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Nel 2024 aumentano ancora le emissioni di CO2 provocate dall’utilizzo di combustibili fossili

Più 0,8% rispetto al dato record di 36,8 miliardi di tonnellate registrate nel 2023. Il dato emerge da una nuova ricerca del team scientifico del Global carbon project. Ai tassi attuali, stima il rapporto, c’è una probabilità del 50% che la temperatura media globale supererà regolarmente 1,5°C entro il 2031
 |  Crisi climatica e adattamento

Altro che tagli, le emissioni di CO2 provocate dall’utilizzo di combustibili fossili aumentano di nuovo nel 2024. Non solo le emissioni di carbonio causate dall’inquinamento da gas, petrolio e carbone hanno continuato a crescere nel 2023 raggiungendo 36,8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, e stabilendo così un altro nuovo record nonostante gli avvertimenti sempre più urgenti degli scienziati sulla necessità di cali ripidi e immediati. Secondo una nuova ricerca del team scientifico del Global Carbon Project, le stime preliminari compilate per il 2024 indicano che la quantità di CO2 rilasciata nell’atmosfera dai combustibili fossili aumenterà di un altro 0,8% quest’anno, il che aumenterebbe le emissioni annuali a 37,4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. E così, nonostante l'urgente necessità di ridurre le emissioni per rallentare il cambiamento climatico, i ricercatori dicono che non c'è ancora «nessun segno» che il mondo abbia raggiunto un picco nelle emissioni fossili di CO2. E con le emissioni previste derivanti dal cambiamento dell'uso del suolo (come la deforestazione) di 4,2 miliardi di tonnellate, si prevede che le emissioni totali di anidride carbonica saranno di 41,6 miliardi di tonnellate nel 2024, rispetto ai 40,6 miliardi di tonnellate dell’anno scorso.

«Gli impatti del cambiamento climatico stanno diventando sempre più drammatici, ma non vediamo ancora alcun segno che la combustione di combustibili fossili abbia raggiunto il picco», ha spiegato il professor Pierre Friedlingstein, del Global Systems Institute dell’Università di Exeter, che ha guidato lo studio appena diffuso. «Fino a quando non raggiungeremo emissioni net zero di COa livello globale, le temperature mondiali continueranno ad aumentare e a causare impatti sempre più gravi».

Ai tassi attuali, stima il rapporto, c'è una probabilità del 50% che la temperatura media globale supererà regolarmente 1,5°C entro il 2031, ovvero la temperatura che gli scienziati hanno identificato come una soglia che evita gli impatti più gravi del cambiamento climatico. Se le emissioni non vengono ridotte, un aumento di 2 gradi potrebbe verificarsi entro il 2052, hanno detto.

Tra l’altro, de negli ultimi 10 anni le emissioni di COda utilizzo di combustibili fossili sono aumentate mentre le emissioni da cambiamento dell’uso del suolo sono diminuite in media, nel 2024, le emissioni sia fossili che da cambiamento dell’uso del suolo sono destinata ad aumentare, con condizioni di siccità che aggravano le emissioni da deforestazione e incendi di degrado forestale durante l’evento climatico El Niño del 2023-2024.

Con oltre 40 miliardi di tonnellate rilasciate ogni anno al momento, il livello di CO2 nell’atmosfera continua dunque ad aumentare, portando il riscaldamento globale sempre più pericoloso.

Il gruppo di ricerca che ha realizzato il nuovo rapporto comprende, oltre all’Università di Exeter, anche l’Università dell’East Anglia (Uea), il Cicero (Center for international climate research), la Ludwig-Maximilian-University Munich, l’Alfred-Wegener-Institut e altre 80 istituzioni sparse in tutto il mondo.

La professoressa Corinne Le Quéré, della Royal Society presso la School of Environmental Sciences dell’Uea, ha dichiarato: «Nonostante un altro aumento delle emissioni globali quest’anno, gli ultimi dati mostrano prove di un’azione climatica diffusa, con la crescente penetrazione delle energie rinnovabili e delle auto elettriche». Ma c’è ancora molto da fare perché, come ha sottolineato Glen Peters, del centro Cicero, «il progresso in tutti i paesi deve accelerare abbastanza velocemente da mettere le emissioni globali su una traiettoria discendente verso lo zero netto». Anche perché dal rapporto emergono tra l’altro una serie di dati e questioni che non possono essere sottovalutate:

  • A livello globale, si prevede che le emissioni di diversi combustibili fossili nel 2024 aumenteranno: carbone (0,2%), petrolio (0,9%), gas (2,4%). Questi contribuiscono rispettivamente al 41%, al 32% e al 21% delle emissioni globali di CO2 fossile. Data l’incertezza nelle proiezioni, rimane possibile che le emissioni di carbone possano diminuire nel 2024.
  • Si prevede che le emissioni della Cina (32% del totale globale) aumenteranno marginalmente dello 0,2%, anche se l’intervallo previsto include una possibile diminuzione delle emissioni.
  • Le emissioni statunitensi (13% del totale globale) dovrebbero diminuire dello 0,6%.
  • Si prevede che le emissioni dell’India (8% del totale globale) aumenteranno del 4,6%.
  • Le emissioni dell’Unione europea (7% del totale globale) dovrebbero diminuire del 3,8%.
  • Le emissioni nel resto del mondo (38% del totale globale) dovrebbero aumentare dell’1,1%.
  • Si prevede che l’aviazione e il trasporto marittimo internazionale (3% del totale globale e conteggiati separatamente dai totali nazionali/regionali) aumenteranno del 7,8% nel 2024, ma rimarranno al di sotto del loro livello pre-pandemia del 2019 del 3,5%.
  • A livello globale, le emissioni derivanti dal cambiamento dell’uso del suolo (come la deforestazione) sono diminuite del 20% nell’ultimo decennio, ma sono previste in aumento nel 2024.
  • La rimozione permanente di COattraverso il rimboschimento (nuove foreste) sta compensando circa la metà delle emissioni di deforestazione permanente.
  • Gli attuali livelli di rimozione dell’anidride carbonica basata sulla tecnologia (esclusi i mezzi basati sulla natura come il rimboschimento) rappresentano solo circa un milionesimo della COemessa dai combustibili fossili.
  • I livelli atmosferici di COsono detti a raggiungere 422,5 parti per milione nel 2024, 2,8 parti per milione sopra il 2023 e il 52% sopra i livelli preindustriali.
  • Gli effetti dell’evento climatico temporaneo di El Niño hanno anche portato a una riduzione dell’assorbimento di carbonio da parte degli ecosistemi terrestri (noto come "sink" di COterrestre) nel 2023, che si prevede si riprenda con la fine di El Niño entro il secondo trimestre del 2024.
  • Le emissioni degli incendi nel 2024 sono state superiori alla media in particolare a causa dell’estrema stagione degli incendi del 2023 in Canada (che è persistita nel 2024) e dell’intensa siccità in Brasile.
  • I pozzi di COterrestri e oceanici combinati hanno continuato ad assumere circa la metà delle emissioni totali di CO2, nonostante siano stati influenzati negativamente dai cambiamenti climatici.

Redazione Greenreport

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