Casa Bianca e il suo annuncio che gli Usa riusciranno dall’Accordo di Parigi. «Gli impegni a livello statale per l'azione climatica rimarranno gli stessi – ha assicurato Inslee - So che c'è preoccupazione per le ultime elezioni di martedì scorso, ma voglio essere molto chiaro: se c'è una cosa che si può imparare da questo incontro, è che queste elezioni non fermeranno, non rallenteranno e non faranno arretrare l'impegno assoluto degli Stati nel guidare questa battaglia contro il cambiamento climatico. aggiunto: Donald Trump può fare tutto ciò che vuole, ma non può impedirmi di impegnarmi a contrastare il cambiamento climatico nel mio Stato».
«Ora, abbiamo bisogno che altri ci seguano - ha avvertito Guterres - In primo luogo, esorto tutti gli attori non statali a creare piani di transizione solidi e responsabili entro la COP30 del prossimo anno. Tali misure devono essere in linea con le raccomandazioni complete del nostro High-Level Expert Group on Net Zero, devono essere coerenti con l'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius, devono tracciare un percorso verso l'obiettivo emissioni net zero entro il 2050, passando attraverso tappe fondamentali nel 2025, 2030, 2035 e oltre. Devono comunicare in che modo i piani di ricerca e sviluppo e gli investimenti nelle energie rinnovabili si allineano a tali obiettivi. Devono tracciare un percorso verso l'eliminazione graduale dei combustibili fossili, basato sulla scienza. Devono rendere note le politiche in materia di lobbying e coinvolgimento politico e devono impegnarsi per una profonda decarbonizzazione lungo l'intera catena del valore. E non affidarsi a compensazioni dubbie, anche per le cosiddette Scope 3 emissions. Questo è fondamentale. I piani Net Zero che escludono le emissioni Scope 3 sono incompleti. Adesso è il momento di accelerare, non di tornare indietro. E’ il momento dell'ambizione e della trasparenza, non del greenwashing».
Il segretario esecutivo dell’United Nations Framework Convention on Climate Change, Simon Stiell, ha annunciato una nuova iniziativa volta a rafforzare la trasparenza nell'azione ambientale: «l Global Climate Action Portal dell'Unfccc è in fase di riqualificazione per fornire una migliore responsabilità nel monitoraggio degli impegni. Il portale verrà rilanciato subito dopo la conclusione della COP29. l'intera comunità globale deve svolger un ruolo nel portare avanti questo programma».
Il secondo impegno chiesto dal capo dell’Onu è il passaggio dagli impegni volontari a regole obbligatorie: «Il futuro dell'umanità è in gioco. L'azione non può essere facoltativa. La divulgazione di piani di transizione credibili, in linea con l'obiettivo di 1,5 gradi, deve essere obbligatoria per le imprese e gli istituti finanziari. Questo richiede che governi, autorità di regolamentazione e autorità finanziarie lavorino insieme. Sono necessari processi per garantire che i piani siano scientificamente credibili e che misurino, segnalino e verifichino le riduzioni delle emissioni. Esorto le aziende, le istituzioni finanziarie, le città, le regioni e tutti gli altri a collaborare con i governi sui loro piani nazionali d'azione per il clima, o NDC, che dovranno essere presentati entro la COP30. Dobbiamo aiutare i governi a garantire la certezza delle politiche e delle normative per un futuro allineato all'1,5%. Dobbiamo assicurarci che i governi facilitino il lavoro degli altri attori in questo ambito e non che lo complichino».
Il vicepresidente brasiliano Geraldo Alckmin g ha sottolineato il continuo impegno del suo Paese nella lotta al riscaldamento globale con politiche mirate a combattere la deforestazione e per le energie rinnovabili: «Il Brasile si è impegnato a combattere il cambiamento climatico. Negli ultimi due anni ha ottenuto una significativa riduzione del 45,7% deitassi di deforestazione».
Poi ha descritto dettagliatamente gli sforzi del Brasile per passare a carburanti più ecologici, con il 15% del diesel nazionale che ora comprende biodiesel derivato da oli vegetali e ha evidenziato che l'uso di etanolo nella benzina, che attualmente è al 27%o, è destinato ad aumentare al 35% nel prossimo futuro.
Inoltre, ha rivelato che il Brasile «Punta a posizionarsi come produttore leader di carburante per l'aviazione sostenibile, che potrebbe sostituire il cherosene nel settore dei voli. Il Brasile sarà pronto a essere un importante produttore di etanolo SAF».
La presidente della EU Platform on Sustainable Finance, Helena Vines Fiestas, ha difeso le politiche climatiche del G20 - che Guterres aveva duramente criticato in più di un’occasione - evidenziando che «Tutti i paesi del G20 hanno ora delle politiche, o qualche forma di politica, per supportare ulteriormente la transizione degli attori non statali verso il net zero. Dal 2020, il numero di politiche è triplicato. Nonostante ci sia ancora molto lavoro da fare, la comunità internazionale ha dimostrato che la regolamentazione net-zero è fattibile. Il progresso è chiaro. Il lavoro è ancora da fare, ma i leader hanno dimostrato che la regolamentazione net-zero è fattibile».
Guterres ha concluso ricordando gli ostacoli significativi che restano sul cammino verso gli obiettivi net-zero: «Non dobbiamo solo fare la cosa giusta, ma dobbiamo combattere coloro che cercano di non permetterci di fare la cosa giusta».
E ogni riferimento a Trump e ai suoi alleati negazionisti, frenatori e posticipatori non è casuale.

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.