L’appello Ue, il 2025 deve essere un anno di azione globale accelerata per il clima
La relazione annuale chiamata Global Energy and Climate Outlook (Geco), è arrivata al suo decimo anno di pubblicazione. Ogni 12 mesi presenta una visione aggiornata delle implicazioni delle politiche energetiche e climatiche a livello mondiale. Ebbene, anche l’edizione che monitora quanto fatto e non fatto nel 2024 evidenzia che il mondo non è ancora sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi climatici, anzi. Dalle analisi effettuate emerge che permangono sia gap di implementazione (tra le politiche attuali e gli impegni assunti) che di ambizione (tra gli impegni attuali e una traiettoria di contenimento della temperatura media globale entro l’aumento di 1,5°C rispetto alla media preindustriale). Sebbene si prevede che le emissioni di gas serra raggiungano il picco nei prossimi anni in tutti gli scenari, il quadro che emerge indica che il mondo è attualmente sulla buona strada per un riscaldamento di 2,6°C entro la fine del secolo. La relazione 2024 sulle Prospettive globali in materia di energia e clima realizzata dal Centro comune di ricerca della Commissione Ue evidenzia anche che rimane urgentemente necessaria un'azione a livello mondiale per limitare l'aumento della temperatura ed evitare gli effetti più estremi dei cambiamenti climatici.
Tenendo presente l’obiettivo di colmare il divario tra gli impegni internazionali in materia di clima e le attuali emissioni globali di gas a effetto serra, la relazione stabilisce i livelli di emissione che le economie del G20 dovrebbero raggiungere entro il 2035 per mantenere raggiungibile l'obiettivo di 1,5ºC previsto dall'accordo di Parigi. In questo scenario basato sui 1,5ºC, i paesi del G20 devono conseguire almeno il 50 % della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non fossili e garantire che l'energia elettrica rappresenti almeno il 35 % del loro consumo totale di energia.
Tali paesi dovrebbero inoltre aumentare il ricorso alle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs), per gestire circa il 5-20 % delle emissioni industriali, massimizzando nel contempo gli assorbimenti di carbonio attraverso la gestione dell'uso del suolo e della silvicoltura.
Quest'anno tutti i paesi firmatari dell'accordo di Parigi sono tenuti a pubblicare i rispettivi piani nazionali per il clima entro il 2035. La nuova relazione annuale del GECO giunge nel momento giusto: offre una solida base scientifica ai responsabili delle politiche in materia di clima in tutto il mondo, valuta gli impegni assunti dai piani nazionali per il clima dei firmatari dell'accordo di Parigi e stabilisce parametri di riferimento globali per il periodo successivo al 2030.
L'Ue si è impegnata a diventare il primo continente a impatto climatico zero entro la metà del secolo. Per raggiungere tale percorso, ha fissato un obiettivo climatico ambizioso e un contributo determinato a livello nazionale (Ndc) per il 2030, mirato a ridurre le emissioni interne di gas a effetto serra del 55 %. Ciò dimostra che l'Ue mantiene la propria rotta e onora i suoi impegni internazionali in materia di azione per il clima.
D’altro canto, il rapporto spiega anche che a livello globale gli attuali impegni nazionali (Ndc) e gli impegni a lungo termine sono ancora insufficienti per limitare il riscaldamento a 1,5°C entro il 2100.
L'urgenza di raggiungere questi obiettivi NDC il prima possibile è stata messa a nudo dal recente rapporto del Copernicus Climate Change Service , che ha dimostrato che il 2024 è stato l'anno più caldo nei record di temperatura globali che risale al 1850, e il primo anno solare con anomalie della temperatura media globale che raggiungono 1,6°C sopra i livelli preindustriali.
Mentre le temperature medie globali fluttuano di anno in anno, il 2024 non è stato un valore anomalo. Ognuno degli ultimi 10 anni (2015-2024) è stato uno dei 10 anni più caldi mai registrati. Questo rapido aumento delle temperature globali ha portato a significativi impatti negativi in tutto il mondo. Ad esempio, l'anno scorso ha visto eventi meteorologici estremi in tutto il mondo - tra cui devastanti incendi in California e inondazioni a Valencia - esacerbati dal cambiamento climatico.